Polittico della Misericordia (Piero della Francesca)
Piero della Francesca, Polittico della Misericordia (1445 - 1460), olio e tempera su tavola | |
Polittico della Misericordia | |
Opera d'arte | |
Stato | Italia |
Regione | Toscana |
Regione ecclesiastica | Toscana |
Provincia | Arezzo |
Comune | Sansepolcro |
Diocesi | Arezzo-Cortona-Sansepolcro |
Ubicazione specifica | Museo Civico di Sansepolcro |
Uso liturgico | nessuno |
Comune di provenienza | Sansepolcro |
Luogo di provenienza | Chiesa della Misericordia, altare maggiore |
Oggetto | polittico |
Soggetto | Madonna della Misericordia tra san Sebastiano, san Giovanni Battista, san Giovanni evangelista e san Bernardino da Siena; Crocifissione; Annunciazione con san Romualdo e san Francesco d'Assisi; Sei Santi; Storie della Passione di Gesù Cristo |
Datazione | 1445 - 1460 |
Ambito culturale | |
Autore |
Piero della Francesca (Piero di Benedetto de' Franceschi) detto della Francesca |
Materia e tecnica | olio e tempera su tavola |
Misure | h. 273; l. 323 cm |
Iscrizioni | Ecce Agnus Dei, ecce qui tollit pecc[ata mundi] |
Stemmi, Punzoni, Marchi | Stemmi della Confraternita della Misericordia |
Il Polittico della Misericordia è un dipinto, eseguito tra il 1445 e il 1460, ad olio e tempera su tavola, da Piero di Benedetto de' Franceschi, detto Piero della Francesca (1420 ca. - 1492), proveniente dall'altare maggiore della Chiesa della Misericordia a Sansepolcro ed ora conservato presso il Museo Civico di questa città.
Descrizione
Il polittico è composto di ventitrè scomparti organizzati su due registri ed impostato su una predella (cinque maggiori, cinque della cimasa, cinque della predella e quattro scomparti su ciascun pilastrino).
Registro centrale
Il registro centrale composto di cinque scomparti, dove sono presenti i seguenti soggetti:
- Madonna della Misericordia e devoti[1], una rappresentazione di Maria Vergine che apre il mantello per accogliere e proteggere i fedeli che la venerano, derivata dalla tradizione medievale della "protezione del mantello", che le nobildonne potevano concedere a perseguitati e bisognosi d'aiuto. I fedeli sono gerarchicamente più piccoli e sono disposti a semicerchi, quattro per parte (uomini a sinistra e donne a destra), lasciando un ideale posto al centro per l'osservatore. Tra essi si nota un confratello incappucciato, un ricco notabile vestito di rosso (forse un membro della famiglia Pichi che ha sovvenzionato il polittico) ed un giovane uomo rivolto verso lo spettatore che alza il volto in alto, accanto alla veste di Maria, è l’autoritratto del pittore. La Madonna poggia su una base scura organizzata prospetticamente, che richiama l'attenzione sulla figura centrale. Evidente è l'interesse di Piero della Francesca per la composizione geometria, nell'accumularsi di forme regolari, quali il cilindro del mantello, il tronco di cono dell'aureola e la corona della Madonna, le forme ovali dei visi. La cintura di Maria è annodata in modo da formare un croce.
- a sinistra, San Sebastiano e San Giovanni Battista [2];
- a destra, San Giovanni evangelista e San Bernardino da Siena[3].
Registro superiore
Il registro superiore composto di cinque scomparti, dove sono presenti i seguenti soggetti:
- al centro, Crocifissione[4]: questo scomparto è quello dove si nota una maggiore influenza da Masaccio, con Gesù Cristo rappresentato di scorcio ottimizzato per una veduta dal basso. Inoltre, gesti della Madonna e di san Giovanni apostolo, ai lati della croce, sono ampi e drammaticamente espressivi, ricordando da vicino il pathos dell'analoga tavola masaccesca.
- a sinistra, San Romualdo[5] e San Gabriele arcangelo annunciante[6];
- a destra, Madonna annunciata[7] e San Francesco d'Assisi [8]
Pilastrini laterali
Nei pilastrini laterali sono raffigurazioni sei santi e di due stemmi della Confraternita della Misericordia, probabilmente opera di un allievo:
- a sinistra (dall'alto): San Girolamo, Sant'Antonio da Padova, Sant'Ansano;
- a destra (dall'alto): Sant'Agostino, Santo (non identificato), Sant'Egidio.
Predella
Il polittico è completato da una predella, composto di cinque scomparti, che raffigurano Storie della passione di Gesù Cristo, in particolare:
- Orazione nell'orto del Getsemani,
- Flagellazione,
- Deposizione di Gesù Cristo nel sepolcro[9];
- Noli me tangere
- Marie al sepolcro.
Gli scomparti del polittico sono attribuiti, da alcuni studiosi, al pittore Giuliano Amidei, allievo di Piero della Francesca.
Giuliano Amidei (attr.), Predella con Storie della passione di Gesù Cristo (ante 1445 - 1460), olio e tempera su tavola
Note stilistiche, iconografiche ed iconologiche
- La città di Sansepolcro, nel XV secolo, era un piccolo borgo, dove la riflessione artistica ed iconografica non era certo d'avanguardia, per questo la commissione al pittore fu di tipo tradizionale, con una struttura compositiva a più scomparti, indicati dagli archetti della cornice e con un uso massiccio di colori preziosi, come l'oro sullo sfondo. Nonostante, queste restrizioni Piero della Francesca riuscì a creare un'opera di grande modernità, tramite alcuni espedienti, quali la fusione spaziale in un unico pannello principale della Madonna della Misericordia e dei quattro Santi, ai piedi dei quali si sviluppa un unico gradino marmoreo e con dettagli, quali le vesti dei fedeli inginocchiati, che sporgono negli attigui scomparti.
- Lo scomparto a coronamento del Polittico della Misericordia che raffigura la Crocifissione è considerato un esplicito omaggio, oltre che un richiamo iconografico, alla Crocifissione (1426 ca.), dipinta da Masaccio, ed ora conservata al Museo Capodimonte di Napoli.
Iscrizioni
Nel polittico si trova un'iscrizione nel cartiglio sul bastone in mano a san Giovanni Battista, in lettere gotiche, dove si legge:
- Ecce Agnus Dei, ecce qui tollit pecc[ata mundi] (in italiano: "Ecco l'agnello di Dio, ecco colui che toglie i peccati del mondo", Gv 1,29 ).
Stemmi
Nell'opera sono presenti alla base dei due pilastrini, altrettanti blasoni:
- Stemmi della Confraternita della Misericordia [10].
Notizie storico-critiche
L'opera fu commissionata a Piero della Francesca dalla Confraternita della Misericordia per l'altare maggiore della loro chiesa e finanziata dalla famiglia Pichi: il contratto, datato 11 febbraio 1445 prevedeva il compimento dell'opera in tre anni e la sua completa autografia, oltre all'obbligo di controllare ed eventualmente restaurare il dipinto nei dieci anni successivi.
Il Polittico della Misericordia, grazie a questo contratto conservato presso l'Archivio dell'Ospedale di Sansepolcro, è la prima opera documentata di Piero della Francesca che c’è pervenuta.
In realtà, la stesura del polittico si protrasse, con intervento di un allievo non identificato, per più di 15 anni, nonostante le continue sollecitazioni della Confraternita, come dimostra un pagamento al fratello Marco di Benedetto de' Franceschi, per conto del fratello Piero, effettuato dai confratelli nel 1462. Il ritardo può essere spiegato sia per i numerosi altri impegni dell’artista, sia per la sua fama di artista molto lento, a cui si era cercato di rimediare con l'apposizione della clausola. Alcuni documenti fanno dedurre che la parte preponderante dell'opera è stata eseguita dopo il 1459. La presenza di san Bernardino da Siena con l'aureola pone un importante termine post quem, poiché fu proclamato santo solo nel 1450.
Nel XVII secolo il polittico fu scomposto, con perdita dell'originaria cornice, riuscendo però ad evitare la dispersione degli scomparti.
Nel 1807, la Confraternita della Misericordia si disciolse ed in seguito il polittico venne trasportato nella Chiesa di San Rocco, dal 1901 è conservato nel Museo Civico.
Note | |
Bibliografia | |
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