Museo delle Arti Monastiche di Serra de' Conti
Museo delle Arti Monastiche di Serra de' Conti | |
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Sala espositiva con grata di clausura, ruota della badessa e altri oggetti monastici | |
Categoria | Musei civici e religiosi |
Stato | Italia |
Regione ecclesiastica | Regione ecclesiastica Marche |
Regione | Marche |
Provincia | Ancona |
Comune | Serra de' Conti |
Diocesi | Diocesi di Senigallia |
Indirizzo | Via Armellini, 2/B 60030 Serra de' Conti (AN) |
Telefono | +39 0731 871739 |
Fax | +39 0731 879290 |
Posta elettronica | info@museoartimonastiche.it |
Sito web | [1] |
Proprietà | Ordine di Santa Chiara, Comune di Serra de' Conti |
Tipologia | arte sacra, storico |
Contenuti | attrezzi ed utensili da lavoro, arredi, ceramiche, documenti storici, grafica e disegni, libri antichi a stampa, sculture, strumenti per cucinare, suppellettile liturgica, tessuti, vetri |
Servizi | accoglienza al pubblico, audioguide, biblioteca, biglietteria, bookshop, didattica, sale per eventi e mostre temporanee, visite guidate |
Sistema museale di appartenenza | Sistema Museale della Provincia di Ancona |
Sede Museo | Monastero di Santa Maria Maddalena |
Datazione sede | 1586 |
Data di fondazione | 2002 |
Il Museo delle Arti Monastiche di Serra de' Conti (Ancona), allestito in alcuni ambienti del Monastero di Santa Maria Maddalena (edificato nel 1586), è stato istituito nel dicembre 2002, per offrire uno spaccato della vita monastica e far conoscere la cultura claustrale nella sua specificità e complessità.
Percorso espositivo e opere
L'itinerario museale, che si sviluppa in dieci sezioni espositive, risponde all'esigenza di far conoscere il mondo claustrale con le sue regole ed i suoi usi, scoprendo, attraverso il racconto della storia del monastero, una dimensione temporale naturalmente dilata verso l'infinito.
Gli oggetti esposti, databili dal XVI al XIX secolo, sono stati scelti in base alle testimonianze reperite dagli Offici monastici (i compiti specifici assegnati ad ogni membro della comunità) e dagli antichi inventari che le suore stilavano in occasione delle visite pastorali. Attraversando le sale del museo si percepisce la dimensione di una quotidianità delle suore, caratterizzata dalla preghiera, dal canto, dal lavoro sui telai, dal suono della campanella e dal silenzio.
Sezione I - Introduzione
La sezione introduce alla conoscenza della vita monastica, dove il tempo è scandito dalla preghiera, dalla meditazione e dal lavoro manuale. Inoltre la sezione documenta il forte legame delle clarisse con la vita spirituale e culturale del borgo, rappresentando un punto di riferimento importante non solo nei momenti storici più difficili.
La sala conserva oggetti della vita monastica, fra cui spiccano per valore ed interesse culturale:
- Reliquiario a busto di san Filippo Neri (prima metà XVII secolo), in legno intagliato, dorato e dipinto.
- Reliquiario a busto di santa Maria Maddalena (prima metà XVII secolo), in legno intagliato, dorato e dipinto.
- Grata della clausura
- Ruota della badessa
- Bussolotto per votazioni
Sezione II - Spezieria
La spezieria (antica farmacia) è uno degli Offici previsti dall'ordinamento del monastero. Le monache che vi erano addette preparavano medicamenti e ricette erboriste, che erano elaborate per il solo uso interno, nel pieno rispetto della regola claustrale. Di rilievo:
- Mobile da spezieria (XVII secolo), in legno intagliato.
- Vasi da farmacia (XVIII secolo), in ceramica, di bottega marchigiana.
- Fiaschi impagliati e bottiglie (XIX secolo), vetro e vetro soffiato.
- Colino, imbuti e misurini (XIX secolo), in lamiera.
Sezione III - Sotterranei
Le grotte, che sottostanno al monastero, erano utilizzate per la conservazione delle derrate e dei cibi.
Sezione IV - Utensili e ceramiche da cucina
Nella sezione sono conservati gli utensili e le ceramiche per la cucina di produzione marchigiana, umbra ed abruzzese. Inoltre sono esposti i libri contabili che testimoniano, dalla seconda metà del XVII secolo fino alla metà del XIX secolo, un notevole consumo di materiali dalle diverse tipologie e provenienze. Si noti:
- Vasi (XVIII secolo), in ceramica e terracotta, di bottega marchigiana;
- Stampi per biscotti o pasta;
- Rotelle per tagliare la pasta.
Sezione V - Voci del silenzio
La sezione illustra il silenzio, non solo come regola imposta, ma quale componente di un interiore ordine morale e spirituale, dove la campanella è la voce comunitaria che chiamava le suore alla preghiera, al lavoro, ai pasti ed alla ricreazione. Le diverse combinazioni di tocchi e scampanellate componevano le chiamate di ogni suora e costituivano un mezzo di comunicazione all'interno del monastero.
Sezione VI - Telai
La sezione presenta il laboratorio tessile del monastero che soddisfaceva le esigenze interne della comunità sia delle suore che della liturgia, attraverso la preparazione di paramenti sacri. Si noti:
- Filatoi a mano (XVIII secolo), in legno intagliato.
- Telaio (XVIII secolo), in legno intagliato.
Sezione VII - Tintura
Nella sezione è documentata l'attività della tintura che interessava sia le stoffe tessute all'interno del monastero sia quelle acquistate all'esterno, entrambe destinate per lo più alla realizzazione di fiori ornamentali, che costituiva una specificità della produzione artigianale del monastero. Di particolare interesse:
- Strumenti per la tintura delle stoffe (XIX secolo) di manifattura conventuale.
Sezione VIII - Formazione delle educande e novizie
La sezione illustra l'itinerario formativo delle giovani educande e delle novizie, in particolare nell'apprendimento dei lavori femminili quali la tessitura, il cucito, il ricamo, la lavorazione dei merletti. Le giovani entravano in monastero dietro il pagamento di una retta annuale ed erano affidate alla competenza di suore esperte, ma anche di insegnanti esterni, in particolare per i corsi di disegno. A testimonianza di questo percorso formativo, sono qui esposti:
- Disegni di vario soggetto, detti "imparaticci", ossia prove pratiche su piccoli lembi di stoffa.
Sezione IX - Fiori di seta
La sezione presenta un'attività largamente praticata dalle suore fino a tutto il XIX secolo quella della produzione di fiori di seta, un'arte antica importata dalle Fiandre, di cui è stata ritrovata una descrizione in un testo edito nel 1678 e conservato presso l’antica biblioteca del monastero. I fiori di stoffa erano impiegati sia per la decorazione delle chiese, in particolare nei periodi invernali quando era difficile reperirne di freschi, sia per ornare delle coroncine indossate dalle novizie il giorno della promessa temporanea. Si noti:
- Corona di fiori di seta, carta e filo di ferro (XVIII - XIX secolo) di manifattura conventuale
- Serie di strumenti, in metallo e legno, per la preparazione dei fiori di seta
Sezione X - Ceroplastica
Nella sezione è documentata l'arte della ceroplastica, attraverso l'esposizione di varie statuette di santi e degli utensili necessari per la loro produzione: crogiuoli e spatole.
- Statua di Maria Vergine (prima metà XVIII secolo), in cera, di bottega conventuale.
- Statua di Maria bambina in fasce (prima metà XVIII secolo), in cera, di bottega conventuale.
- Statua di Gesù Bambino (prima metà XVIII secolo), in cera, di bottega conventuale.
- Statua della Madonna addolorata (fine XVIII secolo), in cartapesta, di bottega conventuale.
- Statua di san Giuseppe con Gesù Bambino (prima metà XIX secolo), in cera.
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