Vicariato apostolico di Estepa
Vicariato apostolico di Estepa Chiesa latina | |
Vescovo titolare: | Vicario nullius |
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Stato | Spagna |
Sede: | Estepa |
Soppressa: | 1874 |
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Il Vicariato apostolico di Estepa è una sede soppressa della Chiesa cattolica che si caratterizzava per essere considerato come Vere Nullius[1].
Il vicario di Estepa governava su un territorio indipendente sia dall'arcivescovo di Siviglia, sia dai vescovi di Cordoba e Malaga. Per definizione un vicario governa in nome di un altro, nel caso del Vicariato di Estepa, in epoca medioevale, rispondeva al priore dell'ordine militare di Santiago, mentre in epoca moderna, divenuto vere nullius, rispondeva direttamente alla Santa Sede.
Territorio
Il territorio del vicariato di Estepa era perfettamente delimitato: i 609 km2 del possedimento erano situati nella provincia di Siviglia, tranne Miragenil che apparteneva a quello di Córdoba e La Alameda e Sierra de Yeguas in quello di Malaga.
Storia
Quando nel 1267 la fortezza di Estepeña fu concessa all'ordine militare di Santiago, il braccio armato dell'ordine prese possesso della città, mentre i prelati si presero cura della vita spirituale dei fedeli. Uno di questi era il rappresentante del priore di San Marcos de León, sede dell'ordine militare, come suo vicario. La nomina di un vicario fu resa necessaria a causa della distanza di questo foro esterno dal priorato, mentre sul versante militare governava un rappresentante del gran maestro, detto il comandante. Iniziò così a operare l'encomienda[2] e il vicariato di Estepa, a nome dell'Ordine Militare di Santiago.
La corona spagnola, agli inizi del cinquecento, assunse il controllo degli ordini militari del regno e nel 1555 papa Giulio III approvò lo smembramento e la vendita dei possedimenti di questi. Estepa fu acquistata dal banchiere genovese Adam Centurión, che divenne marchese della regione.
Nel 1560 papa Pio IV con la bolla Sane pro parte conferma l'operazione di vendita dell' encomienda estepeña avvenuta l'anno precedente. Il decreto papale stabilì che il vicariato diveniva immediatamente soggetto alla Santa Sede. Per i casi di appello, si poteva far capo a tre giudici apostolici, l'arcivescovo di Siviglia e i vescovi di Cordoba e Malaga a scelta del ricorrente. L'ordine di Santiago contestò la giurisdizione ecclesiastica appellandosi ai tribunali più volte, l'ultima nel 1580.
Nel 1587 il tribunale della Rota Romana confermò l'atto di vendita dell' encomienda, e lo stato giuridico del vicariato nullius di Estepa, territorio immediatamente soggetto alla Santa Sede, il pontefice ne era il vescovo che ne esercitava i poteri attraverso la nunziatura.
La nomina del vicario di Estepa, come ogni sede vescovile, veniva effettuata dell'autorità competente, in questo caso la nunziatura. La selezione preventiva dei candidati veniva effettuata velatamente dall'ordine militare di Santiago, rappresentato nel real Consiglio degli Ordini Militari; il marchesato, scegliendo tra i candidati selezionati dal Consiglio, proponeva il candidato al nunzio e uno dei tre vescovi (di Cordoba, Malaga o Siviglia) ne confermava la nomina e ne dava possesso.
Nei due secoli successivi molte furono le dispute che intercorsero tra il vicario nullius, l'autorità civile e i vescovi delle diocesi circostanti. Il concordato del 1851 pose fine alle dispute, stabilendo che in Spagna tutte le giurisdizioni privilegiate esenti cessassero, qualunque fosse la loro classe.
Dal 1º marzo 1874, in virtù della bolla Quo Gravius di papa Pio IX, il vicariato di Estepa fu soppresso divenendo arciprelatura di Siviglia.
Cronotassi dei vicari
Di seguito si riposta la cronotassi dei vicari apostolici conosciuti dal XV secolo fino al XIX[3]
- Alonso López de Morales (1489 a 1507)
- Fernando del Término (1507 a 1511?)
- Fernando González de Estepa (1511? A 1533)
- Luis de Tamayo (1533 a 1549)
- Miguel Sánchez de Saldaña (1549 a 1598)
- Pedro de Tallada (1598 a 1610)
- Juan de Padilla y Librán (1610 a 1614)
- Martín Serrano (1614 a 1622)
- Alonso de Benjumea (1622 a 1635)
- Juan Martínez Ordás (1635 a 1647)
- Gerónimo de Ribera (1647 a 1685)
- Lorenzo de Andújar Ferrer Centurión y Arostigui (1685 a 1708)
- Gerónimo Bañuelos de las Cuevas (1708 a 1709)
- Francisco López Aguilar (1709 a 1710)
- Simón Miguel de Reina y Rengel (1710 a 1735)
- Juan Manuel Téllez de Castilla (1735 a 1736)
- Francisco Muñoz Copete y Castillo (1736 a 1738)
- Manuel Bejarano y Fonseca 1738 a 1777)
- Domingo Antonio del Portillo de la Fuente (1777 a 1786)
- Pascual Fita Carrillo (1787 a 1804)
- Pedro José Baena Núñez (1805 a 1836)
- Salvador José de los Reyes y García de Lara (Ch) (1837 a 1848)
- Antolín Monescillo y Viso (1848 a 1861)
- Joaquín Téllez de la Torre (1861 a 1874)
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