Catacomba "Ad Decimum" (Grottaferrata)
Catacomba "Ad Decimum" | |
Arcosolio di Biato (fine IV secolo) | |
Collocazione storica | Impero romano |
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Civiltà | Cristiana |
Oggetto generico | Area funeraria |
Oggetto specifico | Catacomba |
Data scoperta | 1905 |
Datazione | III - V secolo |
Inizio della costruzione | III secolo, fine |
Completamento | V secolo, primo quarto |
Localizzazione | |
Stato | Italia |
Regione |
Regione ecclesiastica Lazio |
Provincia | Roma |
Comune | Grottaferrata |
Diocesi | Abbazia territoriale di Santa Maria di Grottaferrata |
Dimensioni | |
Lunghezza | 250 m |
Primi scavi | |
Datazione | 1912 - 1919 |
Archeologo | Sisto Scaglia |
Secondi scavi | |
Archeologo | Enrico Josi |
Amministrazione | |
Proprietà | Monastero Esarchico di Santa Maria di Grottaferrata - Monaci Basiliani |
Ente | Gruppo Archeologico Latino |
Responsabile | Dott. Paolo Dalmiglio |
Indirizzo |
Via Anagnina, 4 00046 Grottaferrata (RM) |
Telefono | +39 06 9459309; +39 06 9419665 |
Fax | +39 06 9456734 |
Sito web | sito web ufficiale |
Note | |
Visita a richiesta | |
Coordinate geografiche | |
Roma | |
La Catacomba "Ad Decimum" è un'area funeraria cristiana, situata al X miglio dell'antica via Latina, che oggi equivale al 6° km - partendo dal Grande Raccordo Anulare - della via Anagnina, nome che la strada prese nel Quattrocento, attualmente situata nel territorio del comune di Grottaferrata (Roma).
Toponimo e storia
La catacomba si trova al X miliario (ad decimum) della Via Latina, proprio nel punto in cui essa intersecava con l'antica via Valeria (oggi detta via Cavona), dove era situata un importante stazione di sosta posta, indicata come Ad Decimum ossia a circa 15 km da Roma: troppo lontano per rispondere alle necessità dei cristiani dell'Urbe. Esso era probabilmente il cimitero di un villaggio, il cui nome, conosciuto da un'iscrizione, doveva essere vicus Angusculanus, dipendente dalla città di Tusculum, anche su tre fistulae aquariae ([1] risulta il nome di Decimiensium (in italiano, Comunità dei decimiensi), cioè coloro che abitavano al decimo miglio: questo indica che col tempo gli abitanti del piccolo insediamento abbiano preso il nome dell'importante stazione di posta, ciò è confermato anche dal fatto che il toponimo Ad Decimum risulta anche nella celebre Tabula Peutingeriana.[2] Se al piccolo villaggio, animato dal traffico della stazione di posta e del tratturo che provenendo dall'Alta Valle dell'Aniene, traversava la via Latina, e conduceva le greggi al mare, aggiungiamo il personale a servizio delle ville rustiche qui esistenti, possiamo spiegare le circa 1000 sepolture, databili dal III al V secolo, deposte nella catacomba.
Il complesso funerario venne casualmente scoperto nel 1905, dai proprietari del terreno, mentre lavoravano la terra del vigneto sovrastante, i quali nell'intento di trovare il "tesoro" devastarono e saccheggiarono molte tombe. Lo scempio del sito, durò per sette anni, sino a quando i monaci dell'Abbazia di Santa Maria di Grottaferrata, visto che lo Stato italiano e la Santa Sede indugiavano a comprare il terreno della catacomba, decisero loro stessi di acquistarlo. Dopodichè, tra l'autunno del 1912 e la primavera dell'anno seguente, venne effettuato lo scavo archeologico sistematico, condotto dal monaco cistercense, padre Sisto Scaglia. Una seconda campagna di ricerca fu eseguita, dal 1916 al 1919, diretta per un certo periodo anche dall'archeologo Enrico Josi.
Descrizione
Si accede al complesso cimiteriale, scendendo per 27 gradini, anticamente rivestiti in marmo, sormontati da una costruzione recente realizzata in laterizio che serve da protezione.
All'interno, la catacomba si articola in cinque gallerie, scavate direttamente dentro un banco di peperino, e presentano due lucernari uno dei quali, posto subito dopo il secondo cunicolo, è molto alto ed è affiancato da un pozzo profondo che, secondo gli studiosi, poteva essere una cisterna o un acquedotto che riforniva le ville rustiche circostanti. Le gallerie presentano tutte un soffitto a botte che anticamente era ricoperto da un intonaco, le cui tracce sono tuttora visibili.
La catacomba ha restituito un grande numero di epigrafi e graffiti posti sulle lastre marmoree di chiusura dei loculi, tra le quali si nota:
- Epigrafe detta "del Buon Pastore", la quale presenta:
- iscrizione funebre sulla quale si legge:
« | Al carissimo benemerente fratello Marciano, Ilaro fece in pace. » |
- alcuni graffiti raffiguranti:
- Buon Pastore tra due pecore e due palme;
- Colomba che becca un grappolo d'uva;
- Due colombe affrontate postate su un'anfora.
Nella catacomba sono scarsi gli elementi pittorici, perché danneggiati dall'umidità e dall'incuria, ma tra questi si distinguono in un arcosolio interessanti dipinto murali, databili alla fine del IV secolo, raffiguranti:
- al centro, nella parete di fonto, Gesù Cristo consegna della Legge a san Pietro , detta della Traditio Legis: l'opera presenta al centro Gesù Cristo nimbato che alza la mano destra benedicente, mentre con la sinistra consegna un rotolo a san Pietro che, con la croce sulle spalle e genuflesso, le riceve con le mani avvolte nel pallio. Sul rotolo si legge: DOMINUS LEG(em) DAT.
- a sinistra, San Paolo con la spada tra due palme, su una delle quali è posta la fenice.
- a destra, Giovane seduto tra due santi: l'iscrizione, ormai quasi illeggibile, lo identifica come il titolare della tomba BIATO.
Note | |
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Bibliografia | |
Voci correlate | |
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