Uria
Uria Personaggio dell'Antico Testamento | |
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Rembrandt 1665, Uria |
Uria è un personaggio dell'Antico Testamento menzionato più volte nel II Libro di Samuele.
I dati storici
Urìa, אוריה החתי;, guerriero ittita al servizio di Re Davide, faceva parte della lista dei Gibbõrīm, i "Trenta", in realtà trentasette, membri di particolare prestigio della guardia del corpo del Re, citata in 2 Sam. 23 - Gli Ittiti erano tra i migliori soldati del Medio Oriente. Il suo nome è la probabile contaminazione "ebraicizzata" di un nome Ittita, probabilmente Jerahme'eli o Arãbi.
L'episodio biblico
Urìa deve la sua presenza nella Bibbia al fatto di essere il marito di Bath-Sheba (Betsabea), donna bellissima che fu notata da Re Davide mentre faceva il bagno. Dopo avere sedotta e messa incinta Betsabea (2 Sam. 11), re Davide richiamò Urìa dall'assedio di Rabat (Siria) con una scusa, affinché questi passasse la notte con la moglie e potesse riconoscere il figlio come suo. Urìa, però, non uscì dal palazzo poiché riteneva indegno godere degli agi della sua casa e di sua moglie. Cfr 2 Sam. 11,11
- "L'arca, Israele e Giuda abitano sotto le tende, Ioab mio signore e la sua gente sono accampati in aperta campagna e io dovrei entrare in casa mia per mangiare e bere e per dormire con mia moglie? Per la tua vita e per la vita della tua anima, io non farò tal cosa!".
Una spiegazione di questo comportamento potrebbe essere legata al rispetto del tradizionale tabù ebraico della separazione fra sessualità e guerra. Comunque questa militaresca lealtà, mantenuta anche la notte successiva, nonostante Davide tentasse di ubriacarlo, doveva costare cara al povero Urìa. Infatti il giorno successivo Re Davide rimandava Urìa all'esercito affidandogli un messaggio sigillato per Ioab, comandante in capo dell'esercito all'assedio di Rabat (Rabath Ammon), nel messaggio Davide ordinava a Ioab di mettere Uria in prima fila in una ricognizione sotto le mura di Rabat, e di fare in modo che questi cadesse vittima della prevedibile sortita degli assediati. Il piano funzionò a perfezione, Urìa cadde e Davide poté sposare Betsabea. L'episodio scatenò però l'ira di Jahvé che inviò al re il profeta Natan (2 Sam. 12, 1 e segg.) per rinfacciargli il malfatto. Inoltre il figlio di David e Betsabea si ammalò e morì nonostante le preghiere di Davide. Questi, espiato il delitto, tenne con sé Betsabea, da cui doveva più tardi avere Salomone, che - dopo la morte dei successori designati da Davide - fu messo sul trono da Betsabea con l'aiuto del profeta Natan.
Fortuna
L'aneddoto, con forti potenzialità moraleggianti, inserito dal redattore dei Libri di Samuele (IX secolo a.C.) fu però scartato da chi compilò i Libri delle Cronache, che tendevano ad una idealizzazione del personaggio di Re Davide, come troppo imbarazzante per l'eroe.
Numerosi artisti, come Altdorfer, Rembrandt, Artemisia Gentileschi, Hayez si cimentarono nel tema di Betsabea al bagno, ottima occasione di rappresentare una bagnante, ovvero un nudo femminile in un'opera a sfondo sacro. Inoltre l'episodio fornì argomento a numerosissimi scrittori religiosi, tra cui San Giovanni Crisostomo (I e XLII omelia sul Vangelo di Matteo) Sant'Ireneo (Contro gli eretici, IV, 27), San Basilio (Lettere, XLII) e tanti altri.
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