Diocesi di Cordova (Spagna)

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Diocesi di Cordova
Dioecesis Cordubensis
Chiesa latina

Mezquita de Córdoba desde el aire (Córdoba, España).jpg
vescovo Demetrio Fernández González
Sede Cordova (Spagna)

sede vacante
Cordova (Spagna)

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Suffraganea dell'arcidiocesi di Siviglia
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Mappa della diocesi
Provincia ecclesiastica
Provincia ecclesiastica della diocesi
Nazione bandiera Spagna
diocesi suffraganee
Coadiutore
Vicario
Provicario
generale
Ausiliari

Vescovi emeriti:

Parrocchie 230
Sacerdoti

376 di cui 263 secolari e 113 regolari
2.074 battezzati per sacerdote

181 religiosi 1.006 religiose
783.520 abitanti in 13.717 km²
780.005 battezzati (99,6% del totale)
Eretta III secolo
Rito romano
Cattedrale {{{cattedrale}}}
Concattedrale {{{concattedrale}}}
Santi patroni
Indirizzo
Amador de los Rios 1, 14004 Córdoba, España
tel. 957.49.64.74 fax. 957.49.64.75
Coordinate geografiche
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Collegamenti esterni

Sito ufficiale

Dati online 2007 ( ch )

Chiesa cattolica in Spagna
Tutte le diocesi della Chiesa cattolica
Patio de los Naranjos, all'interno della Cattedrale di Cordova
Vista della Cattedrale di Cordova

La diocesi di Cordova (in latino: Dioecesis Cordubensis) è una sede della Chiesa cattolica in Spagna suffraganea dell'arcidiocesi di Siviglia. Nel 2006 contava 780.005 battezzati su 783.520 abitanti. È attualmente retta dal vescovo Demetrio Fernández González.

Territorio

La diocesi comprende la provincia di Cordova.

Sede vescovile è la città di Cordova, dove si trova la Cattedrale di santa Maria, dedicata dell'Assunzione di Maria Vergine.

Il territorio è suddiviso in 230 parrocchie, raggruppate in 17 arcipresbiterati a loro volta raggruppati in 4 vicariati.

Storia

La diocesi di Cordova fu eretta nel III secolo, alla fine del quale troviamo i riscontri documentali del primo vescovo noto, sant'Osio, che lottò strenuamente contro l'arianesimo e partecipò al Concilio di Nicea (325) e al Concilio di Sardica (343). Secondo alcuni il Credo niceno fu redatto da sant'Osio e almeno l'espressione homoúsios, consustanziale, gli si deve attribuire.

Nel 711 Cordova viene sottomessa alla dominazione araba. Entro il 785 non rimase nessuna chiesa cristiana nel centro città e gli edifici di culto cristiano furono confinati ai margini dell'abitato. La successione episcopale sembra tuttavia che sia mantenuta con continuità, attestata da una cronaca araba della seconda metà dell'XI secolo. Tuttavia, a Cordova troviamo nel IX secolo i primi martiri della persecuzione islamica anticristiana: Adolfo, Giovanni, Leocricia, Sancio ed Eulogio. Nell'891 furono martirizzati circa un migliaio di cristiani a Poley e nel secolo successivo si ricordano i martiri Dolce, Pelagio, Argentea e Vulfura.

Nel 1236 Cordova fu riconquistata e la diocesi si ampliò accorpando il territorio dell'antica sede di Egabro e di parte di quelle di Astigi, Italica ed Elvira. Il capitolo della cattedrale fu istituito nel 1238. La sede di Cordova divenne suffraganea dell'arcidiocesi di Toledo.

Nel XIII secolo i diritti metropolitici sulla sede di Cordova coinvolsero le arcidiocesi di Toledo e di Siviglia.

Nel 1464 Pedro de Córdoba y Solier fu l'ultimo vescovo eletto dal capitolo.

Nel 1583 fu istituito il seminario diocesano, dedicato a san Pelagio. Subito dopo furono istituiti gli ospedali di san Giacinto e di Gesù Nazareno.

A metà del XIX secolo le soppressioni dei beni degli ordini religiosi e le desamortizaciones colpirono la diocesi, privandola dei mezzi finanziari. Tuttavia il vescovo Joaquín Tarancón y Morón reagì con una linea morbida, mirante alla conciliazione nei rapporti tra Chiesa e Stato.

A seguito del Concordato del 1851 furono aggregati alla diocesi due arcipresbiterati e alcune parrocchie.

Durante il periodo della Seconda repubblica e della Guerra civile furono martirizzati 82 sacerdoti diocesani, mentre altri due morirono in carcere. Inoltre, furono martirizzati un suddiacono, quattro seminaristi, 19 religiosi, la beata Victoria Díez e molti laici appartenenti all'Azione cattolica o al gruppo dell'Adorazione notturna. Lo stesso vescovo Adolfo Pérez Muñoz fu condannato a morte e incarcerato, ma riuscì ad evadere.

Il Concordato del 1953 impose l'adeguamento del territorio diocesano ai limiti della provincia civile, con il passaggio di un arcipresbiterato alla diocesi di Badajoz (oggi arcidiocesi di Mérida-Badajoz) e di uno alla diocesi di Málaga; le cessioni furono compensate dell'aggregazione di Fuente Palmera e Miragenil.

La ricostruzione della diocesi dopo la guerra civile si concentrò nella formazione del clero che era stato decimato, nella costruzione di nuove chiese e nella diffusione delle associazioni cattoliche.

Cronotassi dei vescovi

Statistiche

La diocesi al termine dell'anno 2006 su una popolazione di 783.520 persone contava 780.005 battezzati, corrispondenti al 99,6% del totale.

Fonti