Basilica di Santa Maria di Collemaggio (L'Aquila)
Basilica di Santa Maria di Collemaggio | |
L'Aquila, Basilica di Santa Maria di Collemaggio (1287) | |
Stato | Italia |
---|---|
Regione | Abruzzo |
Regione ecclesiastica |
Regione ecclesiastica Abruzzo-Molise |
Provincia | L'Aquila |
Comune | L'Aquila |
Diocesi | L'Aquila |
Religione | Cattolica |
Oggetto tipo | Chiesa |
Oggetto qualificazione | basilicale |
Dedicazione | Maria Vergine |
Fondatore | Pietro da Morrone |
Data fondazione | 1287 |
Stile architettonico | romanico |
Inizio della costruzione | 1287 |
Data di consacrazione | 25 agosto 1288 |
Strutture preesistenti | Chiesa di Santa Maria dell'Assunzione |
Coordinate geografiche | |
Italia |
La Basilica Santa Maria di Collemaggio è una chiesa che si trova a L'Aquila.
Fondata nel 1287 per volere di Pietro da Morrone, eletto papa Celestino V nel 1294, è il più importante monumento religioso della città e della regione. Contiene la prima Porta Santa del mondo ed è sede di un giubileo annuale unico nel suo genere.
La basilica è stata gravemente danneggiata durante il terremoto del 2009[1].
Storia
Le vicende della costruzione della Basilica di Santa Maria di Collemaggio si susseguono lungo un arco apparentemente breve ma crolli, restaurazioni, aggiunte e mutamenti di gusto continueranno fino ai giorni nostri. Oggi la basilica è il risultato di una complessa sintesi tra l'architettura romanica, l'aspirazione gotica e le forme barocche.
Costruzione della basilica
Prima della costruzione della basilica, l'area di Collemaggio, un piccolo promontorio alle porte della città dell'Aquila, era occupata dalla Chiesa di Santa Maria dell'Assunzione di cui fino al 1888 sopravviveva l'antico campanile. Proprio in questa chiesa trovò rifugio, nel 1275, Pietro da Morrone. L'eremita, secondo le fonti agiografiche, ebbe in sogno dalla Vergine il desiderio della costruzione nel medesimo luogo di una nuova basilica[2].
Il progetto di Pietro da Morrone prese vita ed il 25 agosto 1288, venne consacrata Santa Maria di Collemaggio con la presenza di otto vescovi.
Elezione di papa Celestino V
A sorpresa, il 5 luglio 1294 Pietro da Morrone venne eletto Papa. Scortato dal corteo reale, Pietro si recò nella città dell'Aquila e, nella basilica di Santa Maria di Collemaggio, venne incoronato papa con il nome di Celestino V, il 29 agosto 1294.
Tuttavia, dopo soli quattro mesi di mandato, Celestino rinunciò alla carica. Per evitare il rischio di scismi, il successore, Bonifacio VIII lo fece relegare nella rocca del Fumone, mentre Pietro Celestino stava per lasciare l'Italia, desideroso di tornare a fare l'eremita. Al Fumone morì il 19 maggio 1296. Nel 1327 le sue spoglie furono traslate nella basilica di Santa Maria di Collemaggio, dove sono ancora oggi custodite nell'apposito mausoleo.
Terremoto del 1703 e la ricostruzione barocca
Il 2 febbraio 1703, giorno della Candelora, si verificò un devastante terremoto che causò più di 3.000 vittime. Ne risentirono anche i tanti palazzi medioevali e rinascimentali e le chiese di Basilica di San Bernardino e di San Domenico, al cui interno morirono 600 persone. La Basilica di Santa Maria di Collemaggio rimase gravemente danneggiata e fu necessario provvedere al restauro della facciata e a un totale rifacimento dell'interno. Si salvarono, invece, le reliquie del santo pontefice.
Come avvenne per molti altri edifici della città, tra cui la stessa basilica di San Bernardino, la ricostruzione fu realizzata secondo lo stile dell'epoca per l'arredamento interno.
La basilica rinnovata
A fianco della basilica è stato creato il Parco del Sole, con l'orto botanico, sul retro.
Del 1972 è invece l'importante restauro con cui sono state eliminate le aggiunte barocche avvenute in seguito al terremoto del 1703 ed è stato riportato alla luce l'originario splendore romanico, fatta eccezione per il transetto lasciato nello stile barocco-rococò, molto fine e gradevole. Il lavoro di restauro fu compiuto con forte determinazione dall'architetto Mario Moretti.
Il 28 aprile 2009 la basilica ha ricevuto la visita di Papa Benedetto XVI. Il papa ha posto il suo pallio sulla teca contenente le spoglie di Celestino V[3].
Descrizione
Esterno
La facciata, eseguita nella prima metà del XIV secolo, è ricoperta da un insieme di masselli di colore bianco e rosso, che la decorano con motivi geometrici caratteristici in modo da creare un duplice effetto ottico. In essa si aprono tre porte, delle quali la mediana risulta essere la più imponente e fastosa, decorata da un insieme di archi a tutto sesto concentrici ed avente per ciascun lato due ordini di nicchie con all'interno sculture di impronta gotica. Il portone, barocco, è del 1688. A queste tre porte corrispondono, in linea d'asse, i tre rosoni che le sovrastano. Anche in questo caso il rosone centrale è il maggiore per dimensioni e complessità.
A destra vi è una torre su cui poggiava il campanile dell'antica chiesa di Santa Maria dell'Assunzione, distrutto nel 1880 e ricostruito in altro luogo.
Porta Santa
A sinistra della facciata, sul lato che guarda a settentrione, si apre un monumentale e prestigioso portale sormontato, in lunetta, da un dipinto della Vergine con San Giovanni Battista e Pietro Celestino, nonché dallo stemma cittadino.
Si tratta della prima Porta Santa della storia, voluta da Celestino.
Nell'agosto del 1294, Celestino V emanò una Bolla con la quale concedeva un'Indulgenza plenaria e universale a tutti i fedeli, senza distinzioni, sulla scia del Perdono di Assisi. La Bolla della Perdonanza, poneva come condizioni per l'ottenimento del perdono l'ingresso nella basilica nell'arco di tempo compreso tra le sere del 28 e del 29 agosto di ogni anno e l'essere "veramente pentiti e confessati".
Per approfondire, vedi la voce Perdonanza Celestiniana (L'Aquila) |
Interno
L'interno della basilica è costituito da tre navate, divise da pilastri a base ottagonale, sui quali poggiano arcate ogivali.
Il pavimento della navata centrale è formato dall'alternanza di mattonelle bianche e rosse secondo un motivo che riprende e semplifica quello della facciata principale. In molti punti sono presenti curiose forme geometriche e labirintiche che donano al pavimento un carattere simbolico molto suggestivo.
Nella cappella in fondo alla navata destra è sito il Mausoleo di Celestino V, eseguito nel 1517 da Girolamo da Vicenza con i fondi messi a disposizione dalla corporazione dei lanari della città.
All'interno vi è un'urna dorata che sostituisce le due precedenti, la prima trafugata nel 1528 dalle truppe del principe Filiberto d'Orange e la seconda nel 1799 dalle truppe di Napoleone Bonaparte. La terza urna fu donata ai primi degli anni '70 del Novecento da monsignor Mario Pimpo, prelato del Vicariato di Roma, di origini aquilane.
La cappella dell'altare maggiore, che riceve luce da una graziosa bifora, ha alle pareti dei dipinti del XVI secolo. Nelle nicchie delle arcate ogivali, site presso le navate laterali, vi sono affreschi del Quattrocento.
Galleria fotografica
Note | |
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Bibliografia | |
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