Sant'Obizio da Niardo

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Sant'Obizio da Niardo
Laico
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battezzato
Santo
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Affresco del Romanino nella chiesa di San Salvatore a Brescia

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Titolo
Incarichi attuali
Età alla morte circa 54 anni
Nascita Niardo
1150 ca.
Morte Brescia
6 dicembre 1204
Sepoltura
Appartenenza
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Ordinato diacono
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Emblem of the Papacy SE.svg Informazioni sul papato
° vescovo di Roma
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Extra Anni di pontificato


Cardinali creazioni
Proclamazioni
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Eventi

Iter verso la canonizzazione

Venerato da Chiesa cattolica
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Beatificazione [[]]
Canonizzazione 1600
Ricorrenza 6 dicembre
Altre ricorrenze
Santuario principale
Attributi
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Patrono di
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Incoronazione
Investitura
Predecessore
Erede
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Coniuge

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Consorte

Consorte di

Figli
Religione {{{religione}}}
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Collegamenti esterni
Scheda su santiebeati.it
Invito all'ascolto
Firma autografa
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Tutti-i-santi.jpgNel Martirologio Romano, 6 dicembre, n. 4:
« A Brescia, sant'Obizio, che, cavaliere, convertitosi a Dio e datosi a una vita di penitenza, distribuì i suoi averi per il bene di tutti. »
(Santo di venerazione particolare o locale)

Sant'Obizio da Niardo, od Obizzo (Niardo, 1150 ca.; † Brescia, 6 dicembre 1204), è stato un eremita italiano. Nobile e guerriero preferì la vita eremitica vicino a Dio; è venerato come santo dalla Chiesa cattolica.

Biografia

Nato a Niardo, era figlio del conte del luogo Graziadeo.[1] Addestrato fin da fanciullo nell'arte bellica, partecipò giovanissimo alle battaglie tra i bresciani e i cremonesi.

Il 7 luglio 1191 partecipò alla battaglia di Rudiano contro i bergamaschi. Durante l'assalto contro il nemico, rimase intrappolato nella mischia dei combattenti e fu imprigionato dalle travi di un ponte che era caduto sotto il peso dei soldati.

Obizio rimase sepolto lunghe ore finché non riuscì a farsi liberare da un passante. A lui raccontò d'aver visto l'inferno e le sue orribili pene, per questo decise d'abbandonare il mondo e dedicarsi a una vita di penitenza e d'orazione.

Dopo questa esperienza prese la decisione di dare addio alle armi e di dedicare la sua vita totalmente a Dio. Inizialmente, questo proposito è ostacolato dalla moglie e dai figli che non riescono a comprendere il motivo dell'improvviso cambiamento e tentano, in tutti i modi, di distoglierlo da questa sua decisione, per poterlo riportare alla vita ricca di agi che sino allora egli aveva condotto.

Obizio, però, è irremovibile. Anzi, inizia un'opera di paziente convincimento perché i suoi familiari lo comprendano e lo imitino. Le sue preghiere, unite a quest'azione costante, tramutano la moglie e i figli da ostili a sostenitori. Addirittura, i suoi due ultimi figli, Margherita e Maffeo, vorranno seguire le sue orme e diverranno religiosi.

Obizio dovrà attendere ancora parecchi anni prima di potersi consacrare interamente a Dio; anni trascorsi con la sua famiglia ma in completa povertà, in preghiera e dedicandosi a innumerevoli opere di bene. Nel 1197, ottenne i consensi necessari, è fu ammesso come oblato nel monastero di Santa Giulia a Brescia. Sant'Obizio trascorrerà gli ultimi anni della sua vita in questo luogo, dedicandosi completamente a Dio e ai più bisognosi e compiendo i primi di una lunga serie di miracoli.

Sant'Obizio muore il 6 dicembre 1204, dopo aver dato l'ultimo saluto ai suoi familiari.

Culto

Nel 1498 nell'urna dove era stato sepolto Obizio cominciò a scaturire un'acqua miracolosa. Le sue reliquie furano traslate sotto l'altare di Santa Giulia e anche lì, nel 1553 ancora scaturì del liquido.[2]

Tra il 1526 e il 1528 il Romanino dipinse le storie della sua vita nella chiesa di San Salvatore a Brescia, all'interno e all'esterno della cappella a lui dedicata.

Quando il monastero di Santa Giulia venne soppresso nel 1797 la comunità di Niardo reclamò le reliquie del suo santo, le quali sono ora custodite nell'altare della parrocchiale.

Culto

Ogni anno Niardo celebra la solenne festa di Sant'Obizio, San Costanzo e del Beato Innocenzo da Berzo, la prima domenica di maggio. Nelle solenni celebrazioni i Corazzieri di Sant'Obizio scortano l'urna delle reliquie per le vie del paese.

Note
  1. Lino Ertani, La Valle Camonica attraverso la storia, p. 241
  2. Lino Ertani, La Valle Camonica attraverso la storia, p. 242
Bibliografia
  • Lino Ertani, La Valle Camonica attraverso la storia, Tipolitografia Valgrigna, Esine, 1996
Collegamenti esterni