Cervo
Cervo | |
Maestranze ravennati, Due cervi si abbeverano alla fonte (secondo quarto del V secolo), mosaico; Ravenna, Mausoleo di Galla Placidia | |
Tipologia | Animale |
Etimologia | Dal latino cervus, che deriva dalla radice indoeuropea ker (testa) |
Significato | Anima che anela a Dio; il bene che trionfa sul male; prudenza |
Persone cristiane | |
Fonti bibliche e cristiane |
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Il cervo (in latino cervus, in ebraico 'ayyal ed in greco elaphos) è un animale selvatico, mansueto e prudente, caratterizzato da alte corna: simbolo dell'anima che anela a Dio, di Gesù Cristo che combatte e vince il demonio, del bene che trionfa sul male e della prudenza.
Il termine cervo deriva dal latino cervus, originato a sua volta dalla radice indoeuropea ker, che significa "testa".
Nella Bibbia
Il cervo, o la cerva (la femmina è priva di corna), vengono menzionati più volte nelle Sacre Scritture:
- Gen 49,21
- Dt 12,15.22;14,5;15,22
- 1Sam 22,34
- 1Re 5,3
- Gb 39,1
- Sal 17,34;22,1;42,2;28,9
- Pr 5,19;7,22
- Ct 2,7;3,5
- Is 35,6
- Ger 14,5
- Lam 1,6
- Ab 3,19
Il linguaggio biblico s'ispira spesso all'immagine del cervo:
- La bellezza e l'agilità del cervo sono decantate nella benedizione su Neftali (Gen 49,21 ), nei Salmi (Sal 18,34 ); ma, soprattutto, nel poema amoroso del Cantico dei Cantici, in cui la sposa definisce il suo sposo simile ad un cerbiatto (Ct 2,8-9 ). Con l'espressione della cerva che anela ai corsi d'acqua si figura l'anima che cerca Dio (Sal 42,2-3 ).
- Il parto delle cerve è ritenuto un fenomeno misterioso noto solo a Dio (Gb 39,1-2 ; Ger 14,5 ; Sal 29,7-9 ).
- L'animale, che, insieme con lo stambecco, il daino, l'antilope e il camoscio è annoverato tra gli animali puri per il popolo di Dio e la sua carne è ritenuta prelibata e lecita da mangiare (Dt 14,5;15,22 , 1Re 5,3 ); per tale motivo ricorre nelle scene venatorie (Pr 7,22-23 ).
Iconografia cristiana
L'animale viene citato nella Bibbia molte volte, ma l'iconografia cristiana ha preso spunto sopratutto dal Salmo 42,2.
Dalla metà del IV secolo si trovano opere che mostrano uno o più cervi che si dissetano al bordo di uno o più corsi d'acqua. Solitamente, La tradizione iconografica li presenta ai piedi di una montagna sormontata da una croce o da un altro simbolo cristiano: rappresentano allora coloro che desiderano abbeverarsi alla fonte del cristianesimo ed è così che il cervo divenne il simbolo del catecumeno che si preparare ad entrare nella Chiesa. Per questo, dal VI e VII secolo, come simbolo dei neofiti, se ne trovano rappresentazioni nei battisteri, sia in mosaico che scolpiti a bassorilievo, e persino in terracotta.
Nei bestiari medievali, riprendendo Plinio il Vecchio (23 – 79 d.C.),[1] si afferma che l'animale acerrimo nemico dei serpenti, per stanarli si riempie la bocca d'acqua, la versa nella tana e con un soffio li trascina fuori e li uccide calpestandoli con le zampe: allo stesso modo si comporta Gesù con il diavolo. L'iconografia sacra riprende tali concetti e nelle immagini del cervo che calpesta il serpente allude al trionfo del bene sul male.
Infine, il cervo può apparire come attributo della prudenza, in virtù della sua capacità di sfuggire ai predatori.
Santi correlati
Il cervo è utilizzato anche come attributo dei seguenti santi:
- san Giuliano l'ospitaliere;
- sant'Eustachio e sant'Umberto, con un crocifisso tra le corna.
Inoltre, un cervo o una cerva, trafitto da una freccia è connesso alla figura di sant'Egidio.
Galleria fotografica
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Note | |
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Bibliografia | |
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Voci correlate | |