Diocesi di Città di Castello

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Diocesi di Città di Castello
Dioecesis Civitatis Castelli o Tifernatensis
Chiesa latina
Città di Castello-La Cathédrale-.jpg
vescovo Domenico Cancian, F.A.M.
Sede Città di Castello
Suffraganea
dell'arcidiocesi di Perugia-Città della Pieve
Regione ecclesiastica Umbria
Nazione bandiera Italia
Vicario Giovanni Cappelli
Parrocchie 60 (3 vicariati )
Sacerdoti 60 di cui 49 secolari e 11 regolari
1.054 battezzati per sacerdote
13 religiosi 134 religiose 17 diaconi
64.800 abitanti in 820 km²
62.800 battezzati (96,9% del totale)
Eretta V secolo
Rito romano
Cattedrale Cattedrale dei santi Florido e Amanzio
Indirizzo

Piazza V, Gabriotti 10, 06012 Città di Castello [Perugia], Italia

tel. +390758553030 fax. 075.855.33.59 @
Collegamenti esterni
Sito ufficiale
Dati online 2017 (gc ch)
Dati dal sito web della CEI
Collegamenti interni
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La diocesi di Città di Castello (in latino: Dioecesis Civitatis Castelli o Tifernatensis) è una sede della Chiesa cattolica suffraganea dell'arcidiocesi di Perugia-Città della Pieve appartenente alla regione ecclesiastica Umbria. Nel 2016 contava 62.800 battezzati su 64.800 abitanti. È attualmente retta dal vescovo Domenico Cancian, F.A.M.

Territorio

La diocesi comprende sette comuni dell'Alta Valle del Tevere, tutti in provincia di Perugia: Città di Castello, Citerna, Monte Santa Maria Tiberina, Montone, Pietralunga, San Giustino e Umbertide.

Sede vescovile è Città di Castello, dove si trova la Cattedrale di San Florido e Sant'Amanzio.

Struttura ecclesiale

Il vescovo viene coadiuvato dal consiglio pastorale, dal consiglio presbiterale e dal collegio dei consultori. Gli uffici e gli altri organismi della curia vescovile sono ripartiti in quattro ambiti: Evangelizzazione e annuncio, Liturgia, Carità, Cultura e comunicazioni sociali. Ogni ufficio e centro pastorale della curia diocesana fa riferimento ad uno di questi quattro ambiti. Il vicrio generale svolge anche funzioni di moderatore della curia vescovile. A livello di partecipazione è attiva da tempo la Consulta Diocesana di Pastorale Giovanile, mentre è in fase di costituzione la Consulta Diocesana delle Aggregazioni Lailcali (annunciata nel 2008).

Il territorio è suddiviso in 60 parrocchie, tra le quali la più popolosa è quella di San Giustino Martire, nel comune di San Giustino, che conta circa 5.000 fedeli. La parrocchia meno popolosa è quella di Pieve de' Saddi, con un centinaio di abitanti, legata all'origine del cristianesimo in Alta Valle del Tevere. Le parrocchie sono raggruppate in tre zone pastorali: Nord, Centro e Sud.

Il territorio diocesano è particolarmente ricco di santuari mariani, così diffusi nelle varie zone pastorali: Santa Maria in Petriolo, Santa Maria di Fatima in Renzetti (Zona Pastorale Nord), Santa Maria delle Grazie in Città di Castello, Santa Maria di Belvedere (Zona Pastorale Centro), Santa Maria del Transito in Canoscio, Madonna dei Rimedi in Pietralunga.

Storia

L'evangelizzazione dell'Alta Valle del Tevere

L'evangelizzazione dell'alta valle del Tevere è attribuita al martire romano san Crescenziano, morto durante la persecuzione di Diocleziano nel 303.

Il medioevo

Nella seconda metà del VI secolo la città è riorganizzata dal vescovo Florido che alla morte (avvenuta nell'anno 599 o nell'anno 600) sarà venerato come patrono[1]. Tra i secoli VII e VIII si verifica un ampliamento oltre il crinale appenninico, comprendendo territori già appartenuti alla diocesi di Tifernum Metaurense (oggi Sant'Angelo in Vado).

Nel 1012 fu incominciato il restauro della cattedrale, terminato nel 1032. In quest'epoca la cattedrale era officiata dai canonici regolari, che seguono la regola di sant'Agostino. L'archivio capitolare di Città di Castello conserva un importante manoscritto del XII secolo, oggi esposto al Museo del Duomo, che descrive il funzionamento del capitolo della cattedrale. Nel 1143 il cardinale Guido da Città di Castello è eletto papa con il nome di Celestino II (1143-1144). Significativa la presenza monastica maschile (nel 1126 i monasteri sono dodici); tra XII e XIII secolo sorgono alcuni monasteri femminili.

Con il vescovo Giovanni II (1206/1207-1226) si apre un periodo di grande vitalità, proseguito con i vescovi Matteo (1229-1234) e Niccolò (1265-1279). Dagli anni '30 del XIII secolo sono presenti vari ordini mendicanti e in ambito femminile si diffondono monasteri damianiti, agostiniani e benedettini. Nel corso del XIII secolo sorgono le prime confraternite laicali; significativa anche la presenza di comunità di penitenti. Nei secoli XIII e XIV si sviluppano l'eremitismo rurale e la reclusione volontaria. In questo tessuto ecclesiale si inseriscono, nel XIV secolo, i Gesuati e i frati dell'Osservanza minoritica; nel secolo successivo questi ultimi si insediano anche a Sansepolcro. Nel 1325 due pievi sono aggregate alla nuova diocesi di Cortona[2].

Verso la fine del XIII secolo Città di Castello è colpita dall'interdetto per essersi rifiutata di pagare il censo alla Santa Sede: nel maggio del 1279 il capitolo deve eleggere il nuovo vescovo a un miglio fuori della città. La città è in preda alle contese tra le avverse fazioni dei guelfi e dei ghibellini, che causano incendi, rapine e distruzioni, anche ai danni dei beni della diocesi. Il 13 marzo 1292 si addiviene a una pace e l'interdetto è rimosso.

Nel 1283 scoppia un conflitto di giurisdizione tra l'abate di Sansepolcro, Zeno, e il vescovo di Città di Castello, Giacomo Cavalcanti, che si era recato a Sansepolcro per celebrarvi la Pasqua, visto l'interdetto che gravava su Città di Castello. Il podestà, Rosso da San Michele, spinge il popolo a gridare minacce di morte contro il vescovo e la sua famiglia, così che anche Sansepolcro viene colpita dall'interdetto da parte del vescovo. L'abate Zeno, non riconoscendo la giurisdizione vescovile, ignora l'intedetto e celebra solennemente i riti liturgici, incappando così nella scomunica del vescovo. Il conflitto termina momentaneamente quando a Zeno succede l'abate Bindo; tuttavia le pretese di indipendenza degli abati di Sansepolcro saranno reiterate per tutto il XIV secolo e il successivo.

A partire dal 1356 la cattedrale è sottoposta a nuovi restauri, che si protraggono per lungo tempo. Parte delle fabbriche viene compiuta all'inizio del XVI secolo essendo vescovo Giulio Vitelli.

L'età moderna

Il 18 settembre 1520 la diocesi cede una porzione del suo territorio a vantaggio dell'erezione della diocesi di Sansepolcro.

Tra i secoli XV e XVII l'accumulo di cariche da parte dei vescovi determina alcuni periodi di non residenza in diocesi. Una prima opera di attuazione dei decreti tridentini è condotta dal vescovo Costantino Bonelli (1560-1572), che celebra due sinodi (1564 e 1568). Abbastanza rapida l'evoluzione tridentina dei monasteri femminili. Nel 1540 è riconsacrata la cattedrale, dove nel 1542 si inizia la pratica delle Quarantore; nel 1578 viene secolarizzato il capitolo dei canonici[3].

Il nuovo edificio del seminario venne poi ampliato e completato nel 1752.

Nel 1758 durante la sede vacante seguita alla morte di papa Benedetto XIV la popolazione proruppe in tumulti contro lo Stato Pontificio. Nell'anno successivo le condanne dei sediziosi furono gravi, ma il vescovo Giovanni Battista Lattanzi seppe insistere a tal punto che ottenne grazie sempre più ampie, fino all'assoluzione generale, che fu festeggiata in città insieme con il suo promotore.

L'età contemporanea

Il 15 agosto 1972 la diocesi, fino ad allora immediatamente soggette alla Santa Sede, è entrata a far parte della provincia ecclesiastica dell'arcidiocesi di Perugia (oggi arcidiocesi di Perugia-Città della Pieve).

Il 27 maggio 2007 è stato beatificato il vescovo di Città di Castello Carlo Liviero (1866-1932), la cui memoria liturgica è stata fissata al 30 maggio. Attualmente è in atto la causa di canonizzazione della beata Margherita di Città di Castello, o della Metola (nata a Mercatello sul Metauro), laica vissuta tra il 1287 e il 1320 e legata all'Ordine dei Domenicani.

Cronotassi dei vescovi

Vescovi originari del clero diocesano

Vescovi deceduti

Altri vescovi nati in Diocesi

Calendario liturgico proprio

L'attuale calendario liturgico proprio della diocesi di Città di Castello è stato approvato dalla Congregazione per i Sacramenti e il Culto Divino il 29 agosto 1981 e successivamente integrato nel 1993 e nel 2007.

  • 4 maggio, Beata Margherita di Città di Castello, vergine - Memoria
  • 30 maggio, Beato Carlo Liviero, vescovo - Memoria facoltativa
  • 2 giugno, Santi Crescenziano e compagni, martiri - Memoria
  • 12 giugno, Beata Florida Cevoli, vergine - Memoria
  • 9 luglio, Santa Veronica Giuliani, vergine; patrona secondaria di Città di Castello - Memoria
  • 23 agosto, Anniversario della dedicazione della Basilica Cattedrale - Solennità in Cattedrale, festa in diocesi
  • 26 agosto, B. V. Maria, Madre della grazia divina; patrona principale di Città di Castello e patrona secondaria della diocesi - Solennità in città, memoria in diocesi
  • 2 settembre, Sant’Albertino da Montone, abate - Memoria
  • 5 settembre, San Ventura, sacerdote e martire - Memoria
  • 12 ottobre, San Donino, laico ed eremita - Memoria
  • 22 ottobre, Beato Pietro da Città di Castello, sacerdote - Memoria
  • 25 ottobre, Anniversario della dedicazione delle chiese consacrate di cui si ignora in giorno della consacrazione - Solennità in dette chiese
  • 5 novembre, Memoria dei santi dei quali si conservano le reliquie in diocesi - Memoria
  • 13 novembre, Santi Florido, vescovo e Amanzio, sacerdote; patroni principali della diocesi - Solennità

Statistiche

La diocesi al termine dell'anno 2016 su una popolazione di 64.800 persone contava 62.800 battezzati, corrispondenti al 96,9% del totale.

Note
  1. P. Licciardello, La Vita sancti Floridi di Arnolfo diacono (BHL 3062), in «Bollettino della Deputazione di storia patria per l’Umbria», CI/1, 2004, pp. 141-209
  2. A. Czortek, Città di Castello, in Le Diocesi d'Italia, II, Cinisello Balsamo, San Paolo, 2008, pp. 361-362
  3. A. Czortek, Città di Castello, in Le Diocesi d'Italia, II, Cinisello Balsamo, San Paolo, 2008, pp. 362-363
  4. Tra Innocenzo e Florido è probabile la presenza di un vescovo di nome ignoto
  5. Questo vescovo è probabilmente seguito da un vescovo di nome ignoto
Bibliografia
  • Sintesi generali: G. Muzi, Memorie ecclesiastiche di Città di Castello, I-V, Città di Castello 1842-1843; G. Magherini Graziani, Storia di Città di Castello, I-III, Città di Castello 1890-1912; S. Prete, Città di Castello, in Enciclopedia Cattolica, III, Città del Vaticano 1949, coll. 1751-1752; R. Van Doren, Città di Castello, in Dictionnaire d’histoire et de géographie ecclésiastiques, XII, Paris 1953, coll. 1001-1002; A. Czortek, Le istituzioni ecclesiastiche in una terra di frontiera, in Identità storica e sociale dell’Alta Valle del Tevere come area di frontiera, a cura di V. Nocchi, Città di Castello 2003, pp. 109–137.
  • Sulle origini: A. Czortek, Primi appunti per lo studio della cristianizzazione dell’Alta Valle del Tevere (secoli V-XI), in L’Appennino dall’età romana al medioevo. Società, territorio, cultura. Atti del convegno (Montefiorentino 1994), a cura di G. Renzi, San Leo 1997, pp. 83–106.
  • Sui vescovi: F. Barni, Giovanni II 'Restauratore del vescovato di Città di Castello' (1206-1226), Napoli 1991; S. Merli, «Qui seminat spiritualia debet recipere temporalia». L’episcopato di Città di Castello nella prima metà del Duecento, in «Mélanges de l’École Française de Rome. Moyen Age», 199/2, 1997, pp. 269–301; A. Mandrelli, Giuseppe Sebastiani vescovo di Bisignano (1667-1672) e di Città di Castello (1672-1689), a cura di L. Falcone, Cosenza 2009.
  • Sui santi: P. Licciardello, La Vita sancti Floridi di Arnolfo diacono (BHL 3062), in «Bollettino della Deputazione di storia patria per l’Umbria», CI/1, 2004, pp. 141–209.
  • Sulle presenze monastiche e religiose: G. Casagrande – A. Czortek, I vallombrosani in Umbria: i monasteri di Città di Castello, in L’Ordo Vallisumbrosæ tra XII e XIII secolo. Gli sviluppi istituzionali e culturali e l’espansione geografica (1101-1293). Atti del secondo colloquio vallombrosano (Vallombrosa 1996), a cura di G. Monzio Compagnoni, 1999, II, pp. 841–883; Chiese e conventi degli ordini mendicanti in Umbria nei secoli XIII-XIV. Gli archivi ecclesiastici di Città di Castello, a cura di G. Casagrande, Perugia 1990.
Fonti


Voci correlate
Collegamenti esterni