Annunciazione (Jan van Eyck)

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1leftarrow.png Voce principale: Annunciazione a Maria.
USA Washington J.VanEyck Annunciazione 1434-1436.jpg

Jan van Eyck, Annunciazione (1434 - 1436), olio su tavola trasferito su tela
Annunciazione
Opera d'arte
Stato bandiera Stati Uniti
Stato federale District of Columbia
Regione ecclesiastica [[|]]
Comune Washington
Diocesi Washington
Ubicazione specifica National Gallery of Art
Uso liturgico nessuno
Comune di provenienza Digione
Luogo di provenienza Certosa di Champmol
Oggetto dipinto
Soggetto San Gabriele arcangelo annuncia a Maria la nascita di Gesù
Datazione 1434 - 1436
Ambito culturale
ambito fiammingo
Autore Jan van Eyck
Materia e tecnica olio su tavola trasferito su tela
Misure h. 93 cm; l. 37 cm
Iscrizioni AVE GRÃ[tia] PLENA; ECCE ANCILLA D[omi]ÑI
Virgolette aperte.png

26Al sesto mese, l'angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazaret, 27a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. 28Entrando da lei, disse: "Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te". 29A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. 30L'angelo le disse: "Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. 31Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. 32Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell'Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre 33e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine"....
34Allora Maria disse all'angelo: "Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?". 35Le rispose l'angelo: "Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell'Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. 36Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch'essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: 37nulla è impossibile a Dio". 38Allora Maria disse: "Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola". E l'angelo si allontanò da lei.
Virgolette chiuse.png

L'Annunciazione è un dipinto, eseguito tra il 1434 e il 1436, ad olio su tavola trasferito su tela, dal pittore fiammingo Jan van Eyck (1390 ca. - 1441), conservato nella National Gallery of Art di Washington (Stati Uniti d'America).

Descrizione

Soggetto

La scena è ambientata in una chiesa, dove compaiono:

  • Maria Vergine, con una veste azzurra bordata d'ermellino che sottintenderebbe alla sua nobile origine; ella si pone in un atteggiamento di devota accettazione e risponde alla frase dell'angelo: "Eccomi, sono la serva del Signore". Alcuni studiosi ipotizzano che nella Madonna possa essere stata ritratta Isabella d'Aviz (1397 - 1471), moglie del duca di Borgogna, Filippo il Buono.
  • San Gabriele arcangelo, sontuosamente vestito con paramenti ricamati, tiene in mano la bacchetta degli Ostiari, incaricati di proteggere le chiese: quest'attributo è frequente nell'iconografia nordica.
  • Colomba dello Spirito Santo accompagnata da sette raggi di luce, che simboleggiano i sette doni dello Spirito Santo, discende da una finestra sul lato sinistro della chiesa, su Maria Vergine.
  • Dio Padre è raffigurato sotto forma di vetrata policroma sul fondo della chiesa.

Inoltre, nella scena sono presenti alcuni dettagli, resi con grande cura, spesso di valore simbolico, come:

    • gigli (simbolo della purezza), posti in questo, in un vaso;
    • libro delle Sacre Scritture.

Ambientazione

Jan van Eyck, Annunciazione (part. Pavimento istoriato), 1434 - 1436, olio su tavola trasferito su tela

L'ambientazione architettonica è molto curata nei minimi particolari, come tipico della pittura di Jan van Eyck e della scuola fiamminga in generale della quale fu il capostipite. La chiesa è romanica, ma presenta alcuni elementi gotici. Il senso di profondità è reso tramite graduali passaggi di luce, che lasciano sapientemente in ombra le zone retrostanti e in alto. Notevole è la cura dei dettagli:

  • il pavimento istoriato si riconoscono scene con le Storie dell'Antico Testamento in cui si manifesta la potenza di Dio, come:
  • i capitelli scolpiti,
  • la resa del vetro nelle finestre,
  • la cura nella descrizione del damasco del cuscino sullo sgabello.
  • nella parete di fondo, oltre alla vetrata con Dio Padre, presenta:
    • in basso, la triplice apertura che simboleggia la Trinità;
    • ai lati della vetrata istoriata si trovano, nella penombra, due raffigurazioni: Mosé trovato dalla figlia del faraone e Mosè che riceve i Dieci comandamenti;
    • al centro, nei medaglioni tra le colonne, le figure di Isacco e Giacobbe.

Note stilistiche, iconografiche ed iconologiche

  • Nessuna delle due figure ha l'aureola, secondo una consuetudine iniziata nel XV secolo per dare maggiormente un senso di realismo.
  • Le figure di Maria e dell'Arcangelo sono dipinte con un'estrema ricchezza cromatica, con panneggi voluminosi e pesanti, che accrescono il senso d'imponenza e maestosità; in particolare la veste dell'angelo è un capolavoro di virtuosismo, con la decorazione del broccato che varia al piegarsi delle increspature e alla diversa illuminazione.
  • Come tipico delle opere fiamminghe la linea dell'orizzonte è piuttosto alta, e dà l'impressione allo spettatore di trovarsi dentro il dipinto, come se ne fosse "avvolto".

Iscrizioni

Tra i due protagonisti è in corso un dialogo che è espresso tramite iscrizioni dorate che escono dalla loro bocca:

(LA) (IT)
« AVE GRÃ[tia] PLENA » « Ti saluto, o piena di grazia »
(LA) (IT)
« ECCE ANCILLA D[omi]ÑI » « Eccomi, sono la serva del Signore »

L'iscrizione con la frase, che esce dalla bocca della Madonna, è scritta da destra verso sinistra, perchè è rivolta all'Arcangelo.

Notizie storico-critiche

Le testimonianze storiche sul dipinto sono scarse; probabilmente era lo scomparto sinistro di un trittico. E' generalmente attribuita ad un periodo vicino al Ritratto dei coniugi Arnolfini (1434), con il quale condivide molti dettagli del procedimento tecnico.

Il dipinto è testimoniato per la prima volta nel 1791 alla Certosa di Champmol, nei pressi di Digione (Francia), fondato nel 1383 come luogo di sepoltura dei duchi di Borgogna per i quali Jan van Eyck fu pittore di corte dal 1425 alla sua morte (1441).

Durante la rivoluzione francese, il monastero certosino fu saccheggiato e parzialmente distrutto (1791), in quell'occassione si persero le tracce di molte opere conservate nell'edificio.

Nel 1817 lo scomparto comparve in un'asta a Parigi, in cui un antiquario di Bruxelles lo vendette al sovrano Guglielmo II dei Paesi Bassi (17921849). Il dipinto venne conservato nella città fino al 1841, poi fu trasferito a L'Aia.

Nel 1850 venne ceduto ed acquistato dallo zar Nicola I di Russia (17961855) fu, che lo destinò al Museo dell'Ermitage a San Pietroburgo, dove tra il 1864 e il 1870, che l'originale supporto ligneo venne trasferito su tela per motivi conservativi.

Nel 1929 il dipinto fu venduto, con molti altri, in cambio di petrolio, ritrovandosi di nuovo sul mercato parigino. Passati dalle mani dei mercanti Calouste Gulbenkian, del londinese Colnaghi e del newyorchese Knoedler & Co, nel 1930 venne acquistato da Andrew W. Mellon attraverso un consorzio, all'interno di un lotto di altri dipinti, provenienti dalla Russia (tra cui opere di Raffaello, Botticelli, Tiziano, Paolo Veronese, Velázquez e Rembrandt). Nel 1937 Mellon li donò in blocco alla National Gallery di Washington, formandone il nucleo originario.

Bibliografia
  • Melanie E. Gifford, Van Eyck's Washington 'Annunciation': technical evidence for iconographic development, in Art Bulletin, marzo 1999
  • Carol J. Purtle, Van Eyck's Washington "Annunciation": narrative time and metaphoric tradition in Art Bulletin, marzo 1999
  • Rolf Toman, Arte italiana del Rinascimento: architettura, scultura e pittura, Editore Könemann, Colonia 1998, pp. 406 - 407 ISBN 9783829020404
  • Stefano Zuffi, Episodi e personaggi del Vangelo, Editore Mondadori-Electa, Milano 2002, p. 61 ISBN 9788843582594
Voci correlate
Collegamenti esterni
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Il contenuto di questa voce è stato firmato il giorno 25 agosto 2019 da Teresa Morettoni, esperta in museologia, archeologia e storia dell'arte.

Il firmatario ne garantisce la correttezza, la scientificità, l'equilibrio delle sue parti.