Santi Primi martiri della santa Chiesa di Roma

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Nota di disambigua - Se stai cercando altri significati del nome Santi Protomartiri, vedi Santi Protomartiri (disambigua).

Santi Primi martiri della santa Chiesa di Roma

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Gustave Dorè, Primi martiri (XIX secolo)
Memoria facoltativa
Commemorazione celebrata Memoria dei Protomartiri cristiani.
Riferimenti
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Data 30 giugno
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Rito Romano
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Periodo Tempo Ordinario
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Rito Ambrosiano
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Periodo Tempo Dopo Pentecoste
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Celebrata in
Celebrata a
Tradizioni religiose
Data d'istituzione
Chiamata anche
Feste correlate
Tutti-i-santi.jpgNel Martirologio Romano, 30 giugno, n. 1:
« Santi protomartiri della Santa Chiesa di Roma, che accusati dell'incendio della Città furono per ordine dell'imperatore Nerone crudelmente uccisi con supplizi diversi: alcuni, infatti, furono esposti ai cani coperti da pelli di animali e ne vennero dilaniati; altri furono crocifissi e altri ancora dati al rogo, perché, venuta meno la luce del giorno, servissero da lampade notturne. Tutti questi erano discepoli degli Apostoli e primizie dei martiri che la Chiesa di Roma presentò al Signore. »

La ricorrenza dei Primi martiri della Chiesa romana commemora i santi rimasti senza nome, i quali morirono atrocemente a causa della persecuzione scatenata dall'imperatore Nerone (54-68) a Roma, a partire dal luglio 64 e protrattasi fino al 67.

La persecuzione seguì quasi immediatamente all'incendio di Roma, scatenatosi nella notte del 18 luglio 64 e fu un'iniziativa dell'imperatore, il quale tentò di utilizzare questa mossa sanguinaria per allontanare da sé l'ira del popolo. Lo storico latino Tacito che pur non vedeva di buon grado questa setta nascente, nei suoi Annales, non nascose una certa compassione verso i Cristiani.

Per cercare di discolparsi, Nerone scaricò sui seguaci di Cristo le colpe che lo mettevano in cattiva luce di fronte ai suoi sudditi, accusandoli di qualsiasi calamità avventatasi su Roma. Le conseguenze del suo vile gesto furono atroci per i Cristiani e perdurarono per ben quattro anni. Orrendi episodi di violenza perdurarono non solo nelle menti dei Cristiani superstiti, ma anche in quelle del popolo romano, atterrito da questi massimi livelli di crudeltà umana.

Le maggior parte delle esecuzioni, stando al racconto di Papa Clemente, avvenivano presso i giardini vaticani, messi a disposizione per questo scopo dal crudele Nerone. I metodi di esecuzione erano tra i più ambigui e non risparmiavano affatto crudeli beffe per i condannati. Numerosi cristiani, presso i giardini del colle Oppio, vennero cosparsi di pece e venne appiccato loro fuoco affinché fornissero luce nella notte; bambini e donne vennero ricoperti della pelle di alcuni animali e offerti in pasto alle bestie feroci; altri cristiani vennero invece crocifissi o ancora decapitati.

Jules Eugène Lenepveu, I martiri nelle catacombe (1855); Parigi, Museo d'Orsay

Tra le vittime più illustri di questa persecuzioni ci furono i due più grandi apostoli, capostipiti della Chiesa Romana: Pietro, condannato al supplizio della crocifissione nel circo neroniano, e Paolo, l'instancabile missionario, decapitato alle Aquae Salvie verso l'anno 65 (o 67).

Seppure la maggior parte delle vittime della persecuzione di Nerone vengano commemorate il 30 giugno, la Chiesa cattolica ha fornito ancora altre date per ricordare altre vittime dell'imperatore: tra queste, San Torpè (decapitato nel 65), ricordato il 29 aprile; Processo e Martiniano (decapitati nell'anno 67), festeggiati il 2 luglio; Basilissa e Anastasia (anch'esse decapitate, nel 68), commemorate il 15 aprile.

Bibliografia
  • Angela Cerinotti, Santi e Beati di ieri e di oggi, Demetra, Verona, 1999, ISBN 88-440-1316-5
  • Rosa Giorgi, Santi, Mondadori, Milano, 2005, ISBN 88-370-3793-7
Voci correlate
Collegamenti esterni