Sant'Onorato di Arles
Sant'Onorato di Arles Vescovo | |
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Santo | |
Icona del santo | |
Età alla morte | 60 anni |
Nascita | Treviri 370 |
Morte | Arles 16 gennaio 430 |
Ordinazione presbiterale | V secolo |
Consacrazione vescovile | 427 |
Incarichi ricoperti | Vescovo di Arles |
Venerato da | Chiesa cattolica, Chiesa ortodossa |
Ricorrenza | 16 gennaio |
Collegamenti esterni | |
Scheda su santiebeati.it |
Nel Martirologio Romano, 16 gennaio, n. 4:
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Sant'Onorato di Arles, in francese Saint Honorat d'Arles o anche Honorat de Lérins (Treviri, 370; † Arles, 16 gennaio 430), è stato un vescovo, monaco e fondatore francese. Fu vescovo di Arles e fondò l'Abbazia di Lerino; è venerato come santo dalla Chiesa cattolica.
Biografia
Nacque ad Augusta Trevirorum oggi Treviri in Germania, nella seconda metà del IV secolo, da una famiglia dell'aristocrazia gallo-romana, ricevette una formazione classica. Il padre sognava per lui una carriera all'interno delle istituzioni romane. Ma il giovane Onarato fu attratto dal cristianesimo e volle diventare cristiano, sin da giovanissimo fu attratto dalla vita di rinuncia al mondo e di ascesi. Dopo un catecumenato di tre anni ricevette il battesimo. Anche il fratello Venanzio si convertì. Morto il padre intrapresero una intensa attività caritativa mettendo a disposizione di pellegrini e di ammalati le numerose proprietà. La fama della loro santità e generosità fece rapidamente espandere al loro fama. Desiderosi di vivere una più totale rinuncia al mondo e alle sue seduzioni, vedettero le loro proprietà e dopo averle distribuite ai poveri come domanda il Vangelo, assieme all'amico san Caprasio, si imbarcarono a Marsiglia verso la Gregia, con l'intenzione forse di poi proseguire per l'Egitto la Palestina. Ma in Grecia si ammalarono e il fratello morì. I due superstiti decisero di rientrare in patria.
Dopo un breve soggiorno in Italia, ove egli allacciò relazioni di amicizia con le comunità cristiane del paese. Giunti nella Gallia meridionale, si ritirarono a vita eremitica tra le colline sopra Fréjus, nell'entroterra provenzale. Grazie ad alcuni discepoli di San Martino di Tours, Onorato venne a conoscenza della Regola di San Pacomio, fondatore in Oriente del monachesimo cenobitico. Anche in questo nuovo ritiro la fama di santità di Onorato si spare e il suo eremo divenne meta di molti visitatori. Desideroso di maggiore solitudine decise di trovare il suo deserto sull'isola di Lerino, luogo di molto più difficile accesso e se possibile più aspro della grotta dove abitava.
Il monastero di Lerino
Accompagnato dal disepolo Capraio e da alcuni altri compagni, giunse all'isola che oggi porta il suo nome e che allora non era altro che una plaga deserta resa inabitabile dalla quantità di serpi che vi abitavano.
Egli se ne sbarazzò, dissodò il terreno, coltivò quel piccolo deserto e vi fondò una comunità. Fu ordinato presbitero dal vescovo di Fréjus, Onorato si mise all'opera per far avanzare i suoi discepoli sulla via della perfezione. Nel 427, secondo quanto scrive san Giovanni Cassiano, l'isola divenne un «immenso monastero», la fama di Onorato continuò ad aumentare e la abbazia di Lerino divenne un esempio di vita monastica e di ascetismo in tutta la Provenza.
Ma tutta questa reputazione si ritorse contro di lui: alla morte del vescovo di Arles egli dovette lasciare la sua isola suo malgrado e sedersi sulla sedia episcopale di Arles.
L'elezione ad arcivescovo di Arles
In effetti la sua elezione a sorpresa, ebbe luogo verso la fine del 426 o all'inizio del 427. Non essendo stato consultato in merito, egli rifiutò in un primo memento questa elezione e inoltre l'abbazia di Lerino non era così d'accordo di lasciar partire il suo abate. Sant'Ilario dichiarò agli arlesiani:
« | Chi vi ha dato il desiderio di possedere per voi quest'uomo a detrimento di coloro cui Dio l'aveva concesso nel suo deserto? » |
Allarmato da questa nomina Papa Celestino I scrisse nel 428 a tutti i vescovi del sud-est della Gallia per chiedere loro che in futuro:
« | ... non venga eletto un prete di altra Chiesa se non nel caso in cui alcuno della Chiesa [locale, n.d.r. ] non ne sia ritenuto degno, cosa che a nostro avviso non si potrà verificare. Bisogna riprovare il costume di preferire quelli delle altre Chiese, né fare appello a stranieri per timore che non paia aver stabilito un nuovo collegio dal quale estrarre i nuovi vescovi. » |
In effetti, dopo lunghi mesi di trattativa Onorato accettò l'elezione, probabilmente verso la fine del 427. Ma Arles gli parve talmente temibile, che egli condusse con sé due monaci, San Giacomo di Siria ed Sant'Ilario; quest'ultimo, che non sopportava la città, se ne tornò subito a Lerino. Onorato tuttavia continuò a restare attaccato alla sua comunità, cui renderà visita almeno una volta l'anno.
L'episcopato arlesiano
Al suo arrivo ad Arles Onorato trovò le casse del tesoro piene di ricchezze ammassate dai predecessori. L'ultimo, Euladio, era tuttavia anch'egli un monaco. Seguendo Ilario, suo successore e biografo, Onorato non esitò a restituire tutte le ricchezze ai donatori, riservando al vescovato solo lo stretto necessario.
Ilario ci informa pure che Onorato predicava ogni giorno con chiarezza e perspicacia, soprattutto quando dissertava sulla Santissima Trinità.
Dopo due anni di attività episcopale, Onorato morì il 6 gennaio, poco dopo aver terminato le sue preghiere nella cattedrale di Santo Stefano, ad Arles.
Un culto movimentato
Il suo corpo fu condotto, con accompagnamento del popolo, nella cattedrale e dopo la funzione funebre fu solennemente inumato nel cimitero degli Alyscamps. La cronaca riporta una disputa fra i presbiteri della cattedrale di Santo Stefano e i monaci di Lerino, ciascuna delle parti rivendicando l'onore di reggerne la salma.
Questa fu poi inumata nella cappella di Saint-Genès des Alyscamps, sulla quale fu poi eretta la chiesa di Sant'Onorato, ove la salma giacque fino al XV secolo.
Nel 1390, durante un periodo tormentato dai saccheggi, l'abate di Grenoble offrì a quello di Lerino di recuperare i resti del santo[1]. Nel 1788 le reliquie di Sant'Onorato furono finalmente consegnate alla diocesi di Grasse.
Sant'Ilario d'Arles suo discepolo e successore, ci ha lasciato uno splendido elogio di Onorato con queste parole:
« | Se si vuol dare alla carità volto umano, si dovrà fare il ritratto di Onorato » | |
( Sant'Ilario di Arles)
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Predecessore: | Vescovo di Arles | Successore: | |
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Euladio 426 |
427 - 430 | Sant'Ilario di Arles 430 - 449 |
Note | |
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