Altare del duca Ratchis (737 - 744)

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Cividale MuDi AltareRatchis 734-744.jpg

Altare del duca Ratchis (737 - 744), pietra istriana
Altare del duca Ratchis
Opera d'Arte
Stato bandiera Italia
Regione Stemma Friuli-Venezia Giulia
Regione ecclesiastica Triveneto
Provincia Udine
Comune Cividale del Friuli
Diocesi Udine
Ubicazione specifica Museo Cristiano e del Tesoro del Duomo
Uso liturgico nessuno
Comune di provenienza Cividale del Friuli
Luogo di provenienza Cattedrale di Santa Maria Assunta
Oggetto altare
Soggetto Gesù Cristo in maestà angeli; Visitazione; Adorazione dei Magi; Due croci greche
Datazione 737 - 744
Ambito culturale
bottega longobarda
Autore anonimo
Materia e tecnica pietra iscrtiana scolpita
Misure h. 90 cm; l. l44 cm; p. 88 cm

L'Altare del duca Ratchis è un'opera scultorea, realizzata tra il 737 e il 744, in pietra istriana, da una bottega longobarda, proveniente dalla Cattedrale di Santa Maria Assunta e conservata nel Museo Cristiano e del Tesoro del Duomo di Cividale del Friuli (Udine).

Descrizione

Oggetto e soggetto

L'altare consta di un parallelepipedo composto da quattro paliotti, in pietra istriana, scolpiti a rilievo appiattito, non molto profondo, con tendenza alla stilizzazione delle figure e dei motivi ornamentali. Nelle lastre sono raffigurati:

Dell'altare manca la quinta lastra che formava il piano superiore della sacra mensa.

Lato anteriore

Nel prospetto frontale è raffigurato:

  • Gesù Cristo in maestà tra due angeli, entro una mandorla (simbolo della maestà e della gloria divina), formata da una corona di paline. Gesù Cristo è mostrato, nimbato e seduto, con la mano destra alzata in atteggiamento oratorio, mentre con la sinistra stringe un rotolo: la Parola di Dio. Sopra la testa di Gesù, interrompendo l'ovale della mandorla, si nota la mano di Dio Padre, stelle, rosette e croci, alludenti probabilmente all'empireo, completano l'iconografia della lastra riquadrata da fuseruole ed astragali di derivazione classica. Il Cristo, giovanile ed imberbe, secondo i tipi più antichi, ha il volto piriforme - così come lo hanno tutte le altre figure che compaiono sull'altare - il naso è prolungato a forma di triangolo, gli occhi sono ovali, la bocca s'incurva sul mento, mentre i capelli, discriminati nel mezzo, segnano la linea del volto rialzandosi poi a ricciolo sulle spalle, dalle quali scende una stola.
  • quattro angeli, dalle lunghe braccia, sorreggono ed innalzano, verso il cielo, la mandorla centrale.

Un delicato motivo ornamentale incornicia la scena che originariamente era impreziosita da policromie, paste vitree e lamine d'oro.

Lato sinistro

Sul lato sinistro è raffigurata la Visitazione, riquadrata da un motivo decorativo a treccia, nel quale compaiono, sotto due archetti:

Sotto il terzo archetto, continuazione degli altri due, è visibile una palma.

Lato destro

Sul lato sinistro dell'altare è raffigurata l'Adorazione dei Magi, nel quale compaiono:

  • Madonna, seduta su un trono ed indicata da una croce sulla fronte, tiene sulle ginocchia Gesù Bambino che protende le mani nell'accettazione dei doni offerti dai Magi, ma essi più che i tradizionali doni sembrano recare corone trionfali. Dietro il trono di Maria Vergine è posta una figura in piedi in atteggiamento di profondo raccoglimento e preghiera.
  • Magi, senza distinzione di razza, con un piccolo turbante in testa, indossano una corta tunica, stretta alla vita, brache attillate, mentre le gambe sono fasciate
  • Angelo in alto, in posizione orizzontale, sovrasta i Magi ed indica con la mano destra Gesù, guidando il loro cammino.

Lato posteriore

Sulla lastra posteriore sono scolpite:

  • Due croci greche, impreziosite da rombi e quadrati, imitanti pietre preziose, e da una rosa al centro. Sotto l'apertura delle reliquie (fenestrella confessionis), inscritta in un cerchio grigliato è rilevata una stella a cinque punte, stilizzazione del monogramma costantiniano. Due rosette, infine, sono poste ai lati esterni della lastra, delimitata da fuseruole e trecce a quattro capi.

Note stilistiche, iconografiche ed iconologiche

Si evidenzia in particolare:

  • Sulla superficie dei paliotti sono presenti evidenti tracce di pigmenti, che indicano la loro originaria dipintura.
  • Coerentemente ad uno stile astratto, distante dalla resa naturalistica tardo antica, le figure umane presentano alcune deformazioni, quali:
    • le grandi mani degli angeli che sorreggono la mandorla;
    • i volti, solo accennati caratterizzati, dall'assottigliarsi del mento (detti a pera rovesciata).
    • l'anatomia dei personaggi è appena abbozzata;
    • la gerarchia dimensionale dei personaggi è utilizzata per dare maggiore rilievo a quelli più importanti come Gesù Cristo e Maria Vergine.
  • Tutte le parti della lastra lasciate libere dalle figure sono state colmate da fiori e croci distribuiti casualmente, senza una logica apparente o un ordine predeterminato e senza la simmetria dell'arte classica: questo è quello che si chiama horror vacui (in latino, paura del vuoto).

Iscrizione

Nell'altare si trova, nel bordo superiore, un'iscrizione in latino, di tipo dedicatorio, che ricorda il committente, il duca Ratchis:

« (Ma)xima dona XPI ad clarit subeimi concessa Pemmoni ubique di(ru)to/(fo)rmarentur ut templa nam e(t) inter reliquas/donum beati Johannis ornabir pendola + teguro pulchro al/tare ditabit marmoris colore Ratechis hidebohohrit. »

L'epigrafe può essere così interpretata:

« Ratchis hidebohohrit (grande cavaliere?), con le generose donazioni lasciate a gloria di Cristo dal sublime Pemmone (padre di Ratchis, anche lui duca) allo scopo di restaurare le chiese ovunque fossero rovinate, ornò fra le altre anche la chiesa di San Giovanni, arricchendo l'altare di una croce pendula posta sotto il tegurio bello per colore di marmo. »

Notizie storico-critiche

L'altare fu commissionato per la Cattedrale di Santa Maria Assunta di Cividale del Friuli dal duca Ratchis, il quale venne nominato duca nel 737 ed elettto re dei Longobardi nel 744.

Galleria fotografica

Bibliografia
  • Enzo Bernardini, L'Arte medievale. Visigoti, Longobardi, Carolingi: verso l'anno Mille, col. "La Bellezza di Dio. L'Arte ispirata dal Cristianesimo", Edizioni San Paolo, Palazzolo sull'Oglio (BS) 2003, pp. 20 – 21
  • Carlo Bertelli et. al., Storia dell'Arte Italiana, volume 1, Electa - Bruno Mondadori Editore, Firenze 1990, p. 334
  • Mario Brozzi, L'altare di Ratchis nella sua interpretazione simbologica, in "La porta orientale", 9-10 settembre-ottobre, 1951, pp. 3 – 15
  • Laura Chinellato, L'altare di Ratchis. Nota storica ed iconografia, in "Vultus Ecclesiae", 5 (2004), pp. 9–21
  • Laura Chinellato, Maria Teresa Costantini, L'altare di Ratchis: proposta per la ricostruzione dell'originaria finitura policroma in "Vultus Ecclesiae", 6 (2005), pp. 7– 17
  • Giorgio Cricco et. al., Itinerario nell'arte, volume 1, Zanichelli Editore, Bologna 1999, pp. 186 - 187
Voci correlate
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Il contenuto di questa voce è stato firmato il giorno 26 dicembre 2013 da Teresa Morettoni, esperta in museologia, archeologia e storia dell'arte.

Il firmatario ne garantisce la correttezza, la scientificità, l'equilibrio delle sue parti.