Utente:Quarantena/Santuario della Beata Vergine del Rosario (Pompei)

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Santuario della Beata Vergine del Rosario (Pompei)
Flag of UNESCO.svg Bene protetto dall'UNESCO
Santuario Pompei 01 - Esterni.jpg
Santuario della Beata Vergine del Rosario di Pompei, esterno
Altre denominazioni
Stato bandiera Italia
Regione Stemma Campania


Regione ecclesiastica Campania

Provincia Napoli
Comune Pompei
Località
Diocesi Prelatura territoriale di Pompei
Religione Cattolica
Indirizzo Piazza Bartolo Longo - Pompei (NA)
Telefono
Fax
Posta elettronica [mailto: ]
Sito web

Sito ufficiale

Sito web 2
Proprietà
Oggetto tipo Chiesa
Oggetto qualificazione Santuario
Dedicazione Maria Vergine
Vescovo
Fondatore
Data fondazione
Architetto


Stile architettonico
Inizio della costruzione 1876
Completamento 1901
Distruzione
Soppressione
Ripristino
Scomparsa {{{Scomparsa}}}
Data di inaugurazione
Inaugurato da
Data di consacrazione 1901
Consacrato da
Data di sconsacrazione {{{Sconsacrazione}}}
Sconsacrato da {{{SconsacratoDa}}}
Titolo
Strutture preesistenti
Pianta
Tecnica costruttiva
Materiali
Data della scoperta {{{Data scoperta}}}
Nome scopritore
Datazione scavi
Scavi condotti da
Altezza Massima
Larghezza Massima
Lunghezza Massima
Profondità Massima
Diametro Massimo {{{DiametroMassimo}}}
Altezza Navata
Larghezza Navata
Superficie massima {{{Superficie}}}
Altitudine {{{Altitudine}}}
Iscrizioni
Marcatura
Utilizzazione
Note Zone extraterritoriali della Santa Sede in Italia
Coordinate geografiche
40°45′N 14°30′E / 40.750, 14.500 bandiera Italia
Patrimonio UNESCO.png Patrimonio dell'umanità
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Pericolo Bene non in pericolo
Anno [[{{{anno}}}]]
Scheda UNESCO
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Il Santuario della Beata Vergine del Rosario di Pompei (Napoli) sorge nell'area che veniva chiamata Campo Pompeiano ed era feudo prima di Luigi Caracciolo e poi di Ferdinando d'Aragona, finché nel 1593 divenne proprietà di Alfonso Piccolomini.

L'area iniziò un lungo declino finché non intervenne un avvocato della provincia di Brindisi, Bartolo Longo, che arrivò a Pompei per amministrare le proprietà della Contessa De Fusco, che sposò nel 1885. I coniugi erano molto impegnati nella divulgazione della fede tanto da istituire la chiesa del SS. Salvatore la Confraternita del Santo Rosario per la raccolta di fondi atti a costruire il Santuario dedicato alla Vergine Maria.

Il progetto e i primi lavori, a titolo gratuito, furono dell'architetto Antonio Cua e, dal 1901, furono continuati da Giovanni Rispoli che si occupò della facciata monumentale a due ordini: inferiore in stile ionico e superiore in stile corinzio, culminante con la statua di marmo di Carrara della Vergine del Rosario di Gaetano Chiaramonte. Il 7 maggio 1891 il Santuario fu consacrato e, per opera di papa Leone XIII, divenne Basilica Pontificia. La Basilica è a croce latina con tre navate, in quella centrale si erge la cupola di 57 metri di altezza.

Si accede al campanile di 5 piani, disegnato da Aristide e Pio Leonori, da una porta di bronzo.

Sull'altare maggiore è presente il quadro della Vergine del Rosario con il Bambino con una cornice di bronzo dorato contornata dai 15 misteri del Rosario dipinti da Vincenzo Paliotti, questa tela è venerata in tutto il mondo. Ai suoi lati troviamo San Domenico di Guzman e Santa Caterina da Siena

Dipinto della Madonna del Rosario

Bartolo Longo, nel suo intento di propagandare la pratica del Rosario tra i Pompeiani, si recò a Napoli per comprare un quadro della Madonna del Rosario. L'idea era quella di acquistarne uno già visto in un negozio, ma le cose non andarono così. Per puro caso infatti incontrò in Via Toledo Padre Radente (suo confessore) che allo scopo gli suggerì di andare al Conservatorio del Rosario di Portamedina e di chiedere, in suo nome, a Suor Maria Concetta De Litala un vecchio quadro del Rosario che egli stesso le aveva affidato dieci anni prima.

Bartolo seguì tale suggerimento, ma fu presto preso da sgomento quando la suora gli mostrò il quadro: una tela corrosa dalle tarme e logorata dal tempo, mancante di pezzi di colore, con la Madonna in atteggiamento antistorico, cioè con la Vergine che porge la corona a Santa Rosa, anziché a Santa Caterina da Siena, come nella tradizione domenicana. Bartolo fu sul punto di declinare l'offerta, ma ritirò comunque il dono per l'insistenza della Suora.

Nel tardo pomeriggio del 13 novembre 1875, l'immagine della Madonna giunse così a Pompei, su un carretto guidato dal carrettiere Angelo Tortora e adibito al trasporto di letame. Fu scaricata con la sua consunta copertura di fronte alla fatiscente Parrocchia del SS. Salvatore, ove ad aspettarla c'erano l'anziano parroco Cirillo, Bartolo e altri abitanti. Lo sgomento che inizialmente aveva colto Bartolo, colse anche tutti gli altri presenti quando, tolta la coperta, fu mostrato il quadro. Furono tutti d'accordo che il quadro non si potesse esporre, per timore di interdetto, prima di un restauro anche solo parziale.

Il primo restauro fu opera di Guglielmo Galella, un pittore riproduttore delle immagini dipinte negli Scavi dell'antica Pompei. La vecchia tela, esposta nella parrocchia del SS. Salvatore, nei successivi tre anni, subì ulteriori deterioramenti.

Essa fu così restaurata per la seconda volta e sempre gratuitamente dal pittore napoletano Federico Maldarelli, che si occupò anche

Il quadro della Madonna di Pompei

di trasformare la figura di Santa Rosa in Santa Caterina da Siena. Un altro artista napoletano, Francesco Chiariello, sostituì la malandata tela, allungandola di un palmo, prima che il Maldarelli facesse il secondo vero restauro.

Il quadro non fu più posto nella parrocchia del SS. Salvatore, ma su di un altare provvisorio, in una cappella (detta poi di Santa Caterina) nel Santuario in costruzione. L'immagine della Madonna si coprì ben presto di pietre preziose, offerte quali attestazioni di grazie ricevute. Papa Leone XIII nel 1887 benedisse il meraviglioso diadema che cinse la fronte della Vergine. E tra i diamanti e gli zaffiri che formavano le aureole sul capo della Madonna e del Bambino si potevano notare quattro rarissimi smeraldi, dono di due ebrei beneficati.

L'ultimo restauro fu effettuato nel 1965, al Pontificio Istituto dei Padri Benedettini Olivetani di Roma, un restauro altamente scientifico, durante il quale, sotto i colori sovrapposti nei precedenti interventi, furono scoperti i colori originali che svelarono la mano di un valente artista della scuola di Luca Giordano (XVII secolo). In tale restauro furono eliminate quasi tutte le pietre preziose, onde evitare danni e perforazioni alla tela. In quell'occasione l'immagine della Madonna rimase esposta alla venerazione dei fedeli per alcuni giorni nella Basilica di San Pietro e, il 23 aprile, il quadro fu incoronato da Papa Paolo VI.

Il ritorno dell'Icona a Pompei avvenne in maniera solenne, con un corteo di ecclesiastici e di fedeli che si ingigantiva man mano che si attraversavano le città, lungo il tragitto Roma-Pompei. A sera inoltrata, il quadro giunse a Napoli, ove fu accolto con luminarie e fiaccolate, per poi proseguire con un largo seguito di napoletani fino a Pompei, ove il viaggio si concluse in modo trionfale con una grande manifestazione.

Nel 2000, per il 125° anniversario, il quadro ha sostato per cinque giorni nel Duomo di Napoli, dove è stato venerato da migliaia di fedeli. Il ritorno a Pompei è stato fatto a piedi, seguendo il tracciato del 1875, con diverse soste nelle città della provincia. Per tutto il giorno centinaia di migliaia di persone hanno affollato il percorso di trenta chilometri che separa Pompei dal capoluogo.

Il 16 ottobre 2002, il quadro è tornato a piazza San Pietro, per esplicita richiesta del Papa Giovanni Paolo II che, accanto alla "bella immagine venerata a Pompei", ha firmato la Lettera Apostolica Rosarium Virginis Mariae.

Devozione

La devozione alla Madonna di Pompei è diffusa in tutto il mondo, grazie soprattutto agli emigranti ai quali, prima che si imbarcassero dal porto di Napoli, Bartolo Longo donava quadri della Madonna assieme a corone del Rosario, immaginette e libretti di preghiere. Nel mondo sono nate, così, moltissime chiese, parrocchie e santuari dedicati alla Madonna di Pompei. Non si contano, poi, le associazioni e le confraternite a Lei dedicate. Solo negli Stati Uniti ci sono ben 10 chiese intestate alla Madonna di Pompei: a New York, Chicago, Providence, Lancaster, ecc. Altrettante ce ne sono in Canada: a Montreal, a Vancouver, ecc. Se ne trovano anche in Argentina, Brasile, Venezuela e Uruguay e in tutte si organizzano numerose attività per promuovere il culto e la devozione alla Madonna. A New York, la parrocchia "Our Lady of Pompeii", che risale al 1892, è retta dai Padri Scalabriniani, durante il periodo della grande emigrazione fu un punto di riferimento per tutti gli italiani che approdavano nel Nuovo Mondo. In occasione della Supplica, la santa Messa viene celebrata in italiano, inglese, spagnolo e filippino. Dopo il rito si effettua una solenne processione e si termina con una grande festa.

Molti pellegrini si recano a Pompei a piedi, come i fedeli di Pignataro Maggiore (CE) che, dal 1945, continuano il cammino di fede iniziato dai loro padri per ringraziare la Madonna di Pompei per averli fatti tornare dal fronte. Ogni anno, il 7 maggio, in più di 400, si recano a piedi a Pompei, dove, dopo una lunga veglia di preghiera, recitano la Supplica con la certezza che la Madonna ascolterà ed esaudirà le loro preghiere.

Onorificenze

Rosa d'Oro della cristianità - nastrino per uniforme ordinaria Rosa d'Oro della cristianità
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19 ottobre 2008
Voci correlate
Collegamenti esterni