San Paolo I
San Paolo I Patriarca · Martire | |
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Santo | |
Icona del santo | |
Nascita | Tessalonica |
Morte | Cucusus 6 novembre 351 |
Sepoltura | Basilica di San Pietro in Vaticano |
Incarichi ricoperti | Patriarca ecumenico di Costantinopoli |
Venerato da | Chiesa cattolica e ortodossa |
Ricorrenza | 6 novembre |
Collegamenti esterni | |
Scheda su santiebeati.it |
Nel Martirologio Romano, 6 novembre, n. 2:
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San Paolo I (Tessalonica; † Cucusus, 6 novembre 351) è stato un patriarca, vescovo e martire tessalonicese di Costantinopoli in tre distinti periodi, 337-339, 341-342 e 346-350. Considerato santo dalla Chiesa cattolica e ortodossa, la sua memoria è celebrata il 6 novembre. Visse in un periodo in cui i contrasti tra la fazione ariana e quella nicena causarono morti e violenze.
Biografia
Paolo era presbitero a Costantinopoli, dove ricoprì anche la carica di segretario dell'anziano vescovo Alessandro.
Primo regno (337-339)
Quando Alessandro morì, nel 337, le fazioni ariana e nicena entrarono in violento contrasto per designare il suo successore: a prevalere furono i niceni, che elessero Paolo e lo fecero consacrare da vescovi che si trovavano per caso nella a Costantinopoli.
Nel maggio di quello stesso anno, però, era morto anche Costantino I; il figlio Costanzo II, tornato dalla campagna orientale contro i Sasanidi, succedette al padre e si occupò anche della questione. Costanzo non era certo estraneo alla contesa, in quanto era un sostenitore del partito ariano: lamentandosi di non essere stato consultato per l'elezione, convocò un sinodo di vescovi ariani, fece dichiarare Paolo inadatto al vescovato, lo bandì e lo rimpiazzò con Eusebio, vescovo di Nicomedia (339).
Secondo regno (341-342)
Eusebio regnò per appena tre anni, per morire poi nel 341: a furor di popolo Paolo fu rimesso sul trono vescovile, mentre alcuni vescovi ariani, tra cui Teognide di Nicea e Teodoro di Eraclea, elessero e consacrarono Macedonio I nella chiesa di San Paolo, gettando la città nella guerra civile. Costanzo si trovava ad Antiochia di Siria, quando gli fu comunicata la situazione nella sua capitale: impegnato sul fronte sasanide, inviò il proprio comandante della cavalleria, Ermogene, a espellere Paolo. La popolazione, volendo impedire la deposizione di Paolo, si raccolse intorno alla casa dove si trovava il generale, le diedero fuoco, uccisero Ermogene e ne trascinarono il corpo per le strade della città in trionfo. Avutane notizia, Costanzo tornò immediatamente a Costantinopoli, intenzionato a punire i ribelli, ma questi gli andarono incontro in ginocchio e in lacrime e l'imperatore si accontentò di dimezzare le razioni di grano; però mandò ugualmente in esilio Paolo.
Terzo regno (346-350)
Durante il regno di Costanzo, diversi vescovi niceni furono mandati in esilio dall'imperatore ariano. Paolo si unì ad alcuni di loro - Sant'Atanasio di Alessandria, Marcello di Ancira e Asclepas di Gaza - e si recarono a Roma; papa Giulio I li esaminò severamente, li trovò conformi al credo niceno e scrisse ai vescovi di oriente chiedendo fermamente di rimettere al proprio posto i suoi protetti. Atanasio e Paolo furono rimessi alle loro diocesi. Costanzo, che si trovava ancora una volta ad Antiochia, fu nuovamente fermo nella decisione di opporsi all'abuso della popolazione di Costantinopoli e incaricò il prefetto del pretorio dell'Oriente Filippo di deporre per la terza volta Paolo e sostituirlo definitivamente con Macedonio. Filippo non intendeva fare la stessa fine di Ermogene e non rese noto l'ordine imperiale. Invece invitò Paolo a incontrarlo nelle terme di Zeuxippus, vicino la riva dell'Ellesponto, come se dovesse discutere con lui di affari di stato. Quando Paolo si recò all'incontro, gli fu mostrata la lettera dell'imperatore e gli fu ordinato di recarsi senza opporre resistenza attraverso il palazzo al molo, imbarcarsi e tornare a Tessalonica; Filippo gli consentì di visitare le province periferiche d'Occidente, ma gli proibì di tornare in Oriente. Successivamente Paolo fu mandato in catene a Singara, in Mesopotamia, di lì a Emesa e infine a Cucusus, in Armenia, dove fu messo a morte per ordine di Filippo. Nel 381 quando regnava l'imperatore Teodosio, le spoglie di Paolo vennero traslate a Costantinopoli. Nel 1236 vennero portate a Venezia dove si trovano tuttora.
Successione degli incarichi
Predecessore: | Patriarca ecumenico di Costantinopoli | Successore: | |
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Alessandro | 337 - 339 | Eusebio di Nicomedia | I |
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Eusebio di Nicomedia | 341 - 342 | Macedonio I | II |
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Macedonio I | 346 - 350 | Macedonio I | III |
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