Nazareno Fabbretti

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Nazareno Fabretti, O.F.M.
Presbitero
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al secolo Gino Fabretti
battezzato
ERRORE in "fase canonizz"
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Nazareno Fabbretti e altri.jpg

Padre Fabbretti (il secondo da sinistra) in compagnia di don Alessandro Pronzato, Luigi Santucci e padre Camillo De Piaz
Titolo
Incarichi attuali
Età alla morte anni
Nascita Iano di Pistoia
1º gennaio 1920
Morte Salice Terme
25 ottobre 1997
Sepoltura
Conversione
Appartenenza
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Professione religiosa [[]]
Ordinato diacono
Ordinazione presbiterale
Ordinazione presbiterale Camogli, 1943
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Incarichi ricoperti
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° vescovo di Roma
Elezione
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(per causa incerta o sconosciuta)
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Nazareno Fabretti, al secolo Gino Fabretti (Iano di Pistoia, 1º gennaio 1920; † Salice Terme, 25 ottobre 1997) è stato un presbitero, giornalista e scrittore italiano, appartenente all'Ordine dei Frati Minori.

Biografia

Nacque in una famiglia molto povera; la madre, illetterata ma d'intelligenza acuta, restò per tutta la sua vita al centro del suo cuore, per la sua coraggiosa povertà e per la tenacia nel tirar su la numerosa prole, da sola. Un'infanzia poverissima, con la mamma che tesseva al telaio di notte, fame cronica, zoccoli di legno. Al trasferimento in città, a Carrara, il padre abbandonò la famiglia per un'altra donna.

Nel 1932 entrò in collegio per studiare. Una leggera infermità ad una gamba lo manteneva a parte rispetto ai giochi dei compagni, così trascorreva il tempo libero leggendo tutto ciò che poteva trovare. A 14 anni scriveva già sulla rivista francescana di Recco, "La Squilla".

Studiò teologia e filosofia, ma non volle continuare gli studi. Fu ordinato presbitero nel 1943, a Camogli.

Fondò due riviste: Il Nunzio e Il Gallo; negli anni cinquanta aprì a Genova la Sala di Frate Sole, attigua al convento dell'Annunziata, per cui passarono personaggi famosi e discussi dal dopoguerra in poi: Giuseppe Dossetti, Giorgio La Pira, Lazzari, don Primo Mazzolari, don Lorenzo Milani, padre David Maria Turoldo, padre Ernesto Balducci, Luigi Santucci, Enzo Biagi, Guglielmo Zucconi, e molti altri.

Durante il Concilio Vaticano II annotò le vicende dell'assise conciliare come inviato de La Gazzetta del Popolo; per lo stesso giornale svolse inchieste in tutto il mondo.

Visse a Genova dal 1949 al 1963. Lasciò Genova[1], e si trasferì a Voghera, continuando l’attività di giornalista, scrittore e conferenziere.

Nell'agosto 1997, a seguito di un aggravarsi dei disturbi cardiaci di cui soffriva da tempo, venne ricoverato a Voghera e quindi, l'8 settembre, all'Istituto Don Gnocchi di Salice Terme, dove morì all'alba del 25 ottobre.

Fu sepolto nel cimitero di Voghera, tra la gente comune, com'era suo desiderio.

Scrittore e giornalista

Dopo una breve esperienza di insegnamento si dedicò completamente al giornalismo e all'attività di scrittore: Nessuno, pubblicato nel 1953 è il suo primo libro.

Scrisse una quarantina di libri, fra cui:

  • Il sogno e il mare
  • Nessuno (1953)
  • Fine del tempo
  • Piccola Apocalisse
  • I Vescovi di Roma (1987)
  • Caro Uomo
  • Francesco e gli amici
  • Francesco e altro
  • Le donne della Bibbia
  • Don Mazzolari, Don Milani, i disobbedienti
  • Preghiera della cicala (1994)

Sono ben note le su vivaci biografie di Papa Giovanni XXIII, Papa Paolo VI, San Francesco d'Assisi, Santa Chiara, San Bernardino da Siena.

Per trent'anni collaborò con vari giornali e riviste, tra cui Humanitas, Studium, Famiglia Cristiana, Madre, Alba, Il Popolo, La Domenica del Corriere, L'Europeo, Amica, Bella.

Fu inviato da vari giornali in Europa, Asia, America Latina e Stati Uniti, per conto de La Gazzetta del Popolo, Stampa Sera, Il Giorno, Il Corriere della Sera. Tale attività era inframmezzata e arricchita da una intensa attività di conferenziere, in cui risaltava il suo eloquio.

Note
  1. C'è chi sostiene che la lasciò su sollecitazione del cardinale Giuseppe Siri, contrario alle sue aperture.
Bibliografia
Voci correlate