Filiberto Guala
Filiberto Guala, O.C.S.O. Presbitero | |
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Età alla morte | 93 anni |
Nascita | Montanaro (TO) 18 dicembre 1907 |
Morte | Albano 24 dicembre 2000 |
Professione religiosa | Frattocchie, 1962 |
Ordinazione presbiterale | 1967 |
Filiberto Guala (Montanaro (TO), 18 dicembre 1907; † Albano, 24 dicembre 2000) è stato un religioso italiano, appartenente all'Ordine dei Cistercensi della Stretta Osservanza (Trappisti), dopo essere stato per due anni amministratore delegato della RAI.
Biografia
Universitario
Si laureò in Ingegneria al Politecnico di Torino nel 1929. Membro della FUCI, ebbe come direttore spirituale don Giovanni Battista Montini, futuro papa Paolo VI, al quale confidò la sua intenzione di diventare sacerdote; Montini lo dissuase, dicendogli:
« | Lei deve essere un buon ingegnere e non un prete. La Chiesa ha bisogno di laici che abbiano delle posizioni determinanti nella struttura del Paese. » |
Nel 1938 entrò in contatto con San Luigi Orione, di cui divenne grande amico; l'incontro con questi segnò profondamente la sua vita. Furono suoi amici anche Giorgio La Pira, Giuseppe Dossetti, Giuseppe Lazzati.
Amministratore delegato della RAI
Nel 1954 approdò alla RAI, dove restò due anni con la carica di amministratore delegato. Qui favorì l'assunzione di un gruppo di giovani laureati[1], per lo più di estrazione cattolica, ma anche di diversa provenienza, purché meritevoli sul piano culturale. Guala aveva in mente una TV che rispecchiasse, a livello della comunicazione di massa, la tradizione storica e culturale della ricca eredità cristiana, tipica del popolo italiano. Era convinto della superiorità delle idee sulle istituzioni, e in nome di una salda matrice religiosa, concepiva il video come un modo per migliorare gli italiani.
Gianfranco Bettetini, regista, sceneggiatore e per molti anni direttore dell'Istituto di Scienze delle Comunicazioni e dello Spettacolo alla Cattolica di Milano, faceva parte del gruppo dei corsari, e così ricorda Guala:
« | Era un uomo eccezionale, molto determinato, che purtroppo fu sconfitto da forze molte più forti di lui, fra cui anche la massoneria; così fu emarginato e tutti i suoi piani bloccati. La sua idea era di realizzare una RAI seria, capace di fare un'informazione corretta. Sapeva dove voleva arrivare. Tutte le accuse di essere un bacchettone, o di aver fatto un decalogo per censurare gli spettacoli, non sono assolutamente vere. » |
Sergio Zavoli, giornalista e scrittore, evidenzia che
« | Guala concepiva il medium elettronico come un vero servizio pubblico. Si pronunciò per un'etica fondata su una preliminare, intransigente difesa di valori riconoscibili nella persona umana, divenendo presto un personaggio al di fuori di un processo storico che stava chiedendo anche ai credenti, senza distinzioni, di dare una più aggiornata interpretazione alla loro militanza etico-politica. Di Guala si vorrebbe conservare la memoria di un codice deontologico applicato in forme rigorose, cioè con modalità che hanno finito per essere il sigillo del suo sentire, insieme, civile e interiore. Da allora molte cose sono cambiate. Alla televisione, oggi, nessuno chiederebbe più di praticare una sorta di pedagogia virtuosa. » |
I giovani intellettuali portati alla RAI avrebbero dovuto, nelle intenzioni di Guala, ringiovanire l'azienda, ancora troppo legata a personalità provenienti dall'EIAR. Eppure, nonostante queste idee innovative, Guala viene presto messo da parte: la vecchia guardia dell'EIAR non condivideva la sua politica culturale, consistente nel dare ai programmi un livello più alto e insieme più radicato nella cultura popolare. Ciò portò Guala a dimettersi dalla RAI il 28 giugno 1956.
Trappista
Nel 1960, a cinquantatré anni di età, entrò nel monastero trappista delle Frattocchie, e nel 1967 fu ordinato presbitero.
Nel 1972 ristrutturò il monastero della Madonna della Fiducia a Morozzo (Cuneo), ove poi visse come eremita sino al 1984, quando, ormai anziano, fu costretto a fare ritorno al monastero per problemi di salute.
Morì all'ospedale Regina Apostolorum di Albano il 24 dicembre 2000.
Note | |
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Bibliografia | |
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Voci correlate | |
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