Sant'Anfilochio di Iconio

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Sant'Anfilochio di Iconio
Vescovo
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al secolo {{{alsecolo}}}
battezzato
Santo
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Anfiloquio.jpg

Titolo
Incarichi attuali
Età alla morte circa 58 anni
Nascita 345 ca.
Morte Konya
403
Sepoltura
Conversione
Appartenenza
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Ordinato diacono
Ordinazione presbiterale
Ordinazione presbiterale 374
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Consacrazione vescovile 374
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Creato
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Riammesso da
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Incarichi ricoperti Vescovo di Iconio
Emblem of the Papacy SE.svg Informazioni sul papato
° vescovo di Roma
Elezione
al pontificato
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Consacrazione {{{consacrazione}}}
Fine del
pontificato
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(per causa incerta o sconosciuta)
Durata del
pontificato
Segretario {{{segretario}}}
Predecessore {{{predecessore}}}
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Extra Sant'Anfilochio di Iconio
Anni di pontificato


Cardinali creazioni
Proclamazioni
Antipapi {{{antipapi}}}
Eventi
Venerato da Tutte le chiese che ammettono il culto dei santi
Venerabile il [[]]
Beatificazione [[]]
Canonizzazione [[]]
Ricorrenza 23 novembre
Altre ricorrenze
Santuario principale
Attributi
Devozioni particolari {{{devozioni}}}
Patrono di
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Incoronazione
Investitura
Predecessore
Erede
Successore
Nome completo {{{nome completo}}}
Trattamento {{{trattamento}}}
Onorificenze
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Nomi postumi
Altri titoli
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Coniuge

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Consorte

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Figli
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Collegamenti esterni
Scheda su santiebeati.it
Invito all'ascolto
Firma autografa
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Tutti-i-santi.jpgNel Martirologio Romano, 23 novembre, n. 8:
« A Konya in Licaonia, nell'odierna Turchia, sant'Anfilochio, vescovo, che, compagno di eremo dei santi Basilio e Gregorio Nazianzeno e loro collega nell'episcopato, fu insigne per santità e dottrina e sostenne molte prove per la fede cattolica. »

Sant'Anfilochio di Iconio (345 ca.; † Konya, 403) è stato un vescovo greco.

Vita

Anfilochio nacque in Cappadocia tra il 340 e il 345, figlio di Anfilochio e di Lidia. In giovane età fu insegnante di retorica a Costantinopoli. Incorso poi in difficoltà finanziarie, abbandono la capitale imperiale e si trasferì nei pressi di Nazianzo, al fine di condurre un'esistenza tranquilla e potersi prendere cura del padre anziano.

Nel 374 ricevette la nomina alla sede episcopale di Iconio, che accettò con non poca riluttanza, ben conscio di ciò che questo avrebbe comportato. Suo padre si lamentò con Gregorio Nazianzeno, poiché gli sarebbero mancate le cure amorevoli del figlio, ma il santo gli rispose che non aveva avuto alcun ruolo nella nomina di Anfilochio e anche lui in fondo avrebbe risentito della sua mancanza. Basilio, probabile sostenitore della nomina, scrisse all'amico per incoraggiarlo a essere guida piuttosto che succube degli altri.

Anfilochio consultava spesso Basilio, che proprio per lui scrisse il trattato sullo Spirito Santo e ne pronunciò il panegirico al funerale. Nel 376 Anfilochio tenne un sinodo proprio a Iconio, onde condannare l'eresia macedone che negava la divinità dello Spirito Santo. Fu presente quando essa fu definitivamente condannata nel Primo Concilio di Costantinopoli del 381; fu oppositore delle dottrine dei messaliani, una setta carismatica e manichea che considerava la preghiera quale unica vera essenza della religione. La condanna di questa setta si ebbe durante un sinodo da lui presieduto nel 394 presso Sida, in Panfilia.

Anfilochio morì nel 403.

Opere

Nella maggior parte sono andate perdute, ma ci sono giunte:

  • una lettera sinodale del 376, nella quale viene difesa la consostanzialità dello Spirito Santo, *la versione copta del trattato Contro gli Apotattici e Gemelliti,
  • otto omelie cantate:
  1. per la Nascita di Gesù;
  2. per la Presentazione al Tempio;
  3. per Lazzaro resuscitato;
  4. per la peccatrice che unse Cristo di mirra;
  5. per il Sabato Santo;
  6. a metà della Pentecoste e a non giudicare dall'aspetto;
  7. Padre non lasciarmi bere questo calice;
  8. Discorso agli alberi infruttuosi;
  • una lettera dal titolo: Giambi a Seleuco.
Fonti
Bibliografia
  • (EN) Dictionary of Greek and Roman biography and mythology, Smith, William (1850) Vol.1, pp. 150 online