San Pietro Pascual
San Pietro Pascual, O. de M. Vescovo · Martire | |
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Santo | |
Età alla morte | 75 anni |
Nascita | Valencia 1225 |
Morte | Granada 6 dicembre 1300 |
Professione religiosa | 1250 |
Ordinazione presbiterale | 1249 |
Consacrazione vescovile | 1296 da Bonifacio VIII |
Incarichi ricoperti | Vescovo di Jaén |
Iter verso la canonizzazione | |
Venerato da | Chiesa cattolica |
Canonizzazione | 14 agosto 1670, da Clemente X |
Ricorrenza | 6 dicembre |
Collegamenti esterni | |
Scheda su santiebeati.it |
Nel Martirologio Romano, 6 dicembre, n. 5:
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San Pietro Pascual (Valencia, 1225; † Granada, 6 dicembre 1300) è stato un vescovo e martire spagnolo.
Vita
Nacque a Valencia verso il 1225 e la sua nascita fu attribuita alle preghiere di san Pietro Nolasco per i suoi genitori che per lungo tempo non ebbero figli.
I suoi primi studi li fece presso i Benedettini; nel 1241 era all'Università di Parigi, compagno di studio di san Bonaventura e san Tommaso d'Aquino. Nel 1249 si laureò e venne ordinazione presbitero. Tornato a Valenza venne nominato canonico, nel 1250 entrò nell'Ordine di Maria della Mercede, fu insegnante di teologia e lettere nel convento di Saragozza, fra i suoi discepoli ebbe anche Sancio figlio del re Giacomo I. Negli anni seguenti Pedro percorse la Spagna e il Portogallo, predicando, portando conforto ai cristiani schiavi dei mori e costruendo vari conventi dell'Ordine dei Mercedari.
Nel 1291 su incarico dell'Ordine, partì per Roma, predicando per tutta la Francia e l'Italia, arrivò a Orvieto il 26 agosto 1291, dove ebbe udienza con Papa Niccolò IV; nel 1296 era di nuovo a Roma dove Papa Bonifacio VIII, lo nominò vescovo di Jaén, venendo consacrato nella basilica di San Bartolomeo all'isola Tiberina.
Tornato in Spagna lavorò per riordinare la sua diocesi, che era senza vescovo da sei anni, a causa dell'occupazione degli infedeli. Durante una visita pastorale venne catturato dai mori nel 1297 e trasportato a Granada sede del califfo Moley Mahomed che lo fece suo schiavo, ma essendo tributario diretto del re di Castiglia, gli diede la libertà di girare per la città a confortare gli schiavi e istruire i cristiani liberi.
Pedro comunicò al Papa la sua situazione di prigioniero, il Papa chiese alla curia di Jaén di raccogliere fondi per riscattare il vescovo; per due volte fu raccolta la cifra e per due volte Pedro preferì utilizzarla per la liberazione di donne e fanciulli.
Nel suo stato di semilibertà poté scrivere su vari argomenti teologici e dottrinali, in particolare sull'Immacolata concezione di Maria Vergine, anticipando di almeno dieci anni la dottrina di Giovanni Duns Scoto. Era uomo di grande cultura, conosceva molte lingue parlate a quell'epoca in Europa, ma anche l'arabo, l'ebraico e l'aramaico; disputava con giudei, molto presenti nella regione e con i musulmani, confutando i loro errori dottrinari.
Questi ultimi irritati dagli attacchi alla loro religione e per il fatto che alcuni di loro si convertivano, da prima lo imprigionarono e in fine lo condannato alla decapitazione, avventa il 6 dicembre 1300.
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