Onofrio Panvinio

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Onofrio Panvinio, O.S.A.
Religioso
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al secolo Giacomo
battezzato
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Ritratto di autore sconosciuto, Museo d'Arte di Ravenna.
Titolo
Incarichi attuali
Età alla morte 38 anni
Nascita Verona
23 febbraio 1530
Morte Palermo
27 aprile 1568
Sepoltura
Appartenenza
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Professione religiosa 1541
Ordinato diacono
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° vescovo di Roma
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Onofrio Panvinio, al secolo Giacomo (Verona, 23 febbraio 1530; † Palermo, 27 aprile 1568) è stato un religioso e storico italiano. È considerato uno dei più importanti storici della seconda metà del '500.

Cenni biografici

Giacomo Panvino nacque a Verona il 20 febbraio 1530 da Onofrio Panvino[1]. Ebbe un fratello, Paolo, e una sorella, Cassandra. Perse il padre in giovane età, e forse anche per le conseguenti ristrettezze economiche si avviò allo stato ecclesiastico.

Dal 1537 circa frequentò la Scuola degli accoliti della cattedrale di Verona con il sostegno di un parente, Geronimo Panvino, cappellano della stessa cattedrale. Nel 1541 Panvinio prese l'abito degli eremitani di snt'Agostino nel convento di sant'Eufemia.

Il priore generale dell'Ordine agostiniano, Girolamo Seripando, riconobbe il talento del ragazzo e lo inviò, probabilmente nel 1546, a Napoli per proseguire la sua formazione presso lo Studio generale dell'Ordine. Qui rimase per due anni per poi trasferirsi a Roma allo Studio di sant'Agostino, dove nel 1553 concluse gli studi teologici e fu nominato lector. Svolse questo incarico per meno di un anno, dato che nel 1554 ottenne dal generale il permesso straordinario di vivere nel mondo. Nonostante questo, gli furono conferiti i gradi di baccalaureus nel 1556 e di magister sacrae theologiae nel 1557.

Seppe farsi apprezzare da importanti membri dell'alta gerarchia ecclesiastica. Seripando gli commissionò, ancora diciannovenne, una cronaca dell'Ordine agostiniano (Commentarium rerum Ordinis…, in Constitutiones Ordinis fratrum eremitarum sancti Augustini, Roma, A. Blado, 1551). Anche il cardinale Marcello Cervini lo sollecitò ad ampliare i suoi interessi di ricerca. Nel 1552 ultimò la trascrizione manoscritta dei calendari di Roma antica (Fasti Capitolini). Cervini lo convinse a studiare, oltre alla cronologia romana classica, anche temi di storia ecclesiastica. Nel 1553 portò a termine la prima versione manoscritta del trattato apologetico sul primato di san Pietro (Biblioteca apostolica Vaticana, Vat. lat., 6883: De primatu Petri), diretto a confutare le teorie protestanti e con dedica a Cervini.

Morto il protettore Cervini, papa per poco tempo, trovò un nuovo mecenate nel cardinale Alessandro Farnese. Nel 1555 Panvinio fu in contatto anche con altri mecenati, scrivendo su commissione le storie di alcune nobili famiglie romane quali i Frangipane, i Massimo, i Mattei e i Savelli.

A causa dei pessimi rapporti tra il cardinale Farnese e papa Paolo IV, nel giugno 1556 lasciò Roma e seguì il cardinale, con cui trascorse un anno a Parma. Dall'autunno del 1557 fino all'estate 1559 fu a Venezia. Lasciò quindi la Serenissima per la Germania, con l'intento di compiere estese ricerche negli archivi tedeschi. Ad Augusta incontrò il cardinale Otto Truchsess von Waldburg e l'imperatore Ferdinando. La morte ormai prossima di Paolo IV rese possibile il ritorno a Roma insieme con il cardinale Farnese. Il 24 dicembre 1559 Panvinio, nella veste di confessore, fu invitato da Farnese ad assistere al conclave e qui, il giorno dopo, fu testimone dell'elezione di Pio IV.

Da allora si dedicò principalmente alla storia ecclesiastica, realizzando con il De varia creatione Romani pontificis un trattato sulla storia delle elezioni papali, e allo studio degli edifici di culto cristiani. Nel 1565 ricevette dal pontefice un impiego come corrector e revisor di manoscritti presso la Biblioteca Vaticana. Svolse questo incarico per meno di un anno, poiché il papa successivo, Pio V, per motivi economici non lo confermò.

Morì a Palermo il 27 aprile 1568, forse di febbre, durante un viaggio con il cardinale Farnese.

Opere

Alcuni titoli delle sue opere, più volte aggiornate e ristampate, sono:

  • Augustiniani ordinis chronicon (Roma, 1550);
  • De fasti et triumphi Romanorum a Romulo usque ad Carolum V (Venezia, 1557);
  • Epitome Pontificum Romanorum a s. Petri usque ad Paulum IIII gestorum (Venezia, 1557);
  • Epitome antiquitatum romanarum (Roma, 1558);
  • Una edizione rivista di: Carlo Sigonio, Fasti consulares (Venezia, 1558);
  • De comitiis imperatoriis (Basilea, 1558);
  • De republica Romana (Venezia, 1558);
  • Edizione rivista di: Bartolomeo Platina, De vitis pontificum (Venezia);
  • XXVII Pontificum Maximorum elogia et imagines (Roma, 1568);
  • De sibyllis et carminibus sibyllinis (Venezia 1567);
  • Chronicon ecclesiasticum a C. Julii Caesaris tempore usque ad imp. Maximilianum II (Colonia, 1568);
  • De episcopatibus, titulis, et diaconiis cardinalium (Venezia, 1567);
  • De ritu sepeliendi mortuos apud veteres Christianos (Ionia, 1568), opera basata sulle iscrizioni trovate nelle catacombe;
  • De praecipuis urbis Romae sanctioribusque basilicis (Roma, 1570; Colonia, 1584);
  • De primatu Petri et apostolicae sedis potestate (Verona, 1589);
  • Libri X de varia Romanorum pontificum creatione (Venezia, 1591);
  • De bibliotheca pontificia vaticana (Tarragona, 1587);
  • De ludis circensibus (Venezia, 1600), pubblicazione postuma con acqueforti di Dupérac databili agli anni 1560/70);
  • De antiqua Romanorum religione.
Note
  1. Entro il 1552 modificò poi il cognome in Panvinio («all'anticha et per maggior consonantia»), come scrisse a Girolamo Ruscelli nel 1564 e Bartolomea Campagna.
Bibliografia
  • Stefan Bauer, Dizionario Biografico degli Italiani, Vol. 81, 2014, online