Ugo Bassi
Ugo Bassi, B. Presbitero | |
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al secolo Giuseppe | |
Età alla morte | 47 anni |
Nascita | Cento 12 agosto 1801 |
Morte | Bologna 8 agosto 1849 |
Sepoltura | Cimitero monumentale della Certosa di Bologna |
Professione religiosa | Roma, 1821 |
Ordinazione presbiterale | Roma, 1821 |
Ugo Bassi, al secolo Giuseppe (Cento, 12 agosto 1801; † Bologna, 8 agosto 1849) è stato un presbitero e religioso italiano, patriota del Risorgimento italiano.
Biografia
Ugo Bassi nacque a Cento in Romagna da Luigi Sante Bassi, impiegato della dogana pontificia e da Felicita Rossetti, cameriera, originaria di San Felice sul Panaro; compì i suoi primi studi a Bologna.
Nel 1818, dopo una delusione amorosa, nacque in lui la vocazione religiosa ed entrò come novizio nell'Ordine dei Barnabiti in cui compì studi teologici molto approfonditi. Tra i Barnabiti conobbe anche Alessandro Gavazzi, di cui divenne grande amico.
Nel 1821, a Roma, pronunciò i voti, nella chiesa di San Carlo al Corso.
Divenne ben presto molto richiesto come predicatore, viaggiò quindi per tutta l'Italia, stabilendo numerosi contatti con diverse comunità religiose e laiche e attraendo alla religione molti italiani con la sua testimonianza di fede e di vita. Era divenuto famoso per i suoi sermoni che attiravano i fedeli con la loro sincerità e la loro eloquenza, ma volle restare sempre estremamente povero, e quel poco che gli veniva donato lui lo divideva con i poveri.
Il patriota militante
Quando iniziarono i moti rivoluzionari del 1848, quando inizialmente il papa Pio IX tenne un atteggiamento filoliberale, Ugo Bassi, animato da entusiasmo patriottico, si unì in qualità di cappellano all'esercito pontificio comandato dal generale Giovanni Durando. Con la sua eloquenza attirò molti giovani patrioti a unirsi a quell'esercito.
Pio IX poi, sotto la pressione del collegio cardinalizio, decise di ritirare il suo esercito dalla guerra contro l'Austria, con la motivazione che, come capo della Chiesa universale ed allo stesso tempo capo di uno stato italiano, non poteva mettersi in guerra contro un legittimo sovrano cattolico. Questo suscitò il furore dei patrioti italiani e in particolare dei bolognesi contro il Papa: Ugo Bassi intervenne efficacemente a Bologna per calmare gli animi.
Seguì poi i volontari bolognesi di Alessandro Guidotti impegnati contro gli Austriaci, e a Treviso il 12 maggio 1848 fu ferito ben tre volte. Portato a Venezia fu curato e, dopo la guarigione assistette i patrioti della Repubblica di San Marco di Daniele Manin.
Dopo la proclamazione della Repubblica Romana e la fuga di Pio IX da Roma, Bassi raggiunse i volontari di Garibaldi, impegnati a Roma nei combattimenti contro le truppe francesi del generale Oudinot. Bassi si prodigò coraggiosamente sotto il fuoco francese per soccorrere i feriti, assistere i malati e portare i conforti religiosi ai moribondi.
Alla caduta della Repubblica Romana Bassi seguì Garibaldi nella fuga verso Venezia assieme a Francesco Nullo, Ciceruacchio, il conte Giovanni Livraghi ed altri. Giunti nella Repubblica di San Marino, il gruppo si separò. Bassi, partito da San Marino, con Livraghi, cadde per la seconda volta nelle mani degli austriaci il 2 agosto nei pressi di Comacchio. Trasferito a Bologna la sera del 7 agosto, al governatore del Papa mons. Gaetano Bedini che lo interrogava dichiarò:
« | Non sono colpevole di alcun crimine, salvo quello di essere un Italiano come lei. Ho rischiato la mia vita per l’Italia ed è suo dovere fare del bene a coloro che hanno sofferto per essa » |
Il governatore avrebbe voluto liberarli, ma sotto le pressioni degli austriaci, non osò farlo, i due prigionieri furono presi in custodia dal capitano auditore Carl Pichler von Deeben e sottoposti a un processo farsa davanti ad una Corte marziale con la falsa accusa di porto d’armi non autorizzato. Furono condannati entrambi, anche se Ugo Bassi non aveva mai portato armi nel corso di tutta la sua vita, furono poi fucilati in grande fretta l'8 agosto 1849, vicino alla Certosa.
L’uccisione di Ugo Bassi suscitò un grande sentimento di pietà in tutta Italia.
Il 18 agosto 1849 gli austriaci, per impedire che i cittadini di Bologna manifestassero i propri sentimenti di approvazione ed affetto sulla tomba del Bassi, riesumarono il suo corpo traslandolo nel cimitero della Certosa.
La città di Bologna ha intitolato ad Ugo Bassi, giustiziato per aver combattuto per un'Italia unita, libera e democratica, il tratto centrale della via Emilia. Anche a Messina è stata intitolata una via del centro a Ugo Bassi. Recentemente ha fatto lo stesso Padova, dedicandogli una nuova via presso un complesso di edifici universitari in zona Piovego.
Cinematografia
- In nome del popolo sovrano, film drammatico del 1990, regia di Luigi Magni
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