Certosa della Santissima Annunziata in Collegno
Certosa della Santissima Annunziata in Collegno | |
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Collegno, Certosa Reale, complesso monumentale | |
Altre denominazioni | Certosa Reale di Collegno, Certosa di Collegno |
Stato | Italia |
Regione | Piemonte |
Provincia | Torino |
Comune | Collegno |
Diocesi | Torino |
Religione | Cattolica |
Indirizzo | Viale Martiri XXX Aprile, 30 10093 Collegno (TO) |
Posta elettronica | info@certosareale.it |
Sito web | |
Proprietà | Regione Piemonte |
Oggetto tipo | Certosa |
Dedicazione | Maria Vergine |
Sigla Ordine fondatore | O.Cart. |
Fondatore | Cristina di Borbone-Francia |
Data fondazione | 1641 |
Architetti |
Maurizio Valperga |
Inizio della costruzione | 1648 |
Completamento | 1737 |
Soppressione | 1855 |
Strutture preesistenti | Palazzo di Bernardino Data |
Altitudine | 320 s.l.m. |
Marcatura | Stemma di Carlo Emanuele III di Savoia |
Utilizzazione | Sede di uffici pubblici e aule scolastiche universitarie e Museo della Città |
Coordinate geografiche | |
Piemonte | |
La Certosa della Santissima Annunziata in Collegno, comunemente nota come Certosa Reale di Collegno o Certosa di Collegno, è un complesso monumentale, situato nell'omonimo comune in provincia di Torino, che ospitò un monastero certosino.
Storia
La costruzione del monastero collegnese verrà determinato da un conflitto: la morte di Vittorio Amedeo I di Savoia (1587-1637) e la presa del potere di sua moglie Cristina di Borbone-Francia (1606-1663), farà scoppiare una guerra civile con i fratelli del defunto duca, Maurizio (1593-1657) e Francesco Tommaso (1596-1656). Fuggita in Francia nella prima fase dei combattimenti, si recò in pellegrinaggio alla Grande Chartreuse di Grenoble per incontrarsi con il fratello, il re Luigi XIII (1601-1643), dove rimasta affascinata dalla spiritualità di quel luogo fece voto solenne a Maria Vergine di erigere una certosa presso Torino - che solo da pochi decenni era divenuta la capitale del ducato sabaudo - in cambio della pacificazione in Piemonte e della sua vittoria. La guerra si concluderà effettivamente nel 1642 con un trattato di pace, nel quale si sottoscrive che Cristina assumerà la reggenza in nome dei figli, per questo verrà chiamata "Madama Reale" e i cognati avranno il governo di alcune piazzeforti fondamentali per il controllo del ducato e saranno consultati nelle principali questioni politiche.
La duchessa tenne fede al voto espresso e per l'erezione della nuova Certosa viene quindi scelta Collegno, nella quale si trovava il palazzo costruito nel 1614 da Bernardino Data, ex tesoriere di casa Savoia caduto in disgrazia, che era in stato di abbandono ed era stato nel frattempo comprato dai conti Provana. Nel 1641 vengono anche acquistati dalla corona parte delle terreni, prati e boschi confinanti per estendere le pertinenze del monastero e iniziare i lavori. Nel medesimo anno i monaci certosini di un piccolo monastero di Avigliana furono chiamati a occuparsi della Certosa che venne dedicata all'Annunziata, patrona di Casa Savoia. L'erezione del complesso che prevedeva ampli spazi di terra per il mantenimento della comunità religiosa, ma che erano anche fondamentali per la sussistenza dei contadini della zona fu ben presto motivo di forti scontri con i collegnesi che si videro espropriati parte dei terreni agricoli utili al proprio sostentamento.
Il primo progetto fu affidato all'architetto Maurizio Valperga (1605 ca.-1688) e prevedeva un complesso imponente che avrebbe dovuto riflettere la grandiosità della dinastia, di cui rimane attestazione nel Theatrum Statuum Sabaudiae,[1] ma che non venne realizzato completamente, ma anzi fu notevolmente ridimensionato per l'insufficienza di risorse finanziarie messe a disposizione: solo nel 1648 venne posata la prima pietra della chiesa, dedicata alla Santissima Annunziata, ma la costruzione dell'intero complesso procederà lentamente.
La Certosa venne completamente ristrutturata e ampliata tra il 1725 e il 1737 per volontà del duca Vittorio Amedeo II di Savoia (1666-1732) e del successore Carlo Emanuele III (1701-1773), su progetto dell'architetto Filippo Juvarra (1678-1736).
Dopo la soppressione napoleonica della Certosa torinese con un decreto del 1801 che la faceva diventare bene demaniale, il complesso monastico fu abbandonato dai 37 monaci che lo abitavano. Con la Restaurazione e il ritorno dei Savoia alla guida del Piemonte, i certosini si reinsediarono nel monastero, che dal 1816 divenne la sede dell'Ordine Supremo della Santissima Annunziata (la più alta onorificenza del Regno sabaudo):[2] tuttora la chiesa della Certosa ne ospita le loro tombe.
Nel 1818 venne effettuato un restauro del complesso monastico per volere di Vittorio Emanuele I (1759-1824).
Già nel 1852, i certosini acconsentirono ad accogliere nei propri spazi alcuni reparti del Regio Manicomio di Torino, ma nel 1855, soppresso definitivamente il monastero, la Certosa venne trasformata in ospedale psichiatrico.[3] Nel 1856 le celle dei monaci furono abbattute per far posto agli enormi padiglioni, che ancora oggi si possono osservare, progettati dagli architetti Giovanni Battista Ferrante (1834-1913) e Luigi Fenoglio. L'anno successivo tutti gli immobili, compresi i terreni, appartenuti ai certosini entrarono a far parte delle pertinenze dell'ente ospedaliero. La Certosa inizia così una sua propria metamorfosi. I padiglioni vengono costruiti su tre piani e un piano sotterraneo, sotto il porticato del grande chiostro vengono montati dei binari sui quali veniva trasportata la biancheria pulita, sorgono anche degli edifici nei quali i pazienti possono svolgere alcuni lavori, miseramente retribuiti (30-35 centesimi al giorno). Alla fine degli anni Venti del secolo scorso, l'ospedale psichiatrico di Collegno arriverà a ospitare fino a 2.100 persone.
Dopo la dismissione dell'ospedale nel 1978 con la Legge Basaglia e l'abbattimento di parte del muro di cinta costruito nel XVII secolo, seguiti da un periodo di degrado, dal quale recentemente la Certosa sta uscendo, grazie a un imponente restauro che ha restituito alcuni edifici del complesso alla città, trasformandoli in sede di uffici pubblici e aule scolastiche universitarie, mentre per altri è in progetto la creazione di un museo.
Descrizione
Dell'enorme complesso monastico attualmente rimangono solo alcuni edifici e ambienti:
- Portale monumentale d'ingresso, edificato nel 1737, su disegno di Filippo Juvarra, per volontà di Carlo Emanuele III di Savoia in occasione delle sue nozze con Elisabetta Teresa di Lorena (1711-1741), che nella parte superiore presenta:
- al centro, stemma di Carlo Emanuele III di Savoia;
- ai lati, due statue raffiguranti l'Allegoria della Fede e della Carità.
- Chiostro grande, centro della vita monastica, edificato nel XVIII secolo e circondato da un portico con archi a tutto sesto che poggiano su 112 colonne doriche, ove prospettavano le 15 celle dei certosini, tutte demolite nel 1855 tranne una, quando fu trasformato in ospedale psichiatrico.
- Chiesa della Santissima Annunziata, all'interno della quale si notano:
- sulla volta, Gloria di san Bruno di Colonia (1835-1840), affresco di Amedeo Augero;
- nella cripta, sepolture di dieci Cavalieri dell'Ordine della Santissima Annunziata.
- Spezieria, costituita nel 1720, in uno degli ambienti più antichi della Certosa, successivamente utilizzato a "Sala della Presidenza" del "Regio Manicomio", nel quale si conservano ancora alcuni arredi lignei con mortai e albarelli che un tempo contenevano le erbe officinali.
Note | |
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Bibliografia | |
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Voci correlate | |
Collegamenti esterni | |
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