Abbazia Maris Stella di Wettingen
Abbazia Maris Stella di Wettingen | |
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Wettingen, Abbazia Maris Stella (complesso monastico) | |
Stato | Svizzera |
Cantone | Cantone Argovia |
Comune | Wettingen |
Diocesi | Basilea |
Religione | Cattolica |
Oggetto tipo | Abbazia |
Oggetto qualificazione | cistercense |
Dedicazione | Maria Vergine |
Sigla Ordine qualificante | O.Cist. |
Fondatore | Heinrich II von Rapperswil |
Data fondazione | 1220 |
Stile architettonico | Gotico, barocco e rococò |
Inizio della costruzione | 1220 |
Completamento | XVIII secolo |
Soppressione | 1841 |
Data di consacrazione | 1256 |
Materiali | laterizio, pietra |
Coordinate geografiche | |
Svizzera | |
L'Abbazia Maris Stella è un complesso monumentale che ospitò un monastero cistercense, situato lungo il corso del fiume Limmat, nella città di Wettingen, canton Argovia (Svizzera).
Storia
Dalle origini al Trecento
Dopo il 1220 Heinrich II von Rapperswil acquistò da Hartmann II von Dillingen dei beni e i diritti di patronato sulla chiesa a Wettingen, donandoli all'Abbazia di Salem per istituire una filiale dell'Ordine cistercense.[1]
Nel 1227, con il permesso del capitolo di Salem, venne inviato a Wettingen un priore e dodici monaci che avviarono la costruzione del cenobio e della chiesa che venne consacrata nel 1256 dal vescovo di Costanza, Eberhard. Numerose donazioni dei nobili locali costituirono, fin dall'inizio, un solido patrimonio economico.
Nel 1231 papa Innocenzo IV accordò loro il privilegio solenne che confermava l'immunità, la libertà ecclesiastica e l'esenzione; nel 1352 papa Clemente VI elevò l'abbazia di Wettingen ad abbazia territoriale abbatia nullius, direttamente sottoposta alla Santa Sede.
Il periodo più prospero per l'abbazia furono i secoli XIII e XIV, quando si contavano abitualmente dai trenta ai quaranta monaci, ai quali si deve aggiungere anche un certo numero di conversi. Inoltre, a causa dell'esteso patrimonio immobiliare la comunità dovette far ricorso anche ad una grande quantità di operai, occupati nelle officine e laboratori esistenti nelle vicinanze del monastero, mentre per i terreni lontani dal cenobio, oltre che all'attività dei conversi, fu necessario impiegare anche a servi e fittavoli.
Fin dalla sua costituzione il monastero ampliò le sue proprietà, per esempio a Uri (fino al 1359), a Zurigo, dove l'abate ottenne la cittadinanza, a Riehen presso Basilea (fino al 1548) e in particolare nei dintorni di Wettingen e nella valle della Limmat; si trattava perlopiù di possedimenti sparsi. Gli abati detenevano, inoltre, i diritti di banno, di caccia e pesca, le decime e, fino al 1798, la giurisdizione nella valle della Limmat.
Nelle lotte intestine al papato e alla nobiltà, gli abati riuscirono abilmente a ottenere privilegi e garanzie da tutte le fazioni in conflitto.
L'amministrazione di tutti i beni, l'assistenza spirituale a diverse comunità femminili e, successivamente, la cura delle parrocchie contribuirono alla diminuzione dei membri residenti abitualmente nell'abbazia.
Dalla decadenza alla soppressione
Difficoltà interne e rovesci di fortuna si susseguirono già dalla fine del XIV e l'inizio del XV secolo, per cui l’abbazia fu coinvolta nella generale crisi ecclesiastica di questi secoli. Infine, le guerre tra la Germania e la federazione elvetica contribuirono ad aggravare la situazione sia economica che spirituale.
Gli avogadri ecclesiastici,[2] che furono gli Asburgo fino al 1415, poi i cantoni confederati, dovettero intervenire più volte per risolvere i problemi finanziari e disciplinari del cenobio, tra la fine del XV e l'inizio del XVI secolo, sollecitando l'intervento dell'abate di Salem. La debolezza degli abati favorì, inoltre, nel 1529 il passaggio alla Riforma protestante della maggior parte dei monaci di Wettingen.
Nel 1507 il monastero fu colpito da un grave incendio.
Successivamente alla seconda guerra di Kappel (1531) i cantoni cattolici imposero il ritorno di Wettingen al cattolicesimo e nominarono essi stessi gli abati fino al 1564. Il XVII secolo vide un rinnovato zelo sull'onda della Controriforma. L'abate Peter Schmid (1594 - 1633), ritenuto il rifondatore del monastero, fece restaurare e ampliare gli edifici abbaziali, la chiesa e il chiostro e realizzare nuovi stalli del coro, aprì nel 1604 una scuola di filosofia e teologia. L'abate entrò spesso in scontro con i cantoni protettori per i diritti di patronato e di collazione. Al posto della congregazione cistercense della Germania meridionale, istituita nel 1618, egli ne avrebbe preferita una svizzera, come poi sorse nel 1806 dopo la soppressione di Salem.
Nel 1671, l'abbazia si dotò di un’importante stamperia, dove Joseph Meglinger pubblicò tra l'altro l’Archiv des hochlöblichen Gottshauses Wettingen (1694, ristampato nel 1992).
Nel XVII e XVIII secolo, in occasione delle nomine degli abati, il monastero dovette continuamente lottare contro le ingerenze del nunzio apostolico per difendere i propri diritti concistoriali e di esenzione. Inoltre, in questo periodo, durante le dispute interne all'Ordine, il cenobio rimase fedele, con Salem, all'abate generale eletto legittimamente e all'osservanza originaria (observantia communis).
Il monastero, risparmiato dalla guerra dei contadini (1653), non fu coinvolto nella prima guerra di Villmergen (1656), mentre nel corso della seconda (1712) i monaci dovettero rifugiarsi per un certo periodo nella Svizzera centrale.
Durante la Rivoluzione francese, l'abbazia fu luogo di passaggio per migliaia di ecclesiastici e nobili in fuga. Inoltre, dal 1798 iniziarono le secolarizzazioni prima con la proibizione di ricevere novizi e la stessa abbazia fu sede delle truppe francesi e l'anno successivo, per alcuni mesi, divenne presidio delle truppe austriache e russe.
Nel 1803 il monastero passò come tutta la contea di Baden al neocostituito canton Argovia, il cui governo ne assicurò la sopravvivenza. Nel 1805 fu riaperto il noviziato, ma nel 1833 fu definitivamente chiuso e due anni dopo fu soppressa la scuola filosofica e teologia ed il complesso divenne proprietà del cantone di Argovia. Nel 1841, il Gran Consiglio argoviese decretò la soppressione definitiva della comunità monastica.
Trasferimento in Austria
Grazie alla tenacia dell'ultimo abate Leopold Höchle (1840 - 1864) i monaci rimasero per alcuni anni nel monastero fino al 18 agosto 1854, quando con un decreto di Pio IX l'abbazia austriaca di Mehrerau divenne priorato della congregazione cistercense svizzera e tutti i privilegi e i diritti furono trasferiti a Mehrerau, presso Bregenz. Da allora il convento venne denominato W.-Mehrerau, in questo modo la congregazione cistercense svizzera continua la sua esistenza in Austria divenendo Abbazia territoriale di Wettingen-Mehrerau.
Dopo i lunghi lavori di restauro, iniziati subito dopo l'ultima guerra mondiale, la chiesa attualmente è aperta al culto ed il monastero dal 1976 è sede scolastica.
Descrizione
Il complesso monastico è costituito da vari edifici stretti, che si articolano attorno ad un chiostro ed un cortile, tra i quali si evidenziano:
- Chiesa abbaziale, edificata nel XIII secolo, ma rimaneggiata tra il 1745 ed il 1762, all'interno della quale si notano:
- Coro ligneo del 1604;
- Tombe del XIII secolo.
- Chiostro gotico, ristrutturato dopo l'incendio del 1507 che distrusse tre lati, risparmiando quello adiacente la chiesa, dove si conservano splendide vetrate risalenti al 1280 raffiguranti la Testa di Gesù Cristo e Madonna con Gesù Bambino in trono con un monaco inginocchiato, probabilmente il committente. Le vetrate del ricostruito chiostro furono realizzate in più periodi dal 1517-1522 da Antoni Glaser, dal 1550-1580 da Jos Murer, Niklaus Bluntschli, Karl von egeri e dal 1616 al 1626 da Hans Ulrich Fisch e Christoph Brandenberg.
- Sala capitolare, di epoca romanica
- Refettorio estivo, anch'esso romanico
- Parlatorio rinascimentale (1600)
- Marienkapelle, edificata nel 1256, ma trasformata nel 1682 in stile barocco.
Galleria fotografica
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Note | |
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