Tempo Ordinario

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Nicola Pisano, Pulpito (1260), marmo bianco e granito rosso; Pisa, Battistero

Il Tempo Ordinario è, nel calendario liturgico Romano, quel periodo escluso dai contesti liturgici celebrativi di particolare spessore, detti anche Tempi forti, come l'Avvento, la Quaresima, la Pasqua e il Natale.

Esso riguarda cioè i periodi che non celebrano alcun mistero in particolare e si snoda in due periodi separati dal ciclo pasquale:

La fine della seconda parte del tempo ordinario segna anche la fine dell'Anno Liturgico.

Dal momento che la data della Pasqua è mobile, il numero di settimane della prima e della seconda parte del Tempo Ordinario varia:

  • per la prima parte arriva senz'altro alla quarta e si può arrivare alla nona;
  • la seconda parte può iniziare come minimo dalla sesta settimana e come massimo dall'undicesima; la settimana precisa dipende in ultima istanza dal giorno della settimana in cui cade il Natale.

Eventualmente si tralasciano tutte le settimane in più alla ripresa per finire sempre con la 34ª settimana.

Il colore liturgico del Tempo Ordinario è il verde.

Nel Rito Ambrosiano

Nel Rito Ambrosiano non esistono tempi forti, quindi nemmeno il tempo ordinario. I segmenti dell'anno sono tra di loro collegati senza soluzione di continuità, esiste un'unica linea organica che procede in maniera logica: secondo la logica della storia della salvezza che trova in Cristo il suo vertice e il suo centro. Così il Tempo Ordinario romano, nel Rito Ambrosiano, è strutturato in quattro tempi distinti:

Bibliografia
Voci correlate