San Benildo Romançon
San Benildo Romançon, F.S.C. Religioso | |
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al secolo Pietro | |
Santo | |
Età alla morte | 57 anni |
Nascita | Thuret 14 giugno 1805 |
Morte | Saugues 13 agosto 1862 |
Appartenenza | Fratelli delle Scuole Cristiane |
Vestizione | 1821 |
Iter verso la canonizzazione | |
Venerato da | Chiesa cattolica |
Venerabile il | 6 giugno 1928, da Pio XI |
Beatificazione | 4 aprile 1948, da Pio XII |
Canonizzazione | 29 ottobre 1967, da Paolo VI |
Ricorrenza | 13 agosto |
Patrono di | fisarmonicisti |
Collegamenti esterni | |
Scheda su santiebeati.it |
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Nel Martirologio Romano, 13 agosto, n. 13:
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San Benildo Romançon, al secolo Pietro (Thuret, 14 giugno 1805; † Saugues, 13 agosto 1862) è stato un maestro francese.
Cenni biografici
Nacque a Thuret, piccolo villaggio dell'Alvernia in Francia, il 14 giugno 1805, figlio di Giovanni contadino e Anna nata Chanty. Fu battezzato con il nome di Pietro.
Frequentò la scuola dei lasalliani a Riom, di vivissima intelligenza ma di piccola statura, che inizialmente non gli permise di entrare nella Congregazione. Il 10 febbraio 1820 entrò nel noviziato dei Fratelli di Clermont accompagnato dal direttore del Collegio di Riom. Superate le resistenze paterne fu ammesso ai voti, prendendo il nome di Benildo, forse in ricordo della martire spagnola del IX secolo santa Benilde di Cordova. Emise i voti perpetui l'11 settembre 1836.
Fratel Benildo lavorò come insegnante in vari istituti dell'ordine nella Francia centrale a Aurillac, Moulins, Limoges, Clermont e Billom. L'11 settembre 1841 fu mandato a Saugues, nell'Alta Loira, a fondare e dirigere una nuova scuola richiesta e finanziata da quel Comune, con una pubblica sottoscrizione. A Saugues il lavoro fu duro, erano solo tre fratelli per circa trecento alunni. I fratelli erano ben visti nel paese e fu loro chiesto di tenere anche corsi serali per adulti. Per la sua opera gli ispettori governativi gli conferirono una medaglia d'argento. I suoi ex alunni ricordavano con ammirazione il suo lavoro.
Fratel Benildo fu stretto osservante della regola lasalliana e sempre attento all'insegnamento del catechismo. Si impegnò sempre molto per approfondire la teologia e altre materie ed era indubbiamente un insegnante molto dotato, con la rara capacità di toccare il cuore degli alunni. Molti di essei (circa 200 religiosi e 15 sacerdoti) affascinati dal loro maestro entrarono nella congregazione lasalliana.
Nel 1855 fratel Benildo iniziò a soffrire di alcuni disturbi. Sei anni dopo fu colpito da una dolorosa artrite che la portò alla morte, avvenuta presso il suo istituto, il 13 agosto 1862.
Culto
Il 23 novembre 1899 a Le Puy iniziò il processo di beatificazione. Il decreto di introduzione per la causa di canonizzazione si ebbe nel 1903, fu dichiarato venerabile il 6 giugno 1928.
In questa occasione papa Pio XI pronunciò un memorabile discorso sopra il terribile quotidiano:
« | Ecco la grande lezione che questo umile servo di Dio viene a portarci, che cioè non nelle cose straordinarie consiste la santità, ma nelle cose comuni non comunemente adempite. » |
Venne beatificato il 4 aprile 1948 da papa Pio XII e infine proclamato santo da papa Paolo VI, con la Lettera apostolica Consuevit Deus[1] del 29 ottobre 1967, solennità di Cristo Re.
Note | |
Bibliografia | |
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- Francesi del XIX secolo
- Santi e beati del martirologio del 13 agosto
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