Trasfigurazione di Gesù Cristo (Perugino, Perugia 1517)

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Perugia GalUmbria Perugino Trasfigurazione 1517-18.jpg
Pietro Perugino, Trasfigurazione di Gesù Cristo (1517 - 1518), olio su tavola
Pala della Trasfigurazione
Opera d'arte
Stato

bandiera Italia

Regione Flag of Umbria.svg Umbria
Regione ecclesiastica Umbria
Provincia Perugia
Comune

Perugia

Località
Diocesi Perugia-Città della Pieve
Parrocchia o Ente ecclesiastico
Ubicazione specifica Galleria Nazionale dell'Umbria
Uso liturgico nessuno
Comune di provenienza Perugia
Luogo di provenienza Chiesa di Santa Maria dei Servi
Oggetto dipinto
Soggetto Trasfigurazione di Gesù Cristo
Datazione 1517 - 1518
Datazione
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Ambito culturale scuola umbra
Autore

Pietro Perugino (Pietro Vannucci)
detto Perugino

Altre attribuzioni
Materia e tecnica olio su tavola
Misure h. 290 cm, l. 185 cm
Iscrizioni
Stemmi, Punzoni, Marchi
Note

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Collegamenti esterni
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1Sei giorni dopo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni suo fratello e li condusse in disparte, su un alto monte. 2E fu trasfigurato davanti a loro: il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce. 3Ed ecco, apparvero loro Mosè ed Elia, che conversavano con lui. 4Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù:... «Signore, è bello per noi essere qui! Se vuoi, farò qui tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia»....
5Egli stava ancora parlando, quando una nube luminosa li coprì con la sua ombra. Ed ecco una voce dalla nube che diceva: «Questi è il Figlio mio, l'amato: in lui ho posto il mio compiacimento. Ascoltatelo». 6All'udire ciò, i discepoli caddero con la faccia a terra e furono presi da grande timore. 7Ma Gesù si avvicinò, li toccò e disse: «Alzatevi e non temete». 8Alzando gli occhi non videro nessuno, se non Gesù solo. 9Mentre scendevano dal monte, Gesù ordinò loro: «Non parlate a nessuno di questa visione, prima che il Figlio dell'uomo non sia risorto dai morti».
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La Trasfigurazione di Gesù Cristo è un dipinto, eseguito tra il 1517 ed il 1518 circa, ad olio su tavola, da Pietro Vannucci detto Pietro Perugino (1448 ca. - 1523), proveniente dalla Chiesa di Santa Maria dei Servi di Perugia ed ora conservato presso la Galleria Nazionale dell'Umbria di questa stessa città.

Descrizione

Soggetto

Il dipinto, articolato su due registri paralleli, raffigura l'episodio evangelico, ambientato sul monte Tabor, attualizzato qui nel dolce paesaggio umbro, fatto di colline ed esili alberi che sfumano in lontananza.

  • Nel registro superiore compaiono:
    • Gesù Cristo trasfigurato, rivela la sua natura divina alla presenza di tre apostoli: egli indossa delle vesti bianche, che hanno il nitore, la trasparenza e la bellezza della luce; infatti, la sua figura si staglia, bianco su bianco, entro una mandorla luminosa, circondata da angeli cherubini e serafini', che abbaglia gli astanti. Gesù è il centro di tutta la struttura compositiva, l'inizio e la fine d'ogni cosa. L'inquadratura di Cristo è frontale: le braccia aperte, la cui disposizione imita e preannuncia la croce. L'artista, infatti, evoca contemporaneamente la morte del salvatore, nella posa cruciforme assunta da Cristo, e la sua vita immortale, svelata dalla trasfigurazione.
    • Profeti (Mosè ed Elia), inginocchiati su nubi, si sono materializzati, accanto a Gesù, e "conversano" con lui della sua imminente passione e morte; essi riassumono il suo esser venuto a completare la Legge e sono il simbolo dell'avverarsi delle profezie dell'Antico Testamento.
  • Nel registro inferiore sono raffigurati:

Note stilistiche, iconografiche ed iconologiche

  • La divisione in due registri, in quest'opera, è particolarmente sottolineata dalla fascia orizzontale di nubi, che taglia la mandorla per evitare una troppa rigidità geometrica, come avviene anche in altri dipinti di Pietro Perugino, con la cesura proprio sulla parte superiore.
  • Le opere di questa fase finale della vita dell'artista, si contraddistinguono per una maggiore semplificazione della struttura compositiva, con meno personaggi ed elementi decorativi, facendo prevalere piuttosto la ricchezza del colore e la profondità del paesaggio. Le pose sono misurate e piacevoli, importate a ritmi e simmetrie con lievi variazioni (come nelle pose complementari dei due profeti). Infatti, nonostante lo straordinario evento a cui partecipano le espressioni degli apostoli sono estremamente pacate e controllate: più convincente quello di san Giacomo a destra, più retorico quello di san Giovanni a sinistra.

Predella

Il dipinto era completato originariamente da una predella, composta di tre scomparti - oggi conservati nel medesimo museo umbro - che raffigurano: [1]

Notizie storico-critiche

L'opera fu commissionata, intorno al 1517, a Pietro Perugino, per l'altare della Chiesa di Santa Maria dei Servi di Perugia, dove rimase fino al 1542, anno in cui venne trasferita nella Chiesa di Santa Maria Nuova.

Nel 1862 entrò a far parte delle collezioni della Galleria Nazionale dell'Umbria.

Note
Bibliografia
  • Vittoria Garibaldi, Perugino, Editore Giunti, Firenze 2004 - ISBN 9788809035447
  • Vittoria Garibaldi, Perugino, Editore Scala, Firenze 2004 - ISBN 978888117099X
Voci correlate
Collegamenti esterni