Sede titolare di Urbisaglia

Da Cathopedia, l'enciclopedia cattolica.
100%Decrease text sizeStandard text sizeIncrease text size
Share/Save/Bookmark
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Urbisaglia
Sede vescovile titolare
Dioecesis Urbis Salviae
Chiesa latina
[[Immagine:|290px|Sede titolare di Urbisaglia]]
Vescovo titolare: {{{vescovo}}}
Arcivescovo titolare: Georg Gänswein
Sede vacante
Suffraganea
Nuvola apps important.svg
Ci sono degli errori relativi alla categorizzazione automatica dovuti al fatto che alcuni parametri non sono stati valorizzati!
  • Parametro: suffraganeadi

Vedi {{Sede titolare della chiesa cattolica/man}}

La voce è stata segnalata nella Categoria:Diocesi della chiesa cattolica/warning.

Istituita: 1968
Soppressa: {{{sedetitolaresoppressa}}}
Ricostituita: {{{ricostituita}}}
Stato Italia
Regione: Marche
Località: Urbisaglia
collocazione
geografica:
[[Immagine:{{{mappacollocazione}}}|200 px]]
Diocesi soppressa di Urbisaglia
Diocesi suffraganee:
Eretta: ?
Soppressa: ?
{{{informazioni}}}
Collegamenti esterni

Dati online (gc ch )

Elenco delle sedi titolari della Chiesa cattolica
Tutte le sedi titolari
Coordinate geografiche
43°12′00″N 13°22′00″E / 43.2, 13.383333 bandiera Italia
Mappa di localizzazione New: Italia
Urbisaglia
Urbisaglia

La Sede titolare di Urbisaglia (in latino: Dioecesis Urbis Salviae) è una diocesi soppressa e sede titolare della Chiesa cattolica.

Storia

Urbs Salvia, il cui sito archeologico si trova nei pressi di Urbisaglia in provincia di Macerata, fu un'antica sede vescovile, attestata alla fine del V secolo.

Al Concilio di Roma (499) convocato da papa Simmaco e riunito sotto la sua presidenza nella basilica di San Pietro, partecipò il vescovo Lampadio, menzionato negli atti in due occasioni: nella lista delle presenze, figura al 63º posto tra Bellatore di Ostia e Adeodato di Formia, mentre nella lista delle sottoscrizioni conciliari il suo nome appare al 68º posto tra Mario di Tiferno[1] e Adeodato di Formia.[2]

Incerta è tuttavia l'assegnazione della sede episcopale del vescovo Lampadio, a causa delle diverse lezioni riportate dalla tradizione manoscritta, dove si trovano sia Urbis Salviensis sia Urbis Albiensis. Ferdinando Ughelli, nella sua Italia sacra, assegnò questo vescovo alla diocesi di Alba in Piemonte[3]; il suo discepolo e continuatore della sua opera, Nicola Coletti, assegnò invece Lampadio alla sede marchigiana[4], seguito anche da Giuseppe Cappelletti. Nell'edizione critica degli atti conciliari del 499, Theodor Mommsen restituì la lezione Lampadius episcopus ecclesiae Urbis Salviensis, ossia vescovo di Urbs Salvia; sull'autorità del Mommsen, altri autori hanno attribuito Lampadio alla diocesi di Urbisaglia, tra cui Francesco Lanzoni. Tuttavia, studi successivi hanno continuato ad assegnare Lampadio alla diocesi di Alba; tra questi si possono ricordare quelli di Fedele Savio[5] e di Paulus Kehr[6]

Gaetano Moroni, riprendendo alcune osservazioni del Colucci, ritiene che Urbisaglia non potesse essere sede vescovile alla fine del V secolo in quanto la città, secondo quanto racconta Procopio di Cesarea nel De bello Gotico, era stata distrutta da Alarico fra il 408 e il 409.[7] Secondo Louis Duchesne invece la città con la sede vescovile sopravvisse ad Alarico, ma venne definitivamente distrutta e abbandonata con l'invasione dei Longobardi.[8] Nel VII secolo il territorio dell'antica diocesi venne diviso fra la sedi di Fermo e di Camerino.[9]

Dal 1968 Urbisaglia è annoverata tra le sedi vescovili titolari della Chiesa cattolica.

Cronotassi

Vescovi residenti

  • Lampadio ? (nominato nel 499)

Vescovi titolari

Note
  1. Vescovo o di Tifernum Metaurum o di Tifernum Tiberinum.
  2. Theodor Mommsen, Acta synhodorum habitarum Romae. A. CCCCXCVIIII DI DII Archiviato il 16 agosto 2016 in Internet Archive., in Monumenta Germaniae Historica, Auctorum antiquissimorum, XII, Berolini, 1894, pp. 401 e 410.
  3. Vol. IV, col. 284.
  4. Vol. X, col. 191.
  5. Gli antichi vescovi d'Italia. Il Piemonte, Torino 1898, p. 51.
  6. Italia pontificia, vol. VI/2, Berolini, 1914, p. 185.
  7. Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica, vol. 40, p. 271.
  8. Les évêchés d'Italie et l'invasion lombarde, in «Mélanges d'archéologie et d'histoire», tomo 23, 1903, pp. 96-97.
  9. Dal sito Beweb - Beni ecclesiastici in web.
Bibliografia
Collegamenti esterni