San Giacomo il maggiore
San Giacomo il Maggiore Personaggio del Nuovo Testamento · Martire | |
---|---|
Santo | |
Apostolo | |
Anonimo pittore, San Giacomo il Maggiore (1475 ca.); Würzburg. | |
Nascita | I secolo a.C. o I secolo |
Morte | Giudea 43 o 44 |
Venerato da | Chiesa cattolica e da tutte le altre Chiese che ammettono il culto dei santi |
Ricorrenza | 25 luglio |
Santuario principale | cattedrale di Santiago di Compostela |
Attributi | bordone e cappello da pellegrino, bisaccia, conchiglia, stendardo |
Devozioni particolari | Invocato contro reumatismi e per il bel tempo. |
Patrono di | calzettai, cappellai, cavalieri, droghieri, farmacisti, pellegrini, soldati, veterinari[1]. |
Collegamenti esterni | |
Scheda su santiebeati.it |
Nel Martirologio Romano, 25 luglio, n. 1:
|
San Giacomo il Maggiore (I secolo a.C. o I secolo; † Giudea, 43 o 44) è uno dei dodici apostoli di Gesù, fratello di Giovanni l'evangelista.
È tradizionalmente (ma non nel Nuovo Testamento) detto il Maggiore per distinguerlo dall'apostolo omonimo, Giacomo di Alfeo detto il Minore. Assieme a Pietro e suo fratello Giovanni ricopre un ruolo privilegiato nel ministero itinerante di Gesù. Dopo la Pasqua la sua importanza nella Chiesa apostolica sembra scemare a vantaggio di Giacomo "fratello" di Gesù. Viene ucciso di spada per volere di Erode Agrippa I, attorno al 43, primo martire tra gli apostoli.
È venerato da tutte le Chiese cristiane che riconoscono il culto dei santi. Nella tradizione cattolica è centro importante del suo culto la città galiziana di Santiago de Compostela, dove dal IX secolo sono venerate le sue spoglie mortali.
Fonti storiche
Le più autorevoli fonti storiche per san Giacomo, come per gli altri personaggi neotestamentari, sono da rintracciare negli stessi testi del Nuovo Testamento, per quanto gli accenni in essi contenuti siano sporadici e incompleti.
La successiva devozione cristiana ha piamente sviluppato leggende legate alla sua vita e al suo culto.
Nome
Il nome ebraico יעקב (Yaʿăqōbh)[2] è proprio del patriarca Giacobbe. L'etimologia offerta da Gen 25,26 riconduce il nome al termine עקב (ʿaqèv), "calcagno". In greco diventa Ἰάκωβος, Iákobos.
Nella Palestina dell'epoca di Gesù il nome era relativamente poco frequente (1,5%)[3]; nel Nuovo Testamento è portato, oltre che dall'apostolo Giacomo il Maggiore, anche da Giacomo il Minore e da suo nonno (nella forma Ἰάκώβ, Iákób, Mt 1,16 ).
Il corrispettivo latino è Iacobus, da cui le forme derivate italiane Giacomo, Jacopo e Lapo. In spagnolo il nome dell'apostolo è diventato Santiago, da cui il portoghese Tiago, da cui lo spagnolo Diego.
Origine e condizioni familiari
Data e luogo di nascita dell'apostolo non sono esplicitamente riferiti da nessuna fonte. Il ruolo di discepolo alla sequela di Gesù (nato 7-6 a.C.) lascia verosimilmente pensare a un'età minore rispetto a quella del Maestro, dunque con nascita attorno all'inizio dell'era cristiana (ca. 1 d.C.). Anche il luogo di nascita e residenza è taciuto, ma può essere ipotizzato in Betsàida, cittadina sul mare di Galilea dove vivevano anche Andrea e Pietro (Gv 1,44 ), quest'ultimo detto "socio" di Giacomo e suo fratello (Lc 5,10 ).
Quanto alla famiglia, diversi passi neotestamentari lo indicano come fratello dell'apostolo Giovanni e figlio di Zebedeo (Mt 4,21; 10,2; 17,1 ; Mc 1,19; 3,17; 10,35 ; Lc 5,10 ; At 12,2 ). Il fatto che nelle liste stereotipate degli apostoli nei sinottici (ma non negli Atti) Giovanni segua Giacomo, o che quest'ultimo venga spesso indicato come "figlio di Zebedeo", mentre Giovanni sia indicato come suo fratello, può lasciare concludere che Giacomo fosse il fratello maggiore.
Il nome della madre non è mai esplicitamente indicato. Il confronto parallelo dei passi evangelici circa le donne presenti alla crocifissione di Gesù ha portato la tradizione a identificare la Salomè di cui a Mc 15,40 con "la madre dei figli di Zebedeo" menzionata in Mt 27,56 . Lo stesso confronto parallelo ammette la possibilità, pressoché assente nella tradizione cristiana ma timidamente ammessa da alcuni esegeti, di identificare la "sorella di sua [di Gesù] madre" (Gv 19,25 ) con Salomè (Mc) e con "la madre dei figli di Zebedeo" (Mt), identificazione che farebbe di Giacomo e Giovanni cugini di Gesù.[4]
Nei passi del Nuovo Testamento e nelle tradizioni successive non vi sono indicazioni se fosse sposato (come plausibile secondo la prassi ebraica) o meno.
Giacomo e Giovanni erano pescatori insieme al padre sul lago di Tiberiade (Mt 4,21 ; Mc 1,19 ), ed erano soci di Simone e di suo fratello Andrea (Lc 5,10 ), forse in una sorta di cooperativa. La condizione economica della famiglia doveva essere buona:[5]
- avevano garzoni che lavoravano per loro (Mc 1,20 );
- Salomè era una delle pie donne delle quali si dice che seguivano Cristo e "li servivano con i loro beni" (Lc 8,2-3 ; cfr. anche Mt 27,55-56 ; Mc 15,40; 16,1 ; Lc 23,55-24,1 );
- l'"altro discepolo" presente al processo di Gesù, tradizionalmente identificato con Giovanni fratello di Giacomo, era conosciuto dal sommo sacerdote (Gv 18,15-16 ), e ha ricevuto in custodia (anche materiale) la madre di Gesù (Gv 19,27 ); il ceto agiato e il commercio ittico possono spiegare come mai Giovanni fosse conosciuto "al sommo sacerdote", o meglio ai domestici del suo palazzo che lo fecero entrare: è verosimile che la sua famiglia gestisse un commercio ittico, e in quanto tale è possibile che godesse di tale conoscenza.
Circa l'accenno di Policrate di Efeso[6] allo statuto sacerdotale di Giovanni (e della sua famiglia), la storicità è controversa. Se autentico, il particolare spiega la conoscenza di Giovanni da parte del sommo sacerdote. A favore dell'autenticità gioca l'antichità della testimonianza di Policrate e il fatto di essere inserito nella tradizione giovannea propria della Chiesa di Efeso. Di contro, negli scritti neotestamentari non si trova alcuna conferma di questo status privilegiato, e può trattarsi di un particolare agiografico e leggendario successivamente elaborato per spiegare la conoscenza tra lo ieratico sommo sacerdote e l'umile pescatore della semi-pagana Galilea. Data la scarsità delle informazioni è impossibile arrivare su questo punto a una soluzione chiara e condivisa.
At 4,13 fa comunque pensare che Giovanni (e conseguentemente suo fratello Giacomo) non avessero frequentato scuole rabbiniche; in questo senso sarebbero detti "persone semplici e senza istruzione", senza alcuna posizione ufficiale tra i giudei. Ma, in base al rango sociale dei loro genitori, dovevano essere uomini di cultura ordinaria per i tempi; va tenuto presente anche che dovevano avere frequenti opportunità di contatto con gente di lingua e cultura greca, allora già ben presenti sulle rive del Lago di Galilea.[5]
Apostolato
La vocazione di Giacomo è descritta con termini simili dai tre vangeli sinottici (Mt 4,21-22 ; Mc 1,19-20 ; cfr. Lc 5,10-11 ), assieme alla chiamata di Giovanni, Pietro e Andrea: all'inizio del suo ministero (28 d.C.) Gesù, passando presso il mare di Galilea (verosimilmente a Betsàida), invita i pescatori a seguirlo, e i primi apostoli obbedirono. Mt e Mc precisano che al momento della chiamata Giacomo e Giovanni "riparavano le loro reti".
Quando poi Gesù costituisce il gruppo dei dodici, "perché stessero con lui e per mandarli a predicare" (Mc 3,14 ), e ne pone a capo Simon Pietro, Giacomo viene menzionato al secondo posto in Mc 3,17 ; occupa invece il terzo posto, preceduto da Andrea, in Mt 10,2 e in Lc 6,14 , e sempre il terzo posto, ma preceduto da Giovanni, in At 1,13 ; nelle tre liste sinottiche dei dodici Giovanni segue sempre immediatamente Giacomo.
Con Giovanni, Giacomo è da Gesù soprannominato Boanèrghes, espressione aramaica che significa "figli del tuono" (Mc 3,17 ); l'appellativo sarebbe riferito allo zelo impetuoso che essi manifestavano (cfr. Lc 9,54 ).
Con Pietro e Giovanni appartiene la cerchia degli apostoli più vicini a Gesù:
- presenzia alla resurrezione della figlia di Giairo (Mc 5,37 ; Lc 8,51 );
- è testimone della trasfigurazione (Mt 17,1 ; Mc 9,2 ; Lc 9,28 );
- è più vicino a Gesù nell'agonia al Getsemani (Mt 26,37 ; Mc 14,33 ).
Insieme ai dodici segue comunque da vicino il Maestro in tutta la sua vita pubblica (cfr. Mc 1,29; 13,3 ).
Giacomo e suo fratello Giovanni chiedono a Gesù di poter sedere alla sua destra e alla sua sinistra nel suo Regno (Mc 10,35-37 ; cfr. Mt 20,21 dove la richiesta è posta dalla loro madre).
Negli Atti viene nominato solo nella lista iniziale degli undici (1,13).
Morte
La morte di Giacomo è sobriamente descritta negli Atti degli Apostoli: "In quel tempo il re Erode (Agrippa I) cominciò a perseguitare alcuni membri della Chiesa. Fece uccidere di spada Giacomo, fratello di Giovanni" (12,2), verso il 42:[7] è il primo apostolo a morire martire.
Clemente Alessandrino[8] narra che mentre si recava al luogo del martirio avrebbe convertito il suo accompagnatore, che sarebbe morto decapitato con lui.
Tradizioni successive
Una tradizione tardiva, ma fortemente consolidata nel medioevo cristiano, ha visto in Giacomo il Maggiore il primo evangelizzatore della Spagna (elemento giudicato "con molte difficoltà" da Camerlynck, "poco credibile" da Cipriani). Vi si sarebbe recato prima del suo martirio a Gerusalemme, e a Saragozza gli sarebbe apparsa la Madonna attorno all'anno 40 (cf. il santuario di Nostra Signora del Pilar).
Secondo una leggenda che risale a metà del IX secolo, attribuita a Isidoro di Siviglia,[9] Giacomo avrebbe evangelizzato la Spagna per poi tornare a Gerusalemme ed essere decapitato, per poi essere il suo corpo traslato in marmarica (attuale Libia).
Similmente anche la tardiva (1250-1300) Legenda Aurea[10] afferma che, dopo l'ascensione di Gesù, Giacomo evangelizzò la Giudea e la Samaria per poi recarsi in Spagna, quindi tornò in Giudea dove ebbe una diatriba con un mago di nome Ermogene e fu decapitato, e infine i suoi discepoli trafugarono il suo corpo e riuscirono a portarlo sulle coste della Galizia.
Secondo una tradizione fondata sul documento Concordia de Antealtares,[11] datato al 1077 e redatto dal vescovo di Santiago Diego Peláez, il sepolcro di san Giacomo sarebbe stato scoperto nell'anno 830 dall'anacoreta Pelagio (spagnolo Pelayo) in seguito ad una visione luminosa. Il vescovo Teodomiro, avvisato di tale prodigio, giunse sul posto e scoprì i resti dell'Apostolo. Dopo questo evento miracoloso il luogo venne denominato campus stellae ("campo della stella") dal quale deriva l'attuale nome di Santiago de Compostela, che è il capoluogo della Galizia (Spagna). Eventi miracolosi segnarono la scoperta dell'apostolo, come la sua apparizione alla guida delle truppe cristiane della reconquista nell'840, durante la battaglia di Clavijo ed in altre imprese belliche successive. La tomba di Giacomo divenne meta di grandi pellegrinaggi medievali, tanto che il luogo prese il nome di Santiago (da Sancti Jacobi, in spagnolo Sant-Yago), e nel 1075 fu iniziata la costruzione della grandiosa basilica a lui dedicata.
Culto
Nella Chiesa Cattolica San Giacomo è festeggiato il 25 luglio.
- Patronato: Spagna, pellegrini, cavalieri, soldati, malattie reumatiche
- Etimologia: "che segue Dio", dall'ebraico; il nome Giacomo è una variante del nome Giacobbe
- Emblema: cappello e bordone da pellegrino, Conchiglia, Stendardo
Note | |||||||
| |||||||
Bibliografia | |||||||
| |||||||
Voci correlate | |||||||
- Santi e beati del martirologio del 25 luglio
- Martiri ebrei
- Martiri per nome
- Tutti i Santi
- Biografie
- Apostoli ebrei
- Personaggi del Nuovo Testamento
- Santi del Nuovo Testamento
- Nati nel I secolo a.C. o I secolo
- Nati nel I secolo a.C.
- Morti nel 43 o 44
- Apostoli
- Cammino di Santiago de Compostela
- Personaggi citati nella Divina Commedia (Paradiso)
- Santi biblici
- Martiri del martirologio romano
- San Giacomo il maggiore