Pesca miracolosa (Raffaello)
Raffaello Sanzio, Pesca miracolosa sul Lago di Tiberiade (1515 - 1516), cartone dipinto a tempera | |
Pesca miracolosa | |
Opera d'arte | |
Stato | |
Comune | |
Diocesi | Westminster |
Ubicazione specifica | Victoria and Albert Museum |
Uso liturgico | nessuno |
Oggetto | dipinto |
Soggetto | Pesca miracolosa sul Lago di Tiberiade |
Datazione | 1515 - 1516 |
Autore |
Raffaello Sanzio e bottega |
Materia e tecnica | cartone dipinto a tempera |
Misure | h. 360 cm; l. 400 cm |
Note Fa parte dei cartoni eseguiti per gli arazzi della Cappella Sistina | |
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La Pesca miracolosa è un dipinto, eseguito tra il 1515 ed il 1516, su cartone dipinto a tempera, da Raffaello Sanzio (1483 - 1520), avvalendosi anche dell'aiuto d'alcuni suoi allievi, ed oggi conservato presso il Victoria and Albert Museum di Londra (Gran Bretagna).
Descrizione
Soggetto
Nella scena del dipinto, ambientata in riva al Lago di Tiberiade, compaiono:
- Gesù Cristo è il protagonista, colto, mentre sta seduto sulla poppa della barca e rivolge a san Pietro un gesto di benedizione e gli annuncia: «Non temere; d'ora in poi sarai pescatore di uomini».
- Simone, colui che poi sarà chiamato Pietro, in ginocchio, stupefatto di fronte al prodigio della pesca miracolosa, si confessa peccatore ed invita Gesù ad allontanarsi da lui.
- Andrea, fratello di san Pietro, in piedi in modo instabile sulla prua della barca, è incredulo per l'abbondante pesca e ha gli occhi fissi su Gesù, che ha appena chiamato entrambi i fratelli a seguirlo ed ambedue appaiono totalmente rapiti nella contemplazione e nel riconoscimento del Messia.
- Giacomo e Giovanni, i due figli di Zebedeo, sono intenti ad issare sulla barca le reti tese, cariche di pesci fin quasi a rompersi, e sembrano ignorare la scena che si svolge sull'altra barca.
- Zebedeo, a destra, padre di Giacomo e Giovanni, seduto sulla barca, sta vigorosamente remando per riportare l'abbondante carico di pesce.
Note stilistiche, iconografiche ed iconologiche
- La sacra rappresentazione va letto da destra verso sinistra, con i gesti e gli sguardi degli apostoli, che conducono l'occhio dello spettatore verso la figura di Gesù Cristo;
- La scena è ambientata un vasto e luminoso paesaggio, con alcuni minuti dettagli naturalistici, quali: il paese in riva al lago, i pesci lucenti nelle barche dei pescatori, la flora e la fauna lacustre, soprattutto i tre aironi in primo piano.
- Il pittore ha impostato la struttura compositiva dell'opera con un crescendo drammatico, dove le figure prevalgono sul paesaggio e sull'architettura di sfondo, contrapponendosi in gruppi o in personaggi isolati, per facilitare la lettura delle azioni. Gli schemi sono dunque semplificati e i gesti e la mimica dei personaggi enfatizzati, per renderli più eloquenti e "universali".
Arazzo
Il cartone dipinto riflette specularmente la scena realizzata nell'arazzo con la Pesca miracolosa, facente parte della serie d'arazzi con le Storie di san Pietro e san Paolo (1515 - 1519), eseguiti dalla bottega manifatturiera di Pieter Coecke van Aelst (1502 – 1550) a Bruxelles, commissionati da Leone X per decorare le pareti laterali della Cappella Sistina ed ora conservati nella Pinacoteca Vaticana.
L'immagine fu realizzata con l'uso della tempera, in tonalità chiare, per andare incontro alla ristretta gamma di colori a disposizione degli arazzieri, così come sono un adattamento allo scopo le grandi masse di luci ed ombre. Nonostante, la supervisione del pittore fiammingo Bernard van Orley (1491 ca. – 1542), affinché i modelli fossero rispettati fedelmente, gli arazzieri alterarono inevitabilmente la composizione, indurendo i lineamenti delle figure e dei paesaggi, nonché aggiungendo l'oro e vari arricchimenti ornamentali.
Notizie storico-critiche
Nel 1515, il papa Leone X (1513 - 1521) incaricò Raffaello Sanzio di realizzare dei cartoni preparatori per una serie d'arazzi da collocare sulle pareti laterali della Cappella Sistina.
I cartoni furono inviati a Bruxelles e trasformati in arazzi nella bottega di Pieter Coecke van Aelst (1502 – 1550), i quali giunsero a Roma entro il 1519, per essere utilizzati (sette su dieci), per la prima volta, durante la solennità di santo Stefano (26 dicembre) di quell'anno. Gli altri tre dovettero pervenire immediatamente dopo. Gli arazzi erano destinati a decorare il registro inferiore delle pareti (quello dipinto con i finti tendaggi) della Cappella Sistina, nella zona separata dalla transenna marmorea destinata al papa ed al clero. Gli arazzi erano utilizzati nelle solenni festività e si leggevano, come le Storie Mosè e di Gesù Cristo soprastanti, dalla parete dell'altare verso il lato opposto.
I cartoni, divisi in parti per la tessitura, rimasero presso l'arazziere fiammingo che ne trasse diverse altre copie e, secondo le consuetudini dell'epoca, li prestò forse anche ad altre botteghe.
Nel 1623, furono acquistati a Genova dal celebre navigatore ed uomo politico inglese, sir Francis Drake, per la manifattura di Mortlake (Londra) per conto del principe ereditario inglese, il futuro Carlo I d'Inghilterra (1600 – 1649). Dopo la morte del re, alla vendita dei beni della corona, i cartoni furono acquistati dal condottiero ed uomo politico inglese Oliver Cromwell (1599 – 1658), che li fece tenere in casse nella Banqueting House di Whitehall.
Dopo la Restaurazione tornarono in possesso dei reali: Carlo II d'Inghilterra (1630 – 1685), tentò di venderli alla manifattura dei Gobelins, celebre laboratorio di tessitura d'arazzi, ma venne bloccato dai ministri.
A fine del XVII secolo furono ricomposti, incollandoli su un supporto di tela, e restaurati da William Cooke, su incarico di Guglielmo III d'Inghilterra (1650 – 1702), desideroso di esporli. Fece, infatti, realizzare un'apposita galleria a Hampton Court, dove restarono fino al 1913. Trasportati a Buckingham House e poi in altri palazzi reali, vennero infine destinati al Victoria and Albert Museum.
Bibliografia | |
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