Giulio Aleni
Giulio Aleni o Alenis, S.J. Presbitero | |
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Età alla morte | 67 anni |
Nascita | Brescia 1582 |
Morte | Yanping 10 giugno 1649 |
Ordinazione presbiterale | Roma, 1608 ca. |
Giulio Aleni o Alenis (Brescia, 1582; † Yanping, 10 giugno 1649) è stato un presbitero, missionario e matematico italiano. Conosciuto in Cina come Ai Ru-lue (艾儒略), fu soprannominato Confucio dell'Occidente. Discepolo di Matteo Ricci, adottò costumi e abitudini di vita cinesi e si impadronì con ampiezza della difficile lingua, scrivendo 29 opere, con le quali contribuì alla trasmissione della tradizione spirituale e delle conoscenze scientifiche europee in quel lontano paese.
Biografia
Fu battezzato nella parrocchia di santa Maria Calchera, il nome della madre era Francesca della nobile famiglia degli Ugoni. I registri parrocchiali sono andati perduti e non se ne conosce la data di nascita. Dopo gli studi primari avuti privatamente, a quindici anni proseguì gli studi superiori nel collegio di Sant'Antonio della sua città. Entrò nella Compagnia di Gesù come novizio a Novarella il 1 novembre 1600. Nel 1602 fu inviato dai suoi superiore a Parma per gli studi di filosofia. Nel 1605 si trasferì a Bologna, dove studiò umanistica per due anni. Nel dicembre del 1607 fu a Roma per completare gli studi teologici, presso il Collegio Romano dove fu allievo di Cristoforo Clavio, matematico e astronomo tedesco, noto soprattutto per il suo contributo alla definizione del calendario gregoriano. In quella città fu probabilmente ordinato sacerdote l'anno seguente.
Inviato missionario in Cina nel 1610, sbarcò a Macao, dove, attendendo di entrare nel paese, insegnò le matematiche e scrisse le sue osservazioni sull'eclissi di luna dell'8 novembre 1613. Penetrato finalmente nell'impero cinese nel 1613, fu il primo a evangelizzare lo Jiangxi.
Per molti anni Giulio Aleni studiò intensamente la lingua e la cultura della Cina condividendo le vicende, anche drammatiche, delle prime comunità cristiane fondate dai suoi confratelli gesuiti. Dal 1625, l'attività di padre Aleni si spostò verso una zona costiera dell'Impero cinese, nella provincia del Fujian. Riuscì così in breve tempo a fondarvi venti centri cattolici, contando annualmente da 800 a 900 battesimi.
Esilio e morte
Per la questione dei riti cinesi, ebbe a soffrire l'esilio nel 1638. Riuscì però a rientrare il 14 giugno dell'anno seguente, richiamato dal nuovo governatore Ko las-Chan, suo amico; rimase nel Fujian fino alla conquista tartara. Padre Aleni fu nominato nel 1641 vice provinciale della Cina meridionale. Quando nel 1644 la dinastia Ming venne travolta, si riaccese più violenta la persecuzione. Grazie all'aiuto di molti amici cinesi, nell'ottobre 1646 fuggì a Po Yang e in seguito trovò rifugio a Yanping. Qui vecchio e spossato da grave malnutrizione e malato, portò avanti il suo apostolato fino alla sua morte 10 giugno[1] 1649. La sua bara fu trasferita a Fuzhou dove fu inumato su di una collina che divenne in seguito il cimitero dei cattolici di quella città.
Opere
Le sue opere, comparse sotto il suo nome cinese di Ai Ju-lio in numero di 29, secondo il Cordier, furono pubblicate tutte in cinese, e sono tuttora ristampate. Un elogio dell'attività apostolica di padre Aleni, scritto nel 1641 da un sottoprefetto cinese Tso, è stato recentemente pubblicato dal Wieger.
È assai importante la traduzione della vita di Cristo di padre Jerónimo Nadal, dove vi compaiono riprodotte da incisori cinesi le incisioni dei Wierix. Altri suoi scritti sono di argomento geografico; fu il primo europeo che scrivesse in cinese un trattato di geografia universale; Aleni è pure autore di un noto mappamondo che riprende quello del confratello Matteo Ricci e si intitola Wan-kuo ch'uan-t'u, (Mappa completa di tutte le Nazioni), pubblicato intorno al 1620. È infine da ricordare l'importante biografia che egli scrisse del padre Matteo Ricci, del quale era stato discepolo.
Note | |
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