Museo della Valle di Cavargna
Museo della Valle di Cavargna | |
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Fucina | |
Categoria | Musei parrocchiali |
Stato | Italia |
Regione ecclesiastica | Regione ecclesiastica Lombardia |
Regione | Lombardia |
Provincia | Como |
Comune | Cavargna |
Diocesi | Arcidiocesi di Milano |
Indirizzo | Via alla Chiesa, 12/14 22010 Cavargna (CO) |
Telefono | +39 0344 63164, +39 0344 66456 |
Fax | +39 031 306205 |
Posta elettronica | museodellavalle.cavargna@gmail.com |
Proprietà | Parrocchia di San Lorenzo |
Tipologia | storico, etnografico, arte sacra |
Contenuti | Abiti tradizionali, animali imbalsamati, arredi, arredi sacri, attrezzi ed utensili da lavoro, calzature, ceramiche, dipinti, grafica e disegni, metalli, paramenti liturgici, reperti etnografici, ricostruzioni ambientali, sculture, suppellettile ecclesiastica, tessuti |
Servizi | Archivio storico, biblioteca, bookshop, didattica, mediateca, visite guidate |
Sistema museale di appartenenza | Sistema Museale Territoriale Alpi Lepontine (SMuTAL) |
Sede Museo | Parrocchia di San Lorenzo, canonica |
Fondatori | don Federico Scanziani |
Data di fondazione | 1982 |
Il Museo della Valle di Cavargna (Como), collocato nei locali sottostanti la canonica della Parrocchia di San Lorenzo, venne istituito nel 1982 da don Federico Scanziani, parroco di Cavargna (1957 - 2004), per far conoscere la storia del territorio, in particolare attraverso il lavoro dell'uomo, le testimonianze materiali, le tradizioni sociali e la cultura popolare locale. Il Museo è stato ampliato e riallestito nel 1988.
Percorso espositivo
L'itinerario museale si apre con un'introduzione storico-geografica della Val Cavargna e si sviluppa successivamente in due sezioni espositive, dove sono presentati oggetti e testimonianze dei mestieri tradizionali e della cultura popolare del territorio.
Sezioni I - Attività lavorative
La prima sezione illustra le attività lavorative e i personaggi tipici del territorio, ricostruendone il contesto ambientale originario:
- Stagnini, calderai, ramai, "magnani" sono le diverse denominazioni di questi artigiani ambulanti spesso emigranti stagionali, che lavoravano il rame, riparando recipienti per uso domestico e che avevano un loro gergo di mestiere, il "Rungin".
- Fabbro con la fucina.
- Contadino allevatore, con la stalla, l'alpeggio, la lavorazione del latte.
- Boscaiolo, la lavorazione del legno e la carbonaia.
- Falegname e calzolaio con il proprio banco da lavoro.
- Fornaio con strumenti per la panificazione e la lavorazione della pasta e della farina.
- Lavoro femminile (l'arredo della casa, la filatura e la tessitura) con esposti i costumi folcklorstici della Val Cavargna (abiti, biancheria e calzature).
- Contrabbando, come attività di reddito alternativo per il contadino allevatore di montagna.
- Attività mineraria e siderurgica della valle tra il XVIII e XIX secolo.
- Centrali idroelettriche.
Settore II - Religiosità popolare
La sezione espone significative testimonianze della religiosità e devozione popolare, presentando opere d'arte, suppellettile liturgica e paramenti sacri della provenienti dall'antica chiesa parrocchiale di San Lorenzo di Cavargna e dalla chiesa sussidiaria della frazione di Vegna. Di notevole interesse:
- San Lucio distribuisce il formaggio ai poveri (XVII secolo), dipinto su rame, proveniente dall'Oratorio di San Lucio.
- Gruppo di cinque statue raffiguranti Madonna, San Pietro, Sant'Antonio da Padova, San Paolo e Angelo reggicandela (XVIII secolo), in legno intagliato policromo e dorato, provenienti dall'altare maggiore della Chiesa di San Lorenzo di Cavargna
- Statua di san Lucio (XVIII secolo), in legno intagliato policromo, proveniente dall'Oratorio montano di San Lucio.
- Statua di san Rocco con il cane (XVIII secolo), in legno intagliato policromo, proveniente dall'Oratorio di San Lucio.
- Pianeta e stola (1757), in seta avorio ricamata a motivi floreali con decorazioni e bordure a fili metallici e laminati oro: il paramento venne donato dai casari milanesi, come documentato dall'iscrizione posta sul retro, nella parte inferiore, entro uno stemma eseguito a fili metallici, ricamata con filo di seta nero, nella quale si legge:
« | Ex dono Universitatis Salsamentariorum Mediolani. » |
- Ostensorio a tempietto circolare (XVIII secolo).
Inoltre, alcuni di pannelli fotografici illustrano l'Oratorio montano di San Lucio (documentato dal 1358), patrono degli alpigiani e dei casari,situato a 1500 m. s.l.m., decorato all'interno con interessanti dipinti murali ad affresco, databili dal XIV al XVIII secolo.
Galleria fotografica
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