Madonna con Gesù Bambino in gloria tra santi (Andrea del Sarto)
Andrea del Sarto, Madonna con Gesù Bambino in gloria tra santi (1526 - 1527), olio su tavola | |
Pala di Gambassi | |
Opera d'arte | |
Stato | Italia |
Regione | Toscana |
Regione ecclesiastica | Toscana |
Provincia | Firenze |
Comune | Firenze |
Diocesi | Firenze |
Ubicazione specifica | Palazzo Pitti, Galleria Palatina |
Uso liturgico | nessuno |
Comune di provenienza | Gambassi Terme (Firenze) |
Luogo di provenienza | Monastero dei Santi Lorenzo e Onofrio |
Oggetto | pala d'altare |
Soggetto | Madonna con Gesù Bambino in gloria tra san Lorenzo, sant'Onofrio, san Giovanni Battista, santa Maria Maddalena, san Rocco e san Sebastiano |
Datazione | 1526 - 1527 |
Ambito culturale | |
ambito fiorentino | |
Autore | Andrea del Sarto (Andrea d'Agnolo) |
Materia e tecnica | olio su tavola |
Misure | h. 209 cm; l. 176 cm |
La Madonna con Gesù Bambino in gloria tra santi è una pala d'altare, eseguita tra il 1526 ed il 1527, ad olio su tavola, a Andrea d'Agnolo, detto Andrea del Sarto (1486 – 1531), proveniente dal Monastero dei Santi Lorenzo e Onofrio di Gambassi Terme (Firenze) ed ora conservata nella Galleria Palatina di Palazzo Pitti di Firenze.
Descrizione
Soggetto
Il dipinto ha come soggetto una Sacra conversazione, nella quale compaiono:
- al centro, Madonna con Gesù Bambino in gloria: Maria Vergine è seduta su un invisibile trono di nubi, che sembra retto da alcuni angeli, sorregge il Bambino in piedi sulle ginocchia, che si protende verso lo spettatore con un gesto benedicente;
- a sinistra:
- sant'Onofrio, che ricorda un uomo selvaggio;
- san Lorenzo, con la dalmatica e la graticola, qui presente sia come santo titolare del monastero gambassino, sia come patrono dei bicchierai;
- san Giovanni Battista, inginocchiato, la cui presenza ricorda invece la fedeltà della comunità gambissina a Firenze, del quale era patrono.
- a destra:
- san Rocco, con in mano il bordone, è protettore contro la peste;
- san Sebastiano con le frecce in mano, patrono di Gambassi e anche lui è protettore contro la peste;
- santa Maria Maddalena, inginocchiata, a cui le monache benedettine erano particolarmente devote.
Note stilistiche, iconografiche ed iconologiche
- Si tratta di una sacra conversazione rispettosa della tradizione, ma con alcune novità, che ne aggiornano garbatamente gli schemi, rielaborando motivi già trattati dall'artisti. Lo schema piramidale, della tradizione fiorentina, è sviluppato in profondità ed ha alla base due santi inginocchiati, a sinistra san Giovanni Battista e a destra santa Maria Maddalena, il primo rivolto verso lo spettatore e la seconda verso Maria, in un'equilibrata complementarità di posa.
- Lo sfondo è nebbioso, con uno spiraglio luminoso al centro, dietro la Madonna. In generale i colori sono smorzati e accordati a tonalità insolite e disarmoniche, tramite le quali l'artista esprimeva le inquietudini di rinnovamento della sua epoca.
- La definizione anatomica dei santi è splendida, con l'incarnato di sant'Onofrio, di san Sebastiano o la schiena di san Giovanni Battista, ma anche, ad esempio, nel perfetto scorcio delle gambe di Maria Vergine. I panneggi sono illuminati da una luce forte, che crea riflessi cangiati ed evidenzia la pieghettatura "accartocciata", derivata dall'esempio di Dürer, allora molto popolare anche a Firenze.
Notizie storico-critiche
La pala d'altare, ricordata da Giorgio Vasari,[1] venne commissionata per il Monastero dei Santi Lorenzo e Onofrio di Gambassi (Firenze), retto da monache benedettine fino alla sua soppressione, ad Andrea del Sarto da suo un amico, Domenico di Jacopo di Matteo (o Maffeo) da Gambassi, detto Becuccio bicchieraio, vetraio gambassino emigrato a Firenze. Infatti, nella predella, il pittore ha inserito i ritratti del committente e di sua moglie, opere che oggi sono conservate nell'Art Institute di Chicago (USA).
Nel 1576, in occasione di una visita pastorale del vescovo di Volterra, il dipinto è ancora attestato nel monastero di Gambassi, mentre da alcuni documenti sappiamo che già nel XVII secolo era entrato nelle raccolte medicee.
Il dipinto venne eseguito da Andrea del Sarto, sicuramente, dopo il suo ritorno da Luco del Mugello (1523) e in ringraziamento per la fine della pestilenza del 1523 - 1524, è per questo databile tra il 1526 e il 1527.
Note | |
Bibliografia | |
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Voci correlate | |
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