Museo dell'Abbazia di San Nilo a Grottaferrata
Museo dell'Abbazia di San Nilo a Grottaferrata | |
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Ambito attico, Stele funeraria con Giovane seduto intento alla lettura con una pantera (430 - 420 a.C.), marmo | |
Categoria | Musei statali e diocesani |
Stato | Italia |
Regione ecclesiastica | Lazio |
Regione | Lazio |
Provincia | Roma |
Comune | Grottaferrata |
Diocesi | Abbazia territoriale di Santa Maria di Grottaferrata |
Indirizzo | Corso del Popolo, 128 00046 Grottaferrata (RM) |
Telefono | +39 06 9459309 |
Fax | + 39 06 9456734 |
Posta elettronica | archimon@abbaziagreca.it |
Proprietà | Abbazia territoriale di Santa Maria di Grottaferrata, Stato italiano |
Tipologia | arte sacra, archeologia |
Contenuti | Arredi sacri, codici miniati, dipinti, fotografie, grafica e disegni, lapidi, libri antichi a stampa, manoscritti, medaglie, metalli, monete, mosaici, paramenti sacri, sculture, suppellettile liturgica, tessuti, vetri |
Servizi | Accoglienza al pubblico, biglietteria, bookshop, didattica, fototeca, guardaroba, laboratorio di restauro, ludoteca, mediateca, sale per eventi e mostre temporanee, visite guidate |
Sistema museale di appartenenza | Polo Museale del Lazio |
Sede Museo | Abbazia di Santa Maria di Grottaferrata, Palazzo del Commendatario, piano terra |
Datazione sede | XV secolo |
Fondatori | abate Giuseppe Cozza Luzi |
Data di fondazione | 1894 |
Il Museo dell'Abbazia di San Nilo a Grottaferrata (Roma), allestito nel Palazzo del Commendatario (XV secolo), parte del complesso monumentale dell'Abbazia di Santa Maria di Grottaferrata, è stato istituito nel 1894 per volere dell'abate Giuseppe Cozza Luzi (1837 - 1902) per conservare, valorizzare e promuovere la conoscenza del patrimonio archeologico e storico-artistico, proveniente dal monastero stesso, dal territorio limitrofo e da donazioni di privati.
Storia
Il Museo, ospitato fin dal 1894 nei locali al piano terreno del quattrocentesco Palazzo del Commendatario dell'Abbazia, raccoglie la collezione, formata nel tempo dagli abati commendatari, di reperti archeologici provenienti dagli scavi del territorio limitrofo e dalle rovine delle ville romane della zona, di opere d'arte legate alla storia del monastero o donate da privati.
L'allestimento attuale del Museo è stato inaugurato il 8 aprile 2017, dopo lunghi e complessi lavori di ristrutturazione della sede espositiva e di risistemazione della collezione, durati circa quindici anni.
Percorso espositivo e opere
L'itinerario museale si sviluppa in sette sale espositive, lungo il quale sono presentati reperti archeologici, opere d'arte e suppellettile liturgica, databili dal V secolo a.C. al XX secolo.
Sala I - Scultura e ritrattistica antica
Le opere, che aprono la sezione dedicata alla collezione archeologica dell'Abbazia, hanno in comune la funzione commemorativa alla quale erano dedicate, pur provenendo probabilmente da contesti diversi. Di rilievo:
- Statua femminile panneggiata (secondo quarto del II secolo d.C.), in marmo: la figura acefala, presentata in posizione eretta, indossa una tunica (chitone) ed un mantello (himation).
- Ritratto di Costantino I il Grande (321 d.C. ca.), in marmo.
Sala II - Ipogeo delle Ghirlande e collezione dei rilievi
Nella sala è ospitata:
- Ricostruzione della camera sepolcrale dell'ipogeo delle Ghirlande, un sepolcro databile alla prima età imperiale, rinvenuto nel 2000 in località Ad Decimum, al X miglio della Via Latina, nei pressi della catacomba omonima, contente:
- Due sarcofagi marmorei, ornati da ghirlande, che erano le deposizioni del giovane Tito Carvilio Gemello, defunto a 18 anni, e di sua madre Ebuzia Quarta, morta dopo di lui.
Inoltre, nella sala è conservata la collezione dei rilievi, tra i quali si notano:
- Stele funeraria con Giovane seduto intento alla lettura ed una pantera (430 - 420 a.C.), in marmo, di ambito attico: l'opera, di stile partenonico, è documentata nell'abbazia a partire dal XIII secolo, proveniente da una delle ville della zona.
- Rilievo con Trasporto funebre (metà del I secolo), in marmo, rinvenuto nell'orto dell'abbazia nella prima metà del XVII secolo: l'opera raffigura probabilmente Achille trasportato da Aiace ed Ulisse.
Sala III - Sarcofagi e rilievi funerari
La collezione archeologica dell'Abbazia comprende anche alcuni sarcofagi di età romana, provenienti dal territorio limitrofo, tra i quali si segnalano:
- Fronte di sarcofago con Processione dionisiaca (terzo quarto del II secolo), in marmo.
- Cassa di sarcofago con Ritratto del defunto ed allegorie delle quattro stagioni (metà del III secolo), in marmo.
Sala IV - L'Abbazia dalla fondazione all'età gotica
La sala presenta alcune opere che documentano la storia dell'Abbazia dalla fondazione all'età gotica, tra le quali si segnalano:
- Transenna traforata con motivo a pelte (V secolo), in marmo: l'opera, riutilizzata nel 1131, riporta un'iscrizione nella quale si leggono i nomi dei primi tredici abati, a partire da san Nilo fino a quello in carica Nicola II.
- Storie della vita di Mosè (seconda metà del XIII secolo), affreschi staccati, provenienti dalla navata centrale della Chiesa abbaziale.
- Sportelli di tabernacolo con Annunciazione e San Nilo e san Bartolomeo il giovane (fine del XIII secolo), tempera su tavola, attribuiti al cosiddetto Secondo maestro del ciclo di Mosè: questi erano gli sportelli del tabernacolo dell'icona della Madre di Dio (Theotókos), conservata sull'altare maggiore della chiesa abbaziale.
- Frammento di vetrata con Santo (XIII secolo), che era inserita entro una bifora gotica aperta in prossimità del presbiterio.
- Due piccole colonne (XIII - XIV secolo), in maiolica smaltata, di bottega dell'Italia meridionale.
Sala V - Riuso dei materiali antichi
La sala documenta, attraverso alcuni esemplari tutti provenienti dal complesso abbaziale, il diffuso fenomeno del cosiddetto reimpiego, ossia il riutilizzo di materiali antichi in epoche successive, tra i quali spiccano:
- Lastra con iscrizione di sentenze filosofiche (I secolo), in marmo, riutilizzata in una finestra della chiesa abbaziale.
- Lastra con iscrizione relativa alla canalizzazione dell'"Acqua Tepula" (1688), in marmo, riutilizzata nella metà del XIX secolo in una finestra della chiesa abbaziale.
Sala VI - Epoca degli abati commendatari
La sala, detta anche "delle Grottesche", è decorata sulla volta con un dipinto murale raffigurante:
- Storie di Fabio Massimo e decorazione a grottesche (1547), affresco, di Francesco Sala, commissionato dal cardinale Fabio Colonna.
Dal 1462 al 1824, l'abbazia venne sottoposta al regime della commenda della quale rimangono notevoli testimonianze documentarie conservate in questa sala, fra cui spiccano per valore ed interesse culturale:
- Calice e patena del cardinale Basilio Bessarione (seconda metà del XV secolo), in argento dorato e smalti.
- Statua della Madonna con Gesù Bambino, detta Madonna delle Grazie (1460 - 1470 ca.), in pietra arenaria dipinta, attribuita a Giovanni di Biasuccio.
Sala VII - Riscoperta del Medioevo
La sala documenta i numerosi restauri che hanno interessato il complesso monastico, durante il XX secolo, contribuendo a riscoprire alcuni fondamentali elementi costruttivi e decorativi di epoca medievale.
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