Abbazia imperiale di Stavelot-Malmedy

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Coordinate: 50°23′N 5°56′E / 50.383, 5.933

Abbazia imperiale di Stavelot-Malmedy
Dati amministrativi
Lingue ufficiali fiammingo
Lingue parlate
Capitale Stavelot
Altre capitali Malmedy
Politica
Forma di Stato Abbazia imperiale del Sacro Romano Impero
Forma di governo
Nascita 651
Causa Fondazione della abbazia di Stavelot
Fine 1795
Causa Rivoluzione francese
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Evoluzione storica
Preceduto da Regno dei Franchi
Succeduto da Francia

Il principato di Stavelot-Malmedy fu una abbazia imperiale facente parte del Sacro Romano Impero e governata dal principe abate dell'abbazia di Stavelot, che detenne il potere temporale e spirituale del territorio a partire dal 651, data di fondazione dell'abbazia. Il principato si estendeva su circa seicento chilometri quadrati e, era assieme al Ducato di Bouillon e al Principato di Liegi, uno dei tre regni che storicamente non fecero mai parte dei Paesi Bassi meridionale.[1]. La configurazione del principato era molto frastagliata e con varie enclavi nei regni vicini.

Abbazia di Stavelot

L'Abbazia di Stablo (o di Stavelot) era un'abbazia benedettina sita a Stablo (Stavelot) nei pressi di Liegi, oggi in Belgio); essa faceva parte delle abbazie imperiali di Stablo-Malmedy.

Fu fondata nel 648 da San Remaclo, abate di Solignac, al quale re San Sigeberto III aveva concesso il diritto di fondare un'abbazia. Remaclo ne fondò addirittura due sul terreno concessogli: oltre a quella di Stablo, nel 650 fondò l'abbazia di Malmedy. Remaclo fu sepolto a Stablo e le sue reliquie furono inumate nella chiesa di San Sebastiano di Stavelot.

Le due abbazie di Stablo e di Malmedy furono, fin dalla loro fondazione, in stretta unione. Sotto gli abati Odilo (936 - 954) e Poppo (1020 - 1048) Stablo divenne uno dei centri più importanti del movimento riformatore di Cluny.

Successivamente l'imperatore Enrico IV sottomise Stablo a Malmedy; giunse poi alla chiusura durante la rivoluzione francese, verso la fine del XVIII secolo. Nel 1795 la zona divenne parte del dipartimento francese della Ourthe e dal 1796 furono secolarizzate e le loro proprietà a poco a poco alienate. Dopo il Congresso di Vienna Stavelot divenne olandese e nel 1830 belga.

Abbazia di Malmedy

L' Abbazia di Malmedy, detta anche Malmody o Malmünde, fu un'abbazia benedettina fondata a Malmedy, presso Liegi in Belgio. Fondata nel 650 da San Remaclo, venne secolarizzata nel 1796.

L'abate del monastero di Solignac, Remaclo, chiese al re merovingio Sigeberto III la possibilità di fondare una nuova abbazia. Il vescovo concesse poi l'autorizzazione ad unire ai territori dell'abbazia anche quelli dell'abbazia di Stavelot. A livello diocesano, ad ogni modo, Stavelot dipendeva dal vescovo di Liegi e Malmedy dall'arcivescovo di Colonia, il che rendeva il potere dell'abate alquanto relativo sui territori governati.

Fu l'imperatore Enrico IV nell'XI secolo a unire definitivamente le giurisdizioni di Malmedy e Stavelot, divenendo un principato abbaziale. Nel 1795 Malmedy venne conquistata dalle forze rivoluzionarie francesi e nel 1815 passò alla Prussia cui appartenne sino al 1920, quando divenne parte del Belgio.

Nel 1796 l'abbazia cessò ogni attività giurisdizionale e religiosa.

Storia e arte

Nel 685 l'abate Godoino edificò la chiesa abbaziale dedicata a santi Martino, Pietro e Paolo, dove vennero riposte le reliquie del santo fondatore.

Nel VII secolo le due abbazie ottennero l'immunità dalle case reali merovingia e carolingia.

Con l'abate Poppo I nella prima metà del XI secolo venne edificata una nuova chiesa che venne consacrata in presenza dell'imperatore Enrico III il 5 giugno del 1040.

Nel secolo successivo fu l'abate Wibaldo a svolgere un importante ruolo politico nella storia del suo tempo. Si suppone che di ritorno da una sua missione diplomatica alla corte bizantina abbia riportato due piccoli reliquiari, che furono composti all'interno di un pregevole trittico di arte orafa mosana.

Reliquiario della Vera Croce di Stavelot

Reliquiario della Vera Croce (1156–58). 48×66 cm con gli sportelli aperti, oggi presso The Morgan Library & Museum, New York

Il reliquiario è un capolavoro dell'arte orafa mosana, di stile romanico. L'opera è formata da un trittico che racchiude al suo interno, altri due trittici molto più piccoli, disposti uno sopra l'altro, attualmente attorniati da uno sfondo in velluto nero, che non era la composizione originale. Il trittico più grande nella parte inferiore contiene due frammenti della Vera Croce composti a croce, mentre quello più piccolo nella parte superiore contiene reliquie di frammenti della Vera Croce, del Santo Sepolcro e della Veste di Maria. Mentre il trittico esterno è frutto dell'arte orafa nord europea, i due reliquiari interni sono stati prodotti in ambito culturale bizantino, questo permette di compararne gli stili, anche grazie alla magnifica presentazione in reti del museo americano, che ne permette una visione sin nei particolari più minuti[2]

Il reliquiario rimase custodito nell'abbazia di Stavelot fino alla sua soppressione nel 1792, durante la rivoluzione francese. L'ultimo abate principe Célestin Thys lo potò con se in Germania. L'opra fu acquistata da un mercante d'arte londinese e venduta a J.P. Morgan nel 1910[3].

Abati di Malmedy e Stavelot (637-1794)

  • Remaclo (ca. 637-652)
  • Papolino I. (652-ca. 660)
  • Sigolino ca. 660-ca. 666
  • Godoino ca. 666-ca. 675
  • Papolino II ca. 675- ?
  • Rabangardo I ca. 710
  • Abolino
  • Crodmaro
  • Amalgero
  • Amingero (o Floriberto)
  • Anglino (727-746)
  • Agilolfo (746-750)
  • Alberico (750-779)
  • Sigardo (779-791)
  • Witando (791-815)
  • Absalomo (815-816)
  • Ando (816-836)
  • Ratoldo (836-840)
  • Harondo (840-844)
  • Ebbo I (844-845)
  • Ebbo II (845-867)
  • Hartgaro (867-880)
  • Adelardo I (880-890)
  • Linfredo (890-898)
  • Riccardo (898-905)
  • Raginero (905-913)
  • Eberardo (913- ?)
  • Giselberto (? -939)
  • Corrado I (939-952)
  • Odilo (952-954)
  • Werinfredo (954-986)
  • Rabangardo II (986-1008)
  • Bertram (1008-1020)
  • Poppo I (1020-1048)
  • Teodorico (1048-1080)
  • Rodolfo (1080-1097)
  • Volmar (1097-1105)
  • Poppo II de Beaumont (1105-1119)
  • Corrado II (1119-1128)
  • Giovanni I de Reulant (1128-1130)
  • Wibald de Pré (1130-1158)
  • Eriebaldo (1158-1193)
  • Gerardo I (1193-1209)
  • Adelardo II (1209-1222)
  • Federico von dem Stein (1222-1244)
  • Nicolao (1244-1248)
  • Enrico I di Geldern (1248-1274)
  • Giovanni II d'Enghien (1274-1281)
  • Egidio di Falkenstein (1281-1307)
  • Enrico II di Bolanden (1307-1334)
  • Winrico de Pomerio (1334-1343)
  • Ugo d'Auvergne (1343-1373)
  • Werner de Ockiers (1373-1393)
  • Walramio von Schleiden (1393-1410)
  • Enrico III de Visé (1410-1417)
  • Giovanni III de Guezaine (1417-1438)
  • Enrico IV von Merode (1438-1460)
  • Caspar Poncin (1460-1499)
  • Guglielmo I von Manderscheid-Kayl (1499-1546)
  • Christoph von Manderscheid-Kayl (1546-1576)
In unione personale con il Vescovato di Liegi (1576-1650)
Note
  1. André Uyttebrouck, Une Confédération et trois principautés, In La Wallonie, le Pays et les Hommes, Bruxelles, La Renaissance du livre, 1975, pp.215-244, p.235
  2. Stavelot Triptych. Immagine con zoom The Morgan Library & Museum.
  3. Voce Stavelot Triptych di en.wiki: il materiale ivi presente è stato rielaborato in senso cattolico e integrato
Voci correlate
Collegamenti esterni
  • Brigizze Evrard-Neuray, Stavelot, in Enciclopedia dell' Arte Medievale, 2012, online