Riccoldo da Monte di Croce
Riccoldo da Monte di Croce, O.P. Presbitero | |
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Papa Niccolò IV riceve fra Riccoldo da Monte di Croce. Miniatura dal Liber peregrinationis | |
Età alla morte | 77 anni |
Nascita | Firenze 1243 |
Morte | Firenze 31 ottobre 1320 |
Professione religiosa | 1267 |
Ordinazione presbiterale | 1270 ca. |
Riccoldo da Monte di Croce (Firenze, 1243; † Firenze, 31 ottobre 1320) è stato un presbitero e missionario italiano.
Cenni biografici
Figlio di Pennino, nacque nei pressi di Firenze in località Monte Croce attorno al 1243. Ebbe due fratelli, Bencivenni e Sinibaldo entrambi domenicani. Riccaldo dopo brillanti studi divenne presbitero secolare[1].
Vestito il saio dei domenicani, entrò nel convento di santa Maria Novella di Firenze nel 1267, cinque anni dopo si trasferì in quello di santa Caterina a Pisa, come professore mostrandosi uno dei più ardenti diffusori dell'opera di San Tommaso d'Aquino. Con il permesso del maestro generale dell'ordine Munio de Zamora e del papa, tra il 1286 e il 1287 partì per predicare il Vangelo nel vicino Oriente.
Come apprendiamo dalle sue cronache, da prima si recò in Palestina, visitò il Giordano, il lago di Tiberiade e il Mar Morto. Nella primavera del 1289 raggiunse via mare la Cilicia, per poi intraprendere un lungo viaggio attraverso l'Anatolia passando per Sivas e Erzurum,e giungendo a Tabriz, allora parte dell'Ilkhanato mongolo di Persia retto da Arghoun, alla fine del 1289. In quella regione si fermò a predicare e a studiare l'arabo.
Nella primavera del 1290 raggiunse Mossul, dove entrò in contatto con membri della Chiesa nestoriana locale. Conobbe pure il mafriano[2] della Chiesa ortodossa siriaca Bar-Sauma e il fratello Bar-Hebraeus, storico, medico, filosofo e scrittore in lingua siriaca, vescovo della stessa Chiesa, che risiedeva nel monastero di Mor Mattay distante una trentina di chilometri dalla città. Raggiunse in seguito Baghdad, dove esisteva già un convento di domenicani. Ottenne il permesso di predicare dal capo della Chiesa locale, il catholicos Yahballaha III. Ebbe anche la possibilità di accedere alle più importanti scuole coraniche della città, le madāris Nizāmīya e Mustanşirīya.
Dopo la caduta di San Giovanni d'Acri ad opera dei Mamelucchi il 18 maggio 1291, il frate notò un deteriorarsi dei rapporti tra le varie religioni in città e decise di tornare a Mossul, dove, durante il viaggio fu molestato da musulmani.
Si ignora quando e come il frate domenicano rientrò in patria. La sua presenza a Firenze è testimoniata da un documento notarile del 21 marzo 1301. Ricopri in seguito importanti compiti nel suo ordine, nel 1315 fu predicatore generale per la provincia di Roma. Morì nel convento di santa Maria Novella di Firenze il 31 ottobre del 1320.
Opere
Il suo viaggio gli permise di conoscere a fondo i costumi delle popolazioni dell'Asia Minore e specialmente dei Tatari, nonché le dottrine e le pratiche dell'islam. Oltre alla sua relazione di viaggio Liber peregrinationis, che ci è stata tramandata da numerosi manoscritti, lasciò un certo numero di lettere, una Improbatio Alcorani, stampata a Siviglia nel 1500, un Libellus contra nationes orientales e un altro Contra errores Judaeorum.
Note | |
Bibliografia | |
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