Simone Brossano
Simone Brossano Cardinale | |
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Nascita | Milano 1310 ca. |
Morte | Nizza 27 agosto 1381 |
Sepoltura | Forse ancora nella Chiesa dei Domenicani, Nizza |
Nominato arcivescovo | 18 giugno 1371 da papa Gregorio XI |
Consacrazione vescovile | non si hanno informazioni |
Creato Cardinale |
20 dicembre 1375 da Gregorio XI (vedi) |
Cardinale per | 5 anni, 8 mesi e 7 giorni |
Incarichi ricoperti | |
Collegamenti esterni | |
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Simone Brossano o Simon da Borsano, da Brossano (Milano, 1310 ca.; † Nizza, 27 agosto 1381) è stato un cardinale e arcivescovo italiano.
Cenni biografici
Nacque a Milano altre fonti riportano Nizza, attorno al 1310, proveniente da una nobile famiglia del milanese, forse figlio di maestro Ambrogio da Brossano, medico, familiare e commensale satis dilectus dell'arcivescovo Giovanni Visconti.
Impegnò la propria giovinezza nello studio e nel 1339 ottenne il dottorato in utroque iure all'università di Perugia. Assieme alle campagne contro gli eretici, lo studio del diritto canonico fu il maggior impegno della sua vita.
Divenne arcidiacono, cioè rettore, dell'università di Bologna e professore di diritto canonico alle università di Padova; Gilles de Bellemère fu tra i suoi allievi.
Il 18 giugno 1371 papa Gregorio XI lo nominò arcivescovo di Milano; non prese mai possesso della sua cattedra vescovile: fu inviato dal papa in varie località europee per combattere le eresie del tempo.
Cardinalato
Papa Gregorio XI lo elevò al rango di cardinale presbitero nel concistoro del 20 dicembre 1375, conferendogli il titolo dei Santi Giovanni e Paolo.
Alla morte di Gregorio XI i sedici cardinali presenti a Roma in quel momento, tra cui il nostro, erano profondamente divisi sul nome del suo successore. Ognuna delle tre fazioni formatesi (quella limosina, quella francese e quella italiana) sperava di potere ottenere l'elezione di uno dei suoi, e pare che anche il Brossano allora fosse considerato uno dei possibili papabili della fazione italiana, composta oltre che da lui dal fiorentino Pietro Corsini, da Giacomo Orsini e dal vecchio Francesco Tebaldeschi. Nell'impossibilità di trovare un accordo, la sua candidatura fu esclusa essendo suddito dei Visconti di Milano in quel momento in aperto conflitto con lo stato della Chiesa, la scelta cadde infine su un semplice vescovo che non faceva parte del collegio cardinalizio, Bartolomeo Prignano arcivescovo di Bari; fu eletto già il giorno dopo l'apertura del conclave, l'8 aprile 1378, divenendo papa Urbano VI.
Mentre i cardinali francesi, avevano lasciato Roma nel corso del giugno, per trasferirsi ad Anagni, i tre cardinali italiani, il Brossano, il Corsini e l'Orsini (rimase a Roma il vecchio Francesco Tebaldeschi prossimo alla morte), seguirono il pontefice nella sua residenza estiva di Tivoli. Per uso e informazione di Urbano VI che non aveva partecipato al conclave, i tre porporati stesero nel corso del mese di luglio una relazione sulle vicende della sua elezione.
Nel corso di un incontro avvenuto al primi di agosto nei pressi di Palestrina, il Brossano e i suoi due colleghi proposero ai cardinali Roberto di Ginevra, Guido Mallesset e Pierre Flandrin, la convocazione di un concilio per risolvere la grave crisi, ma senza risultato.
Riunitisi i cardinali a Fondi, i tre porporati italiani proposero di nuovo il concilio, ma le trattative che si trascinarono per alcuni giorni si conclusero il 20 settembre 1378 con l'elezione di Roberto di Ginevra, che assunse il nome di Clemente VII. L'elezione tuttavia ebbe luogo senza il voto degli intaliani, che in seguito lasciarono Fondi senza riconoscere Clemente.
Dopo il conclave Brossano cercò rifugio con il cardinal Orsini ad Aversa, passando poi a Nizza sul finire del 1380.
Nel maggio del 1381, il cardinale Jean de la Grange, O.S.B. Clun., si recò da lui a Nizza per convincerlo a riconoscere la legittimità del papa avignonese Clemente VII. Il giorno prima di morire, Simone firmò una dichiarazione in tal senso. In effetti, fin dal giorno dell'elezione di Urbano VI nutrì dubbi sulla legittimità di questa nomina, e si adoperò per una soluzione dello scisma, proponendo che i contendenti, papa e antipapa, si presentassero dimissionari a un concilio e da questo venisse poi la nuova nomina del papa legittimo e unico. Così avvenne.
Morte
Morì il 27 agosto 1381 a Nizza, nel convento dei Domenicani, dei quali era ospite, e fu sepolto nella loro chiesa (demolita nel 1882 per costruire il Palazzo di Giustizia). Della tomba non ci sono tracce; però è possibile che sia rimasta sul posto, perché la chiesa non fu demolita a raso. Sono stati fatti dei sondaggi e si attende di poter eseguire uno scavo all'interno del Palazzo di Giustizia.
Opere
- Lectura Clementinarum, manoscritto[1], Firenze, Biblioteca Laurenziana, Fondo Aedilium, cod. 55, fol. 123r-266v; ms. Barcelona, Archivio Capitular de la Catedral, 40, fol. 1r-13v..
- Commentum super regula Possessor, t. de regulis iuris (V.5.ult.2)[2], manoscritto, Firenze, Biblioteca Laurenziana, Fondo Aedilium, cod. 55, fol. 267r-277r; Barcelona, Archivio Capitular de la Catedral, 40, ff.135r-142r.
Successione degli incarichi
Predecessore: | Arcivescovo metropolita di Milano | Successore: | |
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Guglielmo II Pusterla | 18 giugno 1371 – 20 dicembre 1375 | Antonio da Saluzzo |
Predecessore: | Cardinale presbitero dei Santi Giovanni e Paolo | Successore: | |
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Guillaume de la Sudrie, O.P. | 20 dicembre 1375 – 27 agosto 1381 | Gautier Gómez de Luna (obbedienza avignonese) |
Note | |
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Bibliografia | |
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- Vescovi di Milano
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