Papa Cornelio
San Cornelio Papa · Martire | |
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Santo | |
Maestro di Pacully, San Cornelio papa (fine XV secolo), tavola; Parigi (Francia), Museo di Cluny | |
Età alla morte | circa S anni |
Nascita | Roma 180 ca. |
Morte | Civitavecchia maggio 253 |
Sepoltura | Roma, Catacombe di San Callisto e Chiesa dei Santi Celso e Giuliano |
Informazioni sul papato | |
21° vescovo di Roma | |
Elezione al pontificato |
251 |
Fine del pontificato |
giugno 253 (per decesso) |
Durata del pontificato |
2 anni, 2 mesi e 25 giorni |
Predecessore | papa Fabiano |
Successore | papa Lucio I |
Extra | Papa Cornelio Anni di pontificato |
Cardinali | creazioni |
Venerato da | Chiesa cattolica |
Ricorrenza | 16 settembre |
Attributi | Corno da caccia, palma, ferula papale, tiara |
Devozioni particolari | Invocato contro l'epilessia e le convulsioni infantili |
Patrono di | Animali con le corna |
Collegamenti esterni | |
(EN) Scheda su gcatholic.org Scheda su santiebeati.it |
Nel Martirologio Romano, 16 settembre, n. 1:
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San Cornelio (Roma, 180 ca.; † Civitavecchia, maggio 253) è stato il 21° Vescovo di Roma e papa italiano a partire dal 251 fino alla morte. È venerato come santo.
Biografia
Nato probabilmente verso il 180; secondo il "Catalogo Liberiano" dei papi, Cornelio regnò due anni, tre mesi e dieci giorni. Tale fonte, per questo tipo di dati, è degna di fede in virtù degli studi effettuati da Giusto Lipsio, Lightfoot, e Adolf von Harnack.
Il suo predecessore, Fabiano, fu messo a morte dall'imperatore Decio il 20 gennaio 250, ma si dovette aspettare il successivo mese di marzo quando, grazie all'assenza dell'imperatore, l'intensità della persecuzione diminuì. Per la scelta del nuovo papa sorsero immediatamente due concorrenti di pensiero contrastanti sulla questione dei lapsi: coloro che erano rimasti saldi nella fede si divisero tra indulgenti e rigoristi verso coloro che, per paura della persecuzione, avevano ceduto ed ora sarebbero voluti tornare in seno alla Chiesa. Infine, a 14 mesi dal martirio di Fabiano, i 16 vescovi convenuti a Roma elessero Cornelio contro la sua volontà, ma in base "al giudizio di Dio e di Cristo, alla testimonianza di pressoché tutto il clero, al voto delle persone ivi convenute, al beneplacito dei presbiteri anziani e degli uomini di buona volontà, in un tempo in cui nessuno lo aveva preceduto, quando la sede di Fabiano che è la sede di Pietro, ed il soglio erano vacanti" (san Cipriano, Epistole lV, 24).
Cornelio era un fautore dell'indulgenza, ma Novaziano, che aveva retto la sede vacante in quel periodo, era un rigorista e contestò l'elezione del nuovo papa. Questi era convinto che Cornelio fosse un debole e sosteneva che nemmeno i vescovi potevano garantire la remissione di peccati gravi come omicidio, adulterio, e apostasia, ma che questi potevano essere rimessi soltanto nel Giudizio Finale.
Alcune settimane più tardi Novaziano si autoproclamò papa e l'intero mondo cristiano fu agitato dal uno scisma che sarebbe durato fino al V secolo. Ma l'appoggio di San Cipriano assicurò a Cornelio i cento vescovi d'Africa, e l'influenza di Dionisio, vescovo di Alessandria d'Egitto, portò anche i vescovi orientali dalla sua parte; in Italia il papa riuscì a mettere insieme un sinodo di 60 vescovi che accolse la linea morbida stabilita dal Concilio di Cartagine (251). Cornelio gli scrisse tre lettere, delle quali Eusebio di Cesarea riportò alcuni estratti (Storia ecclesiastica, vi.43) in cui il papa elencava i difetti nell'elezione di Novaziano e ne parlava con estrema amarezza. Da questi estratti si evince che, in quel periodo, la chiesa di Roma era formata da 46 presbiteri, 7 diaconi, 7 suddiaconi, 42 accoliti, 52 tra esorcisti, lettori e ostiarii e 1500 tra vedove e persone bisognose. Grazie a questi dati Burnet e Edward Gibbon valutarono che il numero dei Cristiani a Roma si aggirava intorno alle 50.000 unità; ma secondo Benson e Harnack questo numero era troppo elevato. Degli scritti di Cornelio sono giunte fino a noi 2 lettere a Cipriano e nove risposte da Cipriano al papa. Monsignor Merrati dimostrò che il testo originale delle lettere di Cornelio è nel "latino volgare" colloquiale che si usava all'epoca, e non nello stile più classico usato dall'ex oratore Cipriano e dal dotto filosofo Novaziano.
Dopo la sua elezione, Cornelio sanzionò le miti misure suggerite da san Cipriano ed accettò la proposta del concilio di Cartagine del 251 di riabbracciare nella comunione, dopo la giusta penitenza, coloro che si erano persi durante la persecuzione di Decio.
Secondo le fonti cristiane, alla morte dell'imperatore Decio, nel 252, il suo successore Gaio Vibio Treboniano Gallo avrebbe iniziato una nuova persecuzione contro i cristiani: la ragione sarebbe stata l'accusa di essere portatori della pestilenza che colpì Roma nel 251/252. In realtà pare che l'unico atto di Gallo sia stato proprio l'arresto e incarceramento di Cornelio,[1] che fu portato a Centumcellae, dove morì nel 253. Cipriano afferma ripetutamente che Cornelio fu martirizzato; il Catalogo Liberiano riporta ibi cum gloria dormicionem accepit, e questo può significare che morì a causa dei rigori a cui fu sottoposto durante la sua deportazione, sebbene documenti successivi affermino che fu decapitato.
Alla fine del III secolo il suo corpo fu traslato nelle Catacombe di San Callisto, a Roma. Le sue reliquie furono poi trasferite in una basilica voluta da papa Leone I e quindi papa Adriano I le portò nel territorio di Capracoro, dove il pontefice aveva la casa paterna. Al tempo di papa Gregorio IV il suo corpo riposava nella basilica di Santa Maria in Trastevere. In quel tempo parte delle reliquie furono portata a Compiègne (Francia), dove andarono disperse con la Rivoluzione francese, mentre nella seconda metà del XVIII secolo altre parti del suo corpo furono portate nella Chiesa dei Santi Celso e Giuliano.
San Girolamo riportava che Cornelio e Cipriano patirono il martirio nello stesso giorno di anni diversi, e la sua affermazione è stata generalmente accettata. La festa di san Cipriano, infatti, secondo il Depositio Martirum del IV secolo ricorreva il XVIII kl octob Cypriani Africae Romae celebratur in Callisti e veniva celebrata a Roma presso la tomba di Cornelio.
San Cornelio non fu sepolto nella cappella dei papi, ma in una catacomba adiacente, forse in quella di un ramo della Gens Cornelia. L'iscrizione posta sulla sua tomba è in lingua latina: CORNELIUS * MARTYR*, mentre quelle di papa Fabiano e papa Lucio I sono in lingua greca. La sua memoria viene celebrata con quella di San Cipriano il 14 settembre, giorno presumibile della sua traslazione da Centumcellae alle catacombe.
Culto
Questo papa viene venerato sia dai cattolici che dai copti. È oggetto di particolare venerazione in Bretagna, dove è il santo patrono degli animali dotati di corna nella regione di Carnac. Nella chiesa parrocchiale di Carnac esiste una statua di san Cornelio intento a benedire due tori, circondato da pietre erette. Il 14 settembre di ogni anno i contadini portano sul luogo il loro bestiame per la benedizione. Anche in Cornovaglia, tra le popolazioni Bretoni d'oltremanica, esiste il culto del santo ed una parrocchia ad esso dedicata con il nome di Saint Cornelly.
Leggende sul santo
Sulla figura di san Cornelio esistono alcune leggende legate alla creazione dei Menhir di Carnac in Bretagna Meridionale. Secondo le tradizioni popolari, infatti, dopo il suo esilio da Roma il santo, servendosi di due buoi per il viaggio (da qui la sua attribuzione a patrono degli animali con le corna), si recò in Francia, dove giunse inseguito da alcuni legionari.
Predecessore: | Papa | Successore: | |
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papa Fabiano | 6 marzo 251 - giugno 253 | papa Lucio I |
Note | |
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Bibliografia | |
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Voci correlate | |
Collegamenti esterni | |
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