Chiesa dei Santi Benedetto e Scolastica all'Argentina (Roma)

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Chiesa dei Santi Benedetto e Scolastica all'Argentina
Roma Ch.SS.Benedetto+Scolastica interno.jpg
Roma, Chiesa dei Santi Benedetto e Scolastica all'Argentina (interno)
Altre denominazioni Chiesa dei Santi Benedetto e Scolastica dei Norcini, Chiesa di San Benedetto della ciambella
Stato bandiera Italia
Regione bandiera Lazio
Regione ecclesiastica
Regione ecclesiastica Lazio
Provincia Roma
Comune Stemma Roma
Diocesi Roma
Religione Cattolica
Indirizzo Via di Torre Argentina, 71
00186 Roma (RM)
Telefono +39 06 6877180
Sito web Sito ufficiale
Oggetto tipo Chiesa
Dedicazione San Benedetto da Norcia
Santa Scolastica
Fondatore Arciconfraternita dei Santi Benedetto e Scolastica, Piermatteo Lucarucci
Data fondazione 1625
Stile architettonico Barocco, neoclassico
Inizio della costruzione 1625
Completamento 1986
Coordinate geografiche
41°53′49″N 12°28′35″E / 41.89682, 12.47625 Stemma Roma
Mappa di localizzazione New: Roma
Chiesa dei SS. Benedetto e Scolastica
Chiesa dei SS. Benedetto e Scolastica
Basilica di S. Pietro in Vaticano
Basilica di S. Pietro in Vaticano
Basilica di S. Giovanni in Laterano
Basilica di S. Giovanni in Laterano

La Chiesa dei Santi Benedetto e Scolastica all'Argentina, detta anche Chiesa dei Santi Benedetto e Scolastica dei Norcini o Chiesa di San Benedetto della ciambella,[1] è un edificio di culto di Roma, situato nel centro storico della città, nel rione Sant'Eustachio; questa è la chiesa regionale dei nursini.

Storia

All'inizio del XVII secolo gli abitanti di Norcia che commerciavano a Roma la carne suina,[2] istituirono una Confraternita dedicata a san Benedetto (480-547) e a santa Scolastica (480-547), loro concittadini.

La Confraternita fu approvata nel 1615 da papa Paolo V (1605-1621) ed elevata nel 1623 ad Arciconfraternita dal suo successore, Gregorio XV (1621-1623).

Nel 1622, Piermatteo Lucarucci, membro fondatore della Confraternita, lasciò per testamento al sodalizio un piccolo edificio di sua proprietà del quale aveva già concesso nel 1619 un ambiente che era stato adattato a oratorio. Il fabbricato divenne presto sede della fraternita e residenza del canonico, mentre l'oratorio al piano terreno nel 1625 fu trasformato in piccola chiesa riccamente decorata, ma poi completamente spogliata di ogni arredo e opera d'arte nel 1798 durante l'occupazione francese della città.

L'Arciconfraternita, soppressa nel 1816 da Pio VII (1800-1823), fu ricostruita da Gregorio XVI (1831-1846) e la chiesa, restaurata, nel 1841, venne riaperta al culto.

Nuovamente depredata, durante la Repubblica Romana nel 1849, fu ristrutturata all'epoca di Pio IX (1846-1878) e del suo successore Leone XIII (1878-1903).

Nel 1960 l'Arciconfraternita si estinse e la chiesa passò sotto la diretta amministrazione del Diocesi di Roma. Divenne deposito del Centro Oratori Romani. Dopo varie richieste dei nursini residenti a Roma, la chiesa e il palazzo Lucarucci furono riconsegnati dal Vicariato alla loro comunità regionale, perché ne diventasse il riferimento religioso, spirituale e sociale.

Il 25 dicembre 1980 Santi Benedetto e Scolastica venne riaperta al culto e, tra il 1982 e il 1986, ne seguirono lunghi e complessi lavori di restauro. Nel 1984 fu ricostituita l'Arciconfraternita, che ancora oggi la gestisce.

La chiesa attualmente è luogo sussidiario di culto della parrocchia di Santa Maria in Aquiro.

Descrizione

Esterno

Chiesa dei Santi Benedetto e Scolastica all'Argentina, portale d'ingresso

Sulla facciata della sede dell'Arciconfraternita, a due piani con tre finestre su ogni livello, si apre un elegante portale d'ingresso alla chiesa incorniciato e sovrastato da un tondo con l'iscrizione dedicatoria, sviluppata su tre righe concentriche:

(LA) (IT)
« DIVIS BENEDICTO ET SCHOLASTICAE PATRONIS ORDO ET POPULUS NURSINUS / A.D. MDCXIX » « La magistratura e il popolo di Norcia ai santi patroni Benedetto e Scolastica. Anno del Signore 1619 »

Interno

L'interno della chiesa, ad unica navata trapezoidale, presenta al centro due pilastri che separano la parte anteriore coperta da una volta a botte dalla parte antistante l'altare a copertura piana.

Nell'apparato decorativo ottocentesco delle pareti e dei soffitti si leggono i nomi di Pio IX e Leone XIII, e la data dei restauri: 1878. All'altare barocco, in marmi policromi, si conserva un'interessante pala raffigurante:

Note
  1. L'archeologo Mariano Armellini (18521896) così spiega questo curioso nome:
    « Il cardinale della Valle, incapricciandosi di cavar tesoro, fece cavare nelle terme di M. Agrippa nelle quali vi trovò una gran corona civica imperiale di metallo dorato, e perché avea simiglianza di certe ciambelle che a quel tempo si vedevano per Roma, quelli cavatori dissero: "Ecco una ciambella"; e per avere la mancia corsero al cardinale dicendoli: "Havemo trovato una ciambella di bronzo", e di lì a poco venendoci ad abitare un oste fece per insegna la detta ciambella; ed in questo modo è stato sempre chiamato la ciambella. »
  2. Da Norcia arrivavano tradizionalmente, a Roma, i macellai, tanto che, per antonomasia, ancora oggi questi sono chiamati "norcini". La loro attività aveva carattere di migrazione stagionale (da ottobre a marzo) legata, in particolare, alla macellazione annuale del maiale e alla lavorazione della sua carne per farne prosciutti e salumi, che è perdurata fino gli anni Cinquanta quando si sono diffusi i frigoriferi.
Bibliografia
  • Mariano Armellini, Le chiese di Roma dal secolo IV al XIX, Roma, 1891, p. 457
  • Ferruccio Lombardi, Roma. Chiese, conventi, chiostri. Progetto per un inventario, 313-1925, Edil Stampa, Roma, 1993, p. 197
  • Claudio Rendina, Le Chiese di Roma. Storia e segreti, col. "Tradizioni italiane", Newton & Compton, Roma, 2017, p. 46, ISBN 9788854188358
Voci correlate
Collegamenti esterni
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Il contenuto di questa voce è stato firmato il giorno 25 giugno 2021 da Teresa Morettoni, esperta in museologia, archeologia e storia dell'arte.

Il firmatario ne garantisce la correttezza, la scientificità, l'equilibrio delle sue parti.