Museo Diocesano di Taranto
Museo Diocesano di Taranto | |
Seminario Arcivescovile (1568), sede del museo | |
Categoria | Musei diocesani |
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Stato | Italia |
Regione ecclesiastica | Regione ecclesiastica Puglia |
Regione | Puglia |
Provincia | Taranto |
Comune | Taranto |
Diocesi | Arcidiocesi di Taranto |
Indirizzo |
Vico I Seminario 74121 Taranto (TA) |
Telefono | +39 099 4716003, +39 099 4709611 |
Fax | +39 099 4709670 |
Posta elettronica | museodiocesano@diocesi.taranto.it, |
Sito web | [1] |
Proprietà | Arcidiocesi di Taranto |
Tipologia | arte sacra, architettura, archeologico |
Contenuti | dipinti, lapidi, paramenti sacri, reperti archeologici, sculture, suppellettile liturgica |
Servizi | accoglienza al pubblico, audioguide, biblioteca, biglietteria, caffetteria, didattica, laboratorio di restauro, mediateca, organizzazione di eventi e mostre temporanee, sala per eventi e mostre temporanee, visite guidate |
Sede Museo | Seminario Arcivescovile |
Datazione sede | 1568 |
Fondatori | mons. Benigno Luigi Papa |
Data di fondazione | 6 maggio 2011 |
Il Museo Diocesano di Taranto, allestito nell'antico Seminario Arcivescovile, è stato inaugurato il 6 maggio 2011, per volere dell'arcivescovo Benigno Luigi Papa, per conservare, valorizzare e promuovere la conoscenza del patrimonio storico-artistico, proveniente dalla Cattedrale di San Cataldo, dal territorio diocesano, da lasciti e donazioni di privati.
Storia
Il Museo nasce dall'intuizione di mons. Benigno Luigi Papa, arcivescovo di Taranto (1990 - 2011) il quale, recependo l'importanza di promuovere la salvaguardia e la valorizzazione del patrimonio storico e artistico della Diocesi, dette avvio ad un accurato progetto museografico condotto dall'Ufficio Diocesano per i Beni Culturali Ecclesiastici.
Dopo un lungo e complesso restauro che ha creato un'ambiente idoneo affinché le sale del Seminario Arcivescovile, edificato nel 1568, potesse degnamente custodire dipinti, statue, suppellettile ecclesiastica, paramenti sacri e antichi libri liturgici provenienti della Cattedrale e dal territorio diocesano , il Museo è stato inaugurato il 6 maggio 2011.
Percorso espositivo ed opere
Il percorso espositivo si articola su due livelli ben distinti, ma inevitabilmente in sinergia tra loro: l'uno che permette la riscoperta dei luoghi simbolo dell'Arcidiocesi e, l'altro, la visita della suggestiva struttura dell'antico seminario.
La collezione museale, comprendente oltre 350 opere databili dal VII al XX secolo, è strutturata su tre livelli con 34 sale espositive:
- al piano terra, la sezione liturgica;
- al primo piano, le sezioni dedicate a Gesù Cristo, a Maria Vergine, ai Santi, agli Ordini religiosi, alle Confraternite e alla Cattedrale;
- al secondo piano, la sezione degli Arcivescovi.
Pittura e scultura
Il Museo conserva pregevoli dipinti e sculture, tra cui spiccano:
- Ecce Homo (XVI secolo), tavola di ambito fiammingo: l'opera è stata donata dall'arcivescovo Guglielmo Motolese (1910-2005).
- Gesù Cristo crocifisso (XVII secolo), in avorio scolpito.
- Gesù Cristo crocifisso (XVIII secolo), in legno di ebano intarsiato e avorio scolpito, di ambito fiammingo.
- Martirio di santa Lucia (XVIII secolo), olio su tela di Domenico Carella.
- Immacolata Concezione (XVIII secolo), olio su tela di Nicola Porta.
- Ecce Homo (1716), olio su tela, di Paolo De Matteis, proveniente dal Palazzo Arcivescovile.
- Sogno di san Giuseppe (1750 - 1752), olio su tela di Corrado Giaquinto.
- Assunzione di Maria (1771), olio su tela di Serafino Elmo.
Suppellettile liturgica e paramenti sacri
Nel Museo sono conservati preziosi oggetti liturgici e paramenti sacri. Di rilievo:
- Croce pettorale (XI secolo), in oro, di bottega orafa meridionale: l'opera fu rinvenuta sulle spoglie di san Cataldo, durante gli scavi della Cattedrale.
- Reliquiario a statua di san Cataldo (ultimo quarto del XV secolo), in argento fuso, lamina d'argento sbalzata e cesellata, ottone e gemme, di argentiere meridionale, proveniente dal Tesoro del Capitolo della Cattedrale.
- Croce pettorale della statua di san Cataldo (XVII secolo), in oro sbalzato e inciso, e smeraldi, di bottega orafa meridionale.
- Sportello di tabernacolo con Gesù Cristo redentore spezza il pane eucaristico detto anche Topazio di re Ferdinando II (1852 - 1862), in topazio brasiliano inciso, lavorato dallo scultore ed incisore campano Andrea Cariello, proveniente dalla Chiesa di San Francesco di Paola a Napoli: questa preziosa opera nel 1936, dopo una lunga e incredibile vicenda, venne donata all'Arcidiocesi dall'avvocato tarantino Angelo Raffaele Latagliata. Il topazio è stato definito da alcuni ricercatori francesi "il gioiello artistico più grande al mondo".
- Corona (XX secolo), in lamina d'oro, pietre preziose e perle, di ambito pugliese.
Galleria fotografica
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Bibliografia | |
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