L'avventura di un povero cristiano (libro)

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L'avventura di un povero cristiano
I.Silone AvventuraPoveroCristiano 1968.jpg

Copertina del libro
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Nazione bandiera Italia
Lingua originale italiano
Autore Ignazio Silone
Editore Mondadori
Datazione 1968
Luogo edizione Milano
Genere romanzo storico
Ambientazione Geografica
  • Abruzzo
  • Roma
  • Fumone
Ambientazione Storica 1294 - 1296
Personaggi principali:
Adattamento teatrale L'avventura di un povero cristiano (1968) di Ignazio Silone
Adattamento televisivo L'avventura di un povero cristiano (1974) di Ottavio Spadaro
Premi
  • Premio Campiello (1968)
  • Premio Moretti d'oro (1968)

L'avventura di un povero cristiano è un romanzo storico scritto da Ignazio Silone (1900 - 1978) e pubblicato a Milano nel 1968.

Il libro è scritto in forma dialogata, perché l'opera doveva essere adattata ad una rappresentazione teatrale.

Trama

La storia si sviluppa prevalentemente in Abruzzo fra i contadini ed i pastori della Maiella.

Il racconto inizia con il tessitore Matteo e sua figlia Concetta che attendono alcuni frati, umili e poveri, discepoli di un certo Pietro da Morrone, un eremita della Maiella che vive in preghiera e penitenza, come un vero cristiano.

San Francesco d'Assisi è morto da alcuni decenni e la Chiesa è nettamente divisa in due: quella secolare, della gerarchia, e quella del popolo che ha fede nel Vangelo. Fra Pietro appartiene proprio a questa Chiesa che cerca di mettere in pratica l'insegnamento di Gesù Cristo: la rinuncia ai beni terreni, l'amore per il prossimo, l'umiltà ed il sacrificio.

Siamo nel 1294 e sono già trascorsi due anni da quando è morto il papa Niccolò IV, lasciando la cattedra di Roma vacante. Nel conclave di Perugia si scontrano due potenti famiglie rivali: Orsini e Colonna. La Chiesa ha bisogno di una guida e sembra un grande miracolo, quando, dopo tante attese deluse, lo Spirito Santo illumina i cardinali che eleggono proprio fra Pietro Angeleri. Il frate, inizialmente, esita, ma poi dopo lunga meditazione accetta diventando papa Celestino V.

La città di Sulmona è in festa, di fronte ad un Papa che ama gli umili e i poveri, perché lui stesso è umile. Ben presto però il potere schiaccerà Celestino V che sarà e si sentirà sempre più solo nella curia romana.

Celestino V comprende che non è fatto per il potere e, benché avesse accettato di essere papa con l'obiettivo di ricondurre la Chiesa sulla via del Vangelo, si dichiara sconfitto. L'avventura di questo personaggio storico termina con l'abdicazione al soglio pontificio ed il ritorno alla vita eremitica, ma in seguito al "gran rifiuto"[1] Pier Celestino sarà ricercato dalle autorità e, dopo un periodo di vita nascosta nel Gargano, sarà portato dal nuovo papa Bonifacio VIII (il cardinal Caetani), che lo terrà prigioniero.

L'ultima parte del romanzo è dedicata ad un lungo dialogo fra Bonifacio VIII e Pier Celestino in cui si evidenziano le due differenti concezioni di Chiesa.

Note
  1. L'espressione "gran rifiuto" è utilizzata da Dante Alighieri rispetto ad un personaggio nel III Canto dell’Inferno, identificato dalla critica con papa Celestino V, del quale dice:
    « Poscia ch'io v'ebbi alcun riconosciuto,
    vidi e conobbi l'ombra di colui
    che fece per viltade il gran rifiuto. »
Bibliografia
  • Comoglio Anna, L'avventura di un povero cristiano, in "Dizionario dei Capolavori", vol. 1 (a - f), Editore Garzanti, Torino 1994, pp. 128 - 129.
Voci correlate