Catacomba di San Pancrazio (Roma)
Catacomba di San Pancrazio | |
Catacomba di San Pancrazio, alcuni loculi | |
Altro nome | Catacomba di Ottavilla |
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Collocazione storica | Impero romano |
Civiltà | Cristiana |
Oggetto generico | Area funeraria |
Oggetto specifico | Catacomba |
Dedicazione | San Pancrazio |
Datazione | IV - VI secolo |
Inizio della costruzione | IV secolo |
Completamento | VI secolo, inizio |
Preesistenze | strada romana, puticulum e colombari |
Localizzazione | |
Stato | Italia |
Regione |
Regione ecclesiastica Lazio |
Provincia | Roma |
Comune | Roma |
Diocesi |
Diocesi di Roma Vicariatus Urbis |
Scavi | |
Datazione | XIX secolo, seconda metà - 1934 |
Archeologo | Giovanni Battista de Rossi |
Amministrazione | |
Ente | Pontificia Commissione di Archeologia Sacra |
Indirizzo |
Piazza San Pancrazio, 5/D 00152 Roma (RM) |
Telefono | +39 06 5810458 |
Fax | +39 06 58345414 |
Posta elettronica | segreteria@sanpancrazio.org |
Sito web | sito web ufficiale |
Sito web 2 | [1] |
Note | |
Visita a piccoli gruppi o su prenotazione. | |
Coordinate geografiche | |
Roma | |
La Catacomba di San Pancrazio o di Ottavilla, è un'area funeraria cristiana situata a Roma, al terzo miglio della via Aurelia, nel quartiere Gianicolense.
Toponimo e martiri deposti nella catacomba
La catacomba inizialmente conosciuta come Coemeterium Otcavillae, è nota soprattutto con il nome del principale martire qui sepolto: san Pancrazio, giovane originario della Frigia, trasferitosi a Roma dopo la morte dei genitori, si fece battezzare da papa Cornelio. Dichiaratosi cristiano, fu arrestato durante la persecuzione di Diocleziano e venne decapitato nel 304 per essersi rifiutato di sacrificare agli dei romani. Il suo corpo, dopo il martirio, venne abbandonato sulla via Aurelia, dove la matrona cristiana Ottavilla lo raccolse e lo fece seppellire nel cimitero più vicino, probabilmente in un terreno di sua proprietà.
Il culto di san Pancrazio ebbe una grande diffusione nel Medioevo, tanto che la catacomba che porta il suo nome era una delle poche di Roma che fu sempre visitabile dai pellegrini. La prima menzione del martirio del Santo è contenuta nel Martirologio geronimiano, che fissa la data della morte al 12 maggio.
Altri martiri sono menzionati dagli "itinerari" medievali per pellegrini, in questo cimitero: Artemio, Paolino, Sofia con le tre figlie Fede, Speranza e Carità. La sepoltura di queste ultime quattro martiri è forse da individuare nel cosiddetto cubicolo di santa Sofia.
Storia
Le catacomba venne sicuramente utilizzata per la sepoltura dal IV fino all'inizio del VI secolo.
Tra la fine del IV e l'inizio del V secolo, papa Simmaco (498-514) fece erigere nel sopra terra una basilica in onore del martire ed un balneum (edificio termale), che comportò una serie di lavori di modifica e consolidamento delle gallerie sotterranee, di cui si ha traccia evidente nelle due scale principali dell'ambiente ipogeo.
Nel 594 san Gregorio Magno (590 - 604) dotò la basilica di un monastero, per garantire il culto e la frequentazione del sito martiriale.
Nel 625, papa Onorio I (625–638) ricostruì completamente la Basilica di San Pancrazio: questo è l'edifico che oggi vediamo. In tale occasione le spoglie del martire furono traslate nella cripta semianulare, sotto l'altare maggiore, dotata di una fenestrella confessionis, attraverso la quale la tomba originaria rimase visibile: questo non era l'unico elemento che collegava gli ambienti del sopra terra con quelli sotto il piano di calpestio, poiché lo stesso pontefice decise di far aprire alcuni passaggi destinati a raggiungere gli altri luoghi cultuali venerati nella catacomba.
Per approfondire, vedi la voce Basilica di San Pancrazio (Roma) |
Come detto, san Pancrazio è una delle poche catacombe di Roma di cui non si perse completamente traccia nel corso dei secoli, anche se spesso confusa con altre poste sulla via Aurelia. Nel 1593, Antonio Bosio studiò a fondo il cimitero, ma lo scambiò con quello di Calepodio; mentre, nella seconda metà del XIX secolo, fu Giovanni Battista de Rossi (1822–1894) a distinguere le due catacombe.
Scavi condotti tra il 1933 ed il 1934, sia all'interno della Basilica di San Pancrazio che nel sagrato antistante, hanno permesso di scoprire:
- una strada d’epoca romana, forse il Clivus Rutarius;
- un puticulum, ossia un cimitero pubblico di epoca repubblicana con interessanti mausolei e tombe terragne;
- tre colombari, datati al I secolo d.C.
Descrizione
Le catacomba, risalente al IV secolo, si sviluppa obliquamente sotto la Basilica ed è contemporanea al cimitero in superficie - sub divo - posizionato sotto il sagrato antistante l'edificio di culto. Purtroppo lo stato conservativo non è dei migliori a causa della corposa frequentazione, ininterrotta nel tempo, di pellegrini e devoti cristiani. Sono, comunque, distinguibili quattro regioni principali, sicuramente sfruttate fino agli inizi del VI secolo, poiché le gallerie più antiche furono distrutte da quelle più tarde.
Al cimitero si accede da due ingressi posti all'interno della Basilica: uno accanto alla parete della navata sinistra permette di entrare nella zona che si sviluppa sul lato sinistro del transetto e dietro l'abside, l'altro, al centro della chiesa tra i pilastri che dividono la navata centrale con quella destra, in corrispondenza del sepolcro del martire, si estende in direzione sud sotto il sagrato.
Prima regione
La prima regione, situata sotto l'abside della Basilica, è costituita da quattro gallerie che si incrociavano a due a due, presentava nella parte centrale alcuni cubicoli dipinti ed un ambiente con graffiti devozionali, testimonianza di un culto martiriale nel cimitero. Da una scala si accedeva ad un arenario abbandonato che si trovava ad un livello superiore, forse riutilizzato successivamente.
Seconda regione
La seconda regione, situata sotto l'attuale presbiterio della Basilica, era costituita da numerose gallerie percorribili nelle quali erano evidenti interventi di trasformazione di epoca tarda, che lasciano supporre qui, l'esistenza di una sepoltura venerata, probabilmente proprio quella di san Pancrazio, che la tradizione vuole qui decapitato.
Terza regione
La terza regione è costituita da un nucleo di gallerie disposte su due piani, che si estende sotto il sagrato antistante la Basilica. In questa regione sono visitabili:
- Cubicolo di Botrys, dal nome del defunto ivi sepolto: la curiosità di questa sepoltura è il fatto che nella lastra sepolcrale Botrys dichiara di essere un christianós, espressione poco frequente nei cimiteri cristiani. Inoltre, all'interno si notano caratteristici loculi con una centinatura superiore a forma di arcosolio e vi sono iscrizioni di orientali che testimoniano la particolare composizione sociale di Trastevere in età tardo imperiale.
- Cubicolo di San Felice, che risale agli inizi del IV secolo, è decorato in stile lineare rosso, con elementi tratti dal mondo marino (navi e pesci).
- Cubicolo di Santa Sofia, ove è posto un arcosolio intonacato di bianco con quattro sepolture, che si ritiene appartengano alla martire Sofia ed alle sue tre figlie.
Quarta regione
La quarta regione, che si estende sotto il convento, è costituita da vari gruppi di gallerie in origine indipendenti e solo successivamente collegati. Le gallerie erano disposte su due livelli, con almeno quattro scale, per lo più databili al IV secolo.
Note | |
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Bibliografia | |
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Voci correlate | |
Collegamenti esterni | |