Catacomba di San Pancrazio (Roma)

Da Cathopedia, l'enciclopedia cattolica.
100%Decrease text sizeStandard text sizeIncrease text size
Share/Save/Bookmark
(Reindirizzamento da Catacomba di San Pancrazio)
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
1leftarrow.png Voce principale: Catacombe di Roma.
Catacomba di San Pancrazio
Flag of UNESCO.svg Bene protetto dall'UNESCO
Roma Cat.S.Pancrazio loculi.jpg
Catacomba di San Pancrazio, alcuni loculi
Altro nome Catacomba di Ottavilla
Collocazione storica Impero romano
Civiltà Cristiana
Oggetto generico Area funeraria
Oggetto specifico Catacomba
Dedicazione San Pancrazio
Dedicazione non cristiana
Fondatore
Data fondazione
Architetto
Scopritore
Data scoperta
Datazione IV - VI secolo
Inizio della costruzione IV secolo
Completamento VI secolo, inizio
Distruzione
Soppressione
Scomparsa
Data di inaugurazione
Inaugurato da
Preesistenze strada romana, puticulum e colombari
Pianta
Tecnica costruttiva
Materiali
Iscrizioni
Marcatura
Utilizzazione
Localizzazione
Stato bandiera Italia
Regione bandiera Lazio


Regione ecclesiastica Lazio

Provincia Roma
Comune Stemma Roma
Località o frazione
Diocesi Diocesi di Roma
Vicariatus Urbis
Altitudine massima m slm
Altitudine minima m slm
Dimensioni
Superficie m2
Altezza m
Larghezza m
Lunghezza m
Volume m3
Profondità {{{Profondità}}} m
Diametro {{{Diametro}}} m
Inclinazione °
Primi scavi
Datazione scavi XIX secolo, seconda metà - 1934
Organizzazione scavi
Archeologi Giovanni Battista de Rossi
Secondi scavi
Datazione scavi {{{Datazione scavi2}}}
Organizzazione scavi {{{Organizzazione scavi2}}}
Archeologi
Terzi scavi
Datazione scavi {{{Datazione scavi3}}}
Organizzazione scavi {{{Organizzazione scavi3}}}
Archeologi
Amministrazione
Proprietà
Parte di
Ente Pontificia Commissione di Archeologia Sacra
Responsabile
Indirizzo Piazza San Pancrazio, 5/D
00152 Roma (RM)
Telefono +39 06 5810458
Fax +39 06 58345414
Posta elettronica segreteria@sanpancrazio.org
Sito web sito web ufficiale
Sito web 2 [1]
Informazioni
Note
Visita a piccoli gruppi o su prenotazione.
Coordinate geografiche
41°53′05″N 12°27′15″E / 41.884780, 12.454183 Stemma Roma
Mappa di localizzazione New: Roma
Catacomba di San Pancrazio (Roma)
Dati UNESCO
Patrimonio UNESCO.png Patrimonio dell'umanità
{{{nome}}}
{{{nomeInglese}}}
[[Immagine:{{{immagine}}}|240px]]
Tipologia {{{tipologia}}}
Criterio {{{criterio}}}
Pericolo Bene non in pericolo
Anno [[{{{anno}}}]]
Scheda UNESCO
[[Immagine:{{{linkMappa}}}|300px]]
[[:Categoria:Patrimoni dell'umanità in {{{stato}}}|Patrimoni dell'umanità in {{{stato}}}]]

La Catacomba di San Pancrazio o di Ottavilla, è un'area funeraria cristiana situata a Roma, al terzo miglio della via Aurelia, nel quartiere Gianicolense.

Toponimo e martiri deposti nella catacomba

La catacomba inizialmente conosciuta come Coemeterium Otcavillae, è nota soprattutto con il nome del principale martire qui sepolto: san Pancrazio, giovane originario della Frigia, trasferitosi a Roma dopo la morte dei genitori, si fece battezzare da papa Cornelio. Dichiaratosi cristiano, fu arrestato durante la persecuzione di Diocleziano e venne decapitato nel 304 per essersi rifiutato di sacrificare agli dei romani. Il suo corpo, dopo il martirio, venne abbandonato sulla via Aurelia, dove la matrona cristiana Ottavilla lo raccolse e lo fece seppellire nel cimitero più vicino, probabilmente in un terreno di sua proprietà.

Il culto di san Pancrazio ebbe una grande diffusione nel Medioevo, tanto che la catacomba che porta il suo nome era una delle poche di Roma che fu sempre visitabile dai pellegrini. La prima menzione del martirio del Santo è contenuta nel Martirologio geronimiano, che fissa la data della morte al 12 maggio.

Altri martiri sono menzionati dagli "itinerari" medievali per pellegrini, in questo cimitero: Artemio, Paolino, Sofia con le tre figlie Fede, Speranza e Carità. La sepoltura di queste ultime quattro martiri è forse da individuare nel cosiddetto cubicolo di santa Sofia.

Storia

Le catacomba venne sicuramente utilizzata per la sepoltura dal IV fino all'inizio del VI secolo.

Tra la fine del IV e l'inizio del V secolo, papa Simmaco (498-514) fece erigere nel sopra terra una basilica in onore del martire ed un balneum (edificio termale), che comportò una serie di lavori di modifica e consolidamento delle gallerie sotterranee, di cui si ha traccia evidente nelle due scale principali dell'ambiente ipogeo.

Nel 594 san Gregorio Magno (590 - 604) dotò la basilica di un monastero, per garantire il culto e la frequentazione del sito martiriale.

Nel 625, papa Onorio I (625638) ricostruì completamente la Basilica di San Pancrazio: questo è l'edifico che oggi vediamo. In tale occasione le spoglie del martire furono traslate nella cripta semianulare, sotto l'altare maggiore, dotata di una fenestrella confessionis, attraverso la quale la tomba originaria rimase visibile: questo non era l'unico elemento che collegava gli ambienti del sopra terra con quelli sotto il piano di calpestio, poiché lo stesso pontefice decise di far aprire alcuni passaggi destinati a raggiungere gli altri luoghi cultuali venerati nella catacomba.

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi la voce Basilica di San Pancrazio (Roma)

Come detto, san Pancrazio è una delle poche catacombe di Roma di cui non si perse completamente traccia nel corso dei secoli, anche se spesso confusa con altre poste sulla via Aurelia. Nel 1593, Antonio Bosio studiò a fondo il cimitero, ma lo scambiò con quello di Calepodio; mentre, nella seconda metà del XIX secolo, fu Giovanni Battista de Rossi (18221894) a distinguere le due catacombe.

Scavi condotti tra il 1933 ed il 1934, sia all'interno della Basilica di San Pancrazio che nel sagrato antistante, hanno permesso di scoprire:

  • una strada d’epoca romana, forse il Clivus Rutarius;
  • un puticulum, ossia un cimitero pubblico di epoca repubblicana con interessanti mausolei e tombe terragne;
  • tre colombari, datati al I secolo d.C.

Descrizione

Le catacomba, risalente al IV secolo, si sviluppa obliquamente sotto la Basilica ed è contemporanea al cimitero in superficie - sub divo - posizionato sotto il sagrato antistante l'edificio di culto. Purtroppo lo stato conservativo non è dei migliori a causa della corposa frequentazione, ininterrotta nel tempo, di pellegrini e devoti cristiani. Sono, comunque, distinguibili quattro regioni principali, sicuramente sfruttate fino agli inizi del VI secolo, poiché le gallerie più antiche furono distrutte da quelle più tarde.

Al cimitero si accede da due ingressi posti all'interno della Basilica: uno accanto alla parete della navata sinistra permette di entrare nella zona che si sviluppa sul lato sinistro del transetto e dietro l'abside, l'altro, al centro della chiesa tra i pilastri che dividono la navata centrale con quella destra, in corrispondenza del sepolcro del martire, si estende in direzione sud sotto il sagrato.

Prima regione

La prima regione, situata sotto l'abside della Basilica, è costituita da quattro gallerie che si incrociavano a due a due, presentava nella parte centrale alcuni cubicoli dipinti ed un ambiente con graffiti devozionali, testimonianza di un culto martiriale nel cimitero. Da una scala si accedeva ad un arenario abbandonato che si trovava ad un livello superiore, forse riutilizzato successivamente.

Seconda regione

Cubicolo con tre sepolture

La seconda regione, situata sotto l'attuale presbiterio della Basilica, era costituita da numerose gallerie percorribili nelle quali erano evidenti interventi di trasformazione di epoca tarda, che lasciano supporre qui, l'esistenza di una sepoltura venerata, probabilmente proprio quella di san Pancrazio, che la tradizione vuole qui decapitato.

Terza regione

La terza regione è costituita da un nucleo di gallerie disposte su due piani, che si estende sotto il sagrato antistante la Basilica. In questa regione sono visitabili:

  • Cubicolo di Botrys, dal nome del defunto ivi sepolto: la curiosità di questa sepoltura è il fatto che nella lastra sepolcrale Botrys dichiara di essere un christianós, espressione poco frequente nei cimiteri cristiani. Inoltre, all'interno si notano caratteristici loculi con una centinatura superiore a forma di arcosolio e vi sono iscrizioni di orientali che testimoniano la particolare composizione sociale di Trastevere in età tardo imperiale.
  • Cubicolo di San Felice, che risale agli inizi del IV secolo, è decorato in stile lineare rosso, con elementi tratti dal mondo marino (navi e pesci).
  • Cubicolo di Santa Sofia, ove è posto un arcosolio intonacato di bianco con quattro sepolture, che si ritiene appartengano alla martire Sofia ed alle sue tre figlie.

Quarta regione

La quarta regione, che si estende sotto il convento, è costituita da vari gruppi di gallerie in origine indipendenti e solo successivamente collegati. Le gallerie erano disposte su due livelli, con almeno quattro scale, per lo più databili al IV secolo.

Note
  1. Con il marcatore blu si identificano le catacombe ebraiche, con quello rosso le deposizioni comunitarie e con quello verde le deposizioni singole o famigliari. Cliccando col mouse sui marcatori si apre la pagina corrispondente.
Bibliografia
  • Giuseppe Burragato, Antonio Palumbo, Sulle orme di San Pancrazio, martire romano. Culto, basilica, catacombe, OCD, Roma, 2004, ISBN 9788872292273
  • Filippo Coarelli, Dintorni di Roma, in "Guide archeologiche Laterza", Editore Laterza, Bari 1981, pp. 209 - 210
  • Margherita Cecchelli, San Pancrazio, Editore Marietti, Roma 1972
  • Leonella De Santis, Giuseppe Biamonte, Le catacombe di Roma, Editore Newton & Compton, Roma 1997, pp. 128 - 132
  • A. Nestori, La basilica di S. Pancrazio in Roma, in "Rivista di Archeologia Cristiana", n. 36 (1960), pp. 213 - 248
  • Pasquale Testini, Archeologia cristiana, Editore Edipuglia, Bari 1980, pp. 186 - 188
  • G. N. Verrando, Le numerose recensioni della passio Pancratii, in "Vetera Christianorum", n. 19 (1982), pp. 105 - 129
Voci correlate
Collegamenti esterni
Firma documento.png

Il contenuto di questa voce è stato firmato il giorno 28 novembre 2020 da Teresa Morettoni, esperta in museologia, archeologia e storia dell'arte.

Il firmatario ne garantisce la correttezza, la scientificità, l'equilibrio delle sue parti.