Annunciazione (Donatello)
Donatello, Edicola devozionale con Annunciazione (1435 ca.), pietra serena scolpita con dorature e terracotta | |
Annunciazione Cavalcanti | |
Opera d'arte | |
Stato | |
Regione | Toscana |
Regione ecclesiastica | Toscana |
Provincia | Firenze |
Comune | |
Diocesi | Firenze |
Ubicazione specifica | Basilica di Santa Croce |
Uso liturgico | quotidiano |
Comune di provenienza | Firenze |
Luogo di provenienza | ubicazione originaria |
Oggetto | edicola devozionale |
Soggetto | Annunciazione; Putti |
Datazione | 1435 ca. |
Autore |
Donatello (Donato de' Bardi) |
Materia e tecnica | pietra serena scolpita ad altorilievo con dorature; terracotta |
Misure | h. 420 cm; l. 274 cm; p. 33 cm |
Stemmi, Punzoni, Marchi | due stemmi della famiglia Cavalcanti |
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L'Annunciazione, detta anche Annunciazione Cavalcanti, è un'edicola devozionale a tabernacolo, eseguita nel 1435 circa, in pietra serena scolpita ad altorilievo con tracce di doratura e terracotta, da Donato de' Bardi, detto Donatello (1386 - 1466), ubicata nella Basilica di Santa Croce di Firenze.
Descrizione
Oggetto
L'edicola devozionale a tabernacolo è composta di un basamento, sorretto da due mensole con altrettanti stemmi e da una ghirlanda alata al centro, dentro la qual è inserito un disco di granito nero aggiunto successivamente al posto di un'iscrizione o di un blasone; sopra poggiano due pilastri decorati con estrema originalità, con volute e zampe leonine sulle basi, foglioline disposte a squama sul fusto e i capitelli con mascheroni sugli angoli.
La trabeazione, infine, è composta di più cornici e modanature con varie decorazioni dorate (dentelli, foglioline, ovuli e rosette), coronata da un timpano semicircolare, terminante a volute, con al centro un rosone scanalato, sopra il quale si trovano sei putti in terracotta con tracce di policromia, che sorreggono dei festoni:
- due sdraiati sulla sommità;
- due coppie in piedi ai lati, questi ultimi di straordinaria vitalità e realismo, raffigurati mentre si abbracciano sorreggendosi a vicenda, come se avessero paura di cadere vista la notevole altezza.
L'edicola funge contemporaneamente da cornice e da ribalta teatrale per la sacra rappresentazione con l'Annunciazione.
Soggetto
La scena dell'Annunciazione si svolge, su uno sfondo riccamente decorato da cornici e girali che ricordano l'arte ellenistica, dove compare una "porta chiusa", come allusione al giardino chiuso (hortus conclusus), simbolo della verginità di Maria.
Nella scena compaiono:
- Maria Vergine è raffigurata in piedi, con in mano il testo sacro, è posta sullo sfondo di uno scranno-schienale a forma di lira, è colta di sorpresa, porta la mano destra al petto, ha una reazione controllata, che inizialmente può sembrare di fuga (come mostrano le gambe e il panneggio cadente sulla sinistra), ma il suo viso è ormai rivolto all'Arcangelo. Nel volto si legge una serena espressione di stupore, umiltà e gratitudine. La sua figura è modellata secondo gli ideali anatomici della scultura greco-romana. La Madonna tiene in mano libro è il tipico attributo mariano che ricorda come in quell'evento si compirono le Sacre Scritture.
- San Gabriele arcangelo, inginocchiato al suo cospetto, la guarda timidamente e con dolcezza, stabilendo un serrato dialogo visivo che rende la scena straordinariamente leggera e viva. Il suo volto cerca quello della Madonna con una leggera torsione del capo ed ha gli occhi grandi e la bocca leggermente dischiusa.
Stemmi
Nell'opera sono presenti, sulle mensole, che sorreggono il basamento, due blasoni:
- Stemmi della famiglia Cavalcanti.
Notizie storico-critiche
L'opera fu commissionata dai Cavalcanti, per la loro tomba di famiglia nella Basilica di Santa Croce: oggi non più esistente e non più ricostruibile con certezza.
Gli storici dell'arte ritengono che l'opera fu scolpita da Donatello nel periodo di tempo tra il suo ritorno da Roma (1433) e la partenza per Padova dell'artista (1443).
Lorenzo il Vecchio (1395 ca. - 1440), fratello di Cosimo de' Medici, era sposato con Ginevra Cavalcanti, per questo non si può escludere un ruolo della famiglia de' Medici nell'assegnazione dell'incarico allo scultore.
In occasione del restauro del 1884, Luigi Del Moro (1845 - 1897), architetto dell'Opera di Santa Croce, ritrovò anche i due Putti sdraiati, sopra il timpano, che erano stati già da tempo rimossi. Nel 1900 furono restaurati e ricollocati sopra l'edicola.
Le fonti cinquecentesche documentano anche la presenza di una predella con Storie della vita di san Nicola di Bari, forse identificabile con quella oggi conservata nel Museo di Casa Buonarroti a Firenze.
Bibliografia | |
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