Catacombe di Roma

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Catacombe di Priscilla, Galleria con loculi

Le Catacombe di Roma sono antiche aree funerarie sotterranee ebraiche e cristiane. Erano solitamente scavate nel tufo al di fuori delle Mura aureliane, la cinta muraria costruita tra il 270 ed il 275 dall'imperatore Aureliano per difendere la città, all'interno della quale non era possibile seppellire i defunti:[1]

(LA) (IT)
« Hominem mortuum in urbe neve sepelito neve urito » « Non si seppellisca né si cremi nessun cadavere in città »

Storia

I e II secolo

I nuclei più antichi delle catacombe romane risalgono alla fine del II secolo. In precedenza i cristiani erano sepolti insieme con i romani; quando la comunità divenne più numerosa, fu necessario creare cimiteri collettivi. Per risolvere il problema dello spazio e grazie alla facilità dello scavo nel banco di tenero tufo sottostante la città, essi vennero realizzati con gallerie sotterranee a più piani. All'inizio le catacombe vennero utilizzate esclusivamente per scopi funerari e per il culto dei martiri qui sepolti.

L'opinione comune che vuole che esse fossero utilizzate come nascondigli dai cristiani perseguitati è probabilmente priva di fondamento. Del resto le persecuzioni caratterizzarono solamente alcuni periodi dell'Impero Romano, al tempo di Nerone (tra il 64 e il 67), Domiziano (solo nel 96), Decio (249-251), Valeriano (253-260) e Diocleziano (303-305).

III e IV secolo

Nel III secolo, già nella sola Roma, si contavano 25 cimiteri, alcune delle quali erano in possesso della Chiesa, come la Catacomba di San Callisto, dato che Ippolito Romano scrisse nei Philosophumena che papa Zefirino nominò il diacono Callisto custode e amministratore della catacomba.[2]

Nella prima metà del III secolo, inoltre, Roma fu suddivisa in sette regioni ecclesiastiche:[3] ad ognuna di esse vennero assegnati luoghi di culto e diverse catacombe per la sepoltura dei cristiani.

Nel 313, il Cristianesimo diventò religione legittima ed almeno all'inizio furono in molti a voler essere sepolti vicino ai martiri.

Dal V al IX secolo

Già dal V secolo si cominciò ad abbandonare l'uso della sepoltura nelle catacombe, che continuarono comunque ad essere meta di pellegrini a scopo di devozione.

Tra l'VIII ed il IX secolo, in seguito ai saccheggi dei barbari, i santuari vennero gradualmente abbandonati e le sacre reliquie furono traslate nelle chiese.

Dal Basso Medioevo al XVI secolo

Traslate le reliquie all'interno della città, le catacombe furono completamente abbandonate; gli accessi furono ostacolati dalla vegetazione e dalle frane, i santuari e i cimiteri caddero nell'oblio.[4]

Durante il Medioevo si perse ogni traccia della loro ubicazione e si faceva gran confusione sui nomi. Le uniche catacombe ad essere ricordate furono quelle di San Sebastiano, di San Lorenzo e di San Pancrazio.

Età moderna

In epoca moderna furono accidentalmente riscoperte nel XVI secolo e cominciarono ad essere esplorate prima da Antonio Bosio (1575 - 1629), pubblicate nel suo libro postumo Roma Sotterranea (1634) e soprattutto con le ricerche di Giovanni Battista de Rossi (1822 - 1894).

Nella prima metà del XX secolo furono ritrovate altre catacombe o ulteriormente esplorate quelle conosciute grazie all'opera e agli studi di Enrico Josi.

Tipi di sepoltura

Le catacombe romane sono costituite da gallerie sotterranee (ambulacra), lungo le cui pareti erano ricavate le tombe (loculi). I loculi, generalmente disposti su file verticali (pilae), potevano contenere uno o più cadaveri; esternamente erano chiusi da lastre di marmo, su cui spesso erano incisi il nome del defunto ed il mestiere, accompagnati da elementi simbolici cristiani o ebraici.

Un'altra tipologia di sepoltura, tipica delle catacombe romane, è l'arcosolio (arcosolium), costituito da una nicchia arcuata sovrastante una lastra marmorea posta in orizzontale, che chiudeva la tomba (il solium sub arcu). L'arcosolio poteva essere semplice (ossia per una sola persona), oppure composito, fino ad accogliere le sepolture di una intera famiglia.

Lungo i corridoi non sono infrequenti i cubicoli (cubicula), camere sepolcrali di forma quadrata o poligonale, contenenti più loculi o arcosoli destinati a membri della stessa famiglia o di famiglie imparentate tra loro; oppure le cripte (cryptae), cappelle decorate con dipinti murali ad affresco, delle quali la più nota è la Cripta dei Papi nella Catacomba di San Callisto.

Infine, per ragioni di spazio alcune tombe erano scavate anche nel pavimento dei corridoi (formae): questa tipologia di sepoltura era diffusa soprattutto nei pressi della tomba di un martire, luogo ricercato dai primi cristiani per la loro ultima dimora.

Elenco delle catacombe

Le catacombe romane, in numero di quaranta nel suburbio, furono costruite lungo le vie consolari. La cura delle catacombe cristiane è affidata alla Pontificia Commissione di Archeologia Sacra, che dirige scavi e restauri. A Roma esistono anche catacombe ebraiche come quelle di Vigna Randanini e Villa Torlonia.

Mappa con indicate le principali catacombe

L'elenco, che segue, enuclea le catacombe e gli ipogei a partire dal colle Vaticano in senso antiorario fino alla via Flaminia.

Via Cornelia

I complessi funerari, presenti lungo questa via consolare, sono:

Via Aurelia

Il gruppo dei cimiteri cristiani che sorsero nei pressi della via Aurelia, una delle grandi strade che attraversavano Trastevere. Il complesso funerario più importante era quello di San Pancrazio; catacombe minori erano quelle dei Due Felici, Santi Processo e Martiniano e di Calepodio.

I complessi funerari, presenti lungo questa via consolare, sono:

Via Portuense

La via Portuense era la strada che dalla porta omonima conduceva a Porto, lo scalo marittimo costruito dall'imperatore Claudio (10 a.C.54 d.C.) per sopperire all'insufficienza di quello di Ostia. Arteria, perciò, a forte traffico commerciale, con monumenti funebri romani, cristiani ed ebraici ai suoi margini: un luogo celebre, sacro ai romani, era il bosco dei Fratres Arvales con il santuario della dea Dia, dove si riuniva l'importante collegio sacerdotale di cui sono stati ritrovati i fasti.[6] Gli ebrei scavarono una catacomba entro la collina di Monteverde[7] ed i cristiani avevano qui tre complessi funerari: il primo detto "Ad insalatos" (non ancora identificato); un secondo comunemente conosciuto con il nome di Ponziano; il terzo è il cimitero suburbicario di Generosa al VI miglio, presso il bosco dei Fratres Arvales.

I complessi funerari, presenti lungo questa via consolare, sono:

Via Ostiense

La via Ostiense era la strada che collegava Roma al mare, snodandosi lungo la riva sinistra del Tevere. Il santuario cristiano più celebre dell'area era quello di San Paolo; lì vicino erano collocati il sepolcro di San Timoteo e la piccola catacomba di Santa Tecla. Inoltre, su una strada laterale a sinistra della via Ostiense si trovava la catacomba di Commodilla.

I complessi funerari, presenti lungo questa via consolare, sono:

Via Ardeatina

Le catacombe cristiane sulla via Ardeatina, che partiva dalla porta omonima delle Mura Aureliane, erano: sulla destra il complesso funerario di Domitilla e quello suburbicario della Nunziatella; sulla sinistra la catacomba di Balbina, dove venne deposto il papa Marco (336) e quella dei Santi Marco e Marcelliano, dove era sepolto papa Damaso I (384).

I complessi funerari, presenti lungo questa via consolare, sono:

Via Appia

La regina viarum dell'antica Roma, lungo la quale sorgevano splendidi monumenti delle più importanti famiglie romane, conservò anche con l'avvento del Cristianesimo la sua preminenza. Ai suoi margini, fin dai primi secoli, vennero realizzate catacombe cristiane tra le più grandi dell'Urbe, nelle quali sorsero santuari famosi, come la Cripta dei papi in San Callisto e la memoria "Ad catacumbas", dove venne deposto san Sebastiano: quest'ultima, dopo la traslazione delle reliquie dei martiri all'interno della città, rimase l'unica ad essere ininterrottamente frequentata.

Si deve a Giovanni Battista de Rossi (1822 - 1894) il merito di aver individuato, in base alle fonti storiche ed alle testimonianze archeologiche, i vari complessi funerari e di aver, in gran parte, compreso il loro sviluppo topografico. Naturalmente non tutte le indicazioni dei documenti sono state chiarite: infatti, qui, come altrove, sono stati rinvenuti ipogei e catacombe non menzionate, o citati ma non ancora identificati.

I complessi funerari, presenti lungo questa via consolare, sono:

Via Latina

Lungo la via Latina, vi erano secondo le fonti vari complessi funerari cristiani, dei quali solo alcuni sono stati scoperti, come la catacomba dei Santi Gordiano ed Epimaco e quella di Aproniano, mentre altri non stati mai rinvenuti, come quella di Tertulliano.

Nel 1909, a poca distanza dalla catacomba di Aproniano, è stato scoperto l'ipogeo di Trebio Giusto e nel 1955, circostanze casuali, hanno condotto al ritrovamento di un altro sepolcro in via Dino Compagni. Inoltre, al X miglio della via Latina è stata scoperta una piccola catacomba, per questo detta "Ad Decimum".

I complessi funerari, presenti lungo questa via consolare, sono:

Via Labicana

La via Labicana che prende avvio da Porta Maggiore, eretta nel 52 d.C. dall'imperatore Claudio, corrisponde in gran parte con l'odierna via Casilina. Lungo il tratto urbano della strada venne scoperto nel 1919 l'ipogeo degli Aureli, decorato con interessanti scene di carattere sincretistico.

Sulla via Labicana il grande complesso funerario ricordato da tutte le fonti antiche è quello dei Santi Marcellino e Pietro

I complessi funerari, presenti lungo questa via consolare, sono:

Via Tiburtina

La via Tiburtina era, come ancora oggi, la strda che conduceva a Tivoli, partendo dalla porta omonima delle Mura Aureliane. Le fonti antiche menzionano due catacombe ai suoi margini: quello di San Lorenzo e l'altro di Sant'Ippolito. Una terza, non ricordata in alcun documento, venne scoperta nel 1926. Inoltre, tra i complessi funerari suburbicari, va ricordato quello di Santa Sinforosa al X miglio, notevole per la presenza di due edifici absidati.

I complessi funerari, presenti lungo questa via consolare, sono:

Via Nomentana

L'antica porta Nomentana, dalla quale iniziava la strada omonima, si trovava a destra dell'attuale porta Pia.

I complessi funerari, presenti lungo questa via consolare, sono:

Via Salaria Nova

In antico esistevano due vie Salarie, entrambe prendevano avvio inizialmente dalla porta Collina delle Mura Serviane, poi dalla porta omonima dal perimetro aureliano. La prima, detta Vetus, dopo un certo itinerario, raggiungeva l'altra, detta Nova, perché costruita in epoca successiva.

Sulla Salaria Nova, le fonti indicano quattro catacombe: Santa Felicita, Trasone, dei Giordani e Priscilla. Inoltre, menzionano al XXV miglio il cimitero di Sant'Antimo, non ancora individuato.

I complessi funerari, presenti lungo questa via consolare, sono:

Via Salaria Vetus

Gli Itinerari indicano lungo questa strada solo tre catacombe: San Panfilo, Sant'Ermete ed una terza denominata "Ad clivum Cucumeris", ma anche "Ad caput S. Iohannis" o "Ad Septem Palumbas", non ancora individuata.

I complessi funerari, presenti lungo questa via consolare, sono:

Via Flaminia

La via Flaminia iniziava dalla porta Ratumena delle Mura Serviane, a poca distanza dal Foro; successivamente dall'omonima porta del perimetro aureliano e seguiva un tracciato molto simile a quella moderna. Le fonti menzionano, ai margini di questa strada una sola catacomba: quella di San Valentino.

Lungo questa via consolare è presente un solo complesso funerario:


Note
  1. Leggi delle XII tavole, Tabula I, III
  2. A. Baruffa, op.cit, pp. 12 - 13.
  3. A. Baruffa, op.cit, p. 13.
  4. A. Baruffa, op.cit, p. 16.
  5. 5,0 5,1 5,2 5,3 Catacomba non identificata.
  6. I fasti sono conservati, per la maggior parte, nel Museo Nazionale delle Terme.
  7. La catacomba ebraica di Monteverde, scoperta da Antonio Bosio sulla via Portuense, poi dimenticata e, infine, rimessa in luce nel 1904, è andata del tutto rovinata a causa dello sfaldamento del tufo argilloso nel quale era realizzata.
  8. 8,0 8,1 Catacomba ebraica.
  9. Con il marcatore blu si identificano le catacombe ebraiche, con quello rosso le deposizioni comunitarie e con quello verde le deposizioni singole o famigliari. Cliccando col mouse sui marcatori si apre la pagina corrispondente.
Bibliografia
  • Antonio Baruffa, Le catacombe di San Callisto. Storia-Archeologia-Fede, Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano 2004 ISBN 9788820922894
  • Filippo Coarelli, Dintorni di Roma, in "Guide archeologiche Laterza", Editore Laterza, Bari 1981
  • Lijcien De Bruyne, L'arte cristiana nella Roma sotterranea, Roma 1953
  • F. W. Deichmann, Archeologia cristiana, Roma 1993
  • Giovanni Battista De Rossi, La Roma sotterranea cristiana, t. I-III, Roma 1864 - 1877
  • Leonella De Santis, Giuseppe Biamonte, Le catacombe di Roma, Editore Newton & Compton, Roma 2007, pp. 197 - 206 ISBN 9788881837403
  • Vicenzo Fiocchi Nicolai et al., Le catacombe cristiane di Roma. Origini, sviluppo, apparati decorativi, produzione epigrafica, Regensburg 1998
  • Orazio Marucchi, Le catacombe romane, Editore Libreria dello Stato, Roma 1933
  • Aldo Nestori, Repertorio topografico delle pitture delle catacombe romane, Editore Pontificia Commissione di Archeologia Sacra, Città del Vaticano 1975
  • Philippe Pergola, P.M. Barbini, Le catacombe romane, Roma 1997
  • J. Stevenson, The Catacombs: rediscovered monuments of Early Christianity, Editore Thames & Hudson, Londra 1978
  • Pasquale Testini, Le catacombe e gli antichi cimiteri sotterranei in Roma, Editore Cappelli, Bologna 1966
  • Pasquale Testini, Archeologia cristiana, Editore Edipuglia, Bari 1980
  • Giuseppe Wilpert, Roma sotterranea. Le pitture delle catacombe romane, Editore Desclee-Lefebvre-C.Edit, Roma 1903
Voci correlate
Collegamenti esterni
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Il contenuto di questa voce è stato firmato il giorno 3 aprile 2016 da Teresa Morettoni, esperta in museologia, archeologia e storia dell'arte.

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