Erico di Auxerre

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Erico di Auxerre, O.S.B.
Presbitero
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battezzato
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Nascita 840 ca.
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Vestizione 850
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Ordinazione presbiterale 865
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Incarichi ricoperti
Emblem of the Papacy SE.svg Informazioni sul papato
° vescovo di Roma
Elezione
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(per causa incerta o sconosciuta)
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Erico di Auxerre Heiric d'Auxerre (840 ca.; † 875 ca.) è stato un presbitero, letterato e teologo francese.

La biografia di Erico di Auxerre è abbastanza nota, grazie alle note autografe che ha lasciato in un calendario liturgico, così come da vari indizi che appaiono nelle sue opere, in particolare nella sua Collectanea.

Il suo luogo esatto di nascita è sconosciuto, ma probabilmente proveniva dalla Borgogna, da un luogo vicino ad Auxerre (forse anche da questa città). Fu offerto dai genitori come oblato all'abbazia di San Germano intorno all'848, all'epoca della costruzione della nuova cripta da parte dell'abate laico Corrado, zio di Carlo il Calvo. Erico ricevette la tonsura nel Natale dell'850 e fu ordinato suddiacono il 22 settembre 859.

Frequentò i corsi di Aimone di Auxerre dall'855 all'859, da questi ricevette principalmente insegnamenti teologici, poi quelli, più orientati verso le discipline umanistiche classiche, di Loup de Ferrières presso l'abbazia dei Santi Pietro e Paolo di Ferrières dall'859 fino alla morte del maestro nell'862.

Tra l'862 e l'865 la sua vita è meno conosciuta: pare sia stato allievo a Laon dell'irlandese Elie, dove acquisì una modestissima conoscenza del greco, per poi soggiornare a Soissons, alla corte di Carlo il Calvo e in contatto con la cerchia erigeniana[1].

Fu ordinato sacerdote nell'865 e tornò ad Auxerre. Succedette a Haymon, che era diventato abate di Cessy-les-Bois, come maestro della scuola dell'abbazia di Saint-Germain dall'865 fino alla sua morte intorno all'876. Nell'875 si perde ogni traccia di lui: la sua ultima nota nel calendario del manoscritto di Melk indica la morte dell'imperatore Ludovico II il Giovane nell'875, ma non menziona la morte dell'imperatore Carlo il Calvo nell'877.

Erico ebbe tra i suoi allievi Remigio di Auxerre; una parte importante dei commenti agli autori latini le cui opere Erico insegnò fu trasmessa non direttamente ma riportata nei commentari di Rémi d'Auxerre.

Erico occupa un posto importante nella storia dei testi classici: pubblicò raccolte di estratti da Valerio Massimo e Svetonio, e fu anche il primo ad aver usato gli estratti di Petronio che circolavano in un volume, ora a Berna (scritto circa nell'870) e gli va attribuita una raccolta di testi rari, sopravvissuta in un codice scritto ad Auxerre negli anni dall'860 all'862 e da lui stesso postillato.

La sua opera principale fu una Vita metrica di San Germano di Auxerre, considerata uno dei migliori poemi agiografici dell'epoca, che dedicò intorno all'876 a Carlo il Calvo. Scrisse anche i Miracula S. Germani in prosa.

Alla direzione di Erico sono attribuite le glosse alle Categoriae decem[2], influenzate dall'opera di Giovanni Scoto Eriugena.[3]

Note
  1. Franz Brunhölzl, Histoire de la littérature latine du Moyen Âge, tome 1, vol. 2, L'Époque carolingienne, Brepols, 1991, p. 236.
  2. Note anche come Paraphrasis Themistiana, erano attribuite a Sant'Agostino, ma la critica moderna le ritiene opera di Temistio. Sono state edite da Lorenzo Minio-Paluello, Categoriae vel Praedicamenta. Translatio Boethii, Editio Composite, Translatio Guillelmi de Moerbeka, Lemmata e Simplicii commentario decerpta, Pseudo-Augustini Paraphrasis Themistiana, Bruges-Parigi, Desclée De Brouwer, 1961.
  3. Sono state pubblicate da John Marenbon in From the Circle of Alcuin to the School of Auxerreː Logic, Theology and Philosophy in the Early MIddle Ages, Cambridge, Cambridge University Press, 1982, "Appendix 3. Glosses to the Categoriae Decem", pp. 173-206.
Collegamenti esterni