Annunciazione (Donatello)

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1leftarrow.png Voce principale: Annunciazione a Maria.
Firenze BaS.Croce Donatello Annunciazione+Edicola 1435.jpg
Donatello, Edicola devozionale con Annunciazione (1435 ca.), pietra serena scolpita con dorature e terracotta
Annunciazione Cavalcanti
Opera d'arte
Stato

bandiera Italia

Regione Stemma Toscana
Regione ecclesiastica Toscana
Provincia Firenze
Comune

Stemma Firenze

Località
Diocesi Firenze
Parrocchia o Ente ecclesiastico
Ubicazione specifica Basilica di Santa Croce
Uso liturgico quotidiano
Comune di provenienza Firenze
Luogo di provenienza ubicazione originaria
Oggetto edicola devozionale
Soggetto Annunciazione; Putti
Datazione 1435 ca.
Datazione
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Ambito culturale
Autore

Donatello (Donato de' Bardi)
detto Donatello

Altre attribuzioni
Materia e tecnica pietra serena scolpita ad altorilievo con dorature; terracotta
Misure h. 420 cm; l. 274 cm; p. 33 cm
Iscrizioni
Stemmi, Punzoni, Marchi due stemmi della famiglia Cavalcanti
Note

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Collegamenti esterni
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26Al sesto mese, l'angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazaret, 27a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. 28Entrando da lei, disse: "Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te". 29A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. 30L'angelo le disse: "Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. 31Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. 32Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell'Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre 33e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine"....
34Allora Maria disse all'angelo: "Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?". 35Le rispose l'angelo: "Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell'Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. 36Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch'essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: 37nulla è impossibile a Dio". 38Allora Maria disse: "Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola". E l'angelo si allontanò da lei.
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L'Annunciazione, detta anche Annunciazione Cavalcanti, è un'edicola devozionale a tabernacolo, eseguita nel 1435 circa, in pietra serena scolpita ad altorilievo con tracce di doratura e terracotta, da Donato de' Bardi, detto Donatello (1386 - 1466), ubicata nella Basilica di Santa Croce di Firenze.

Descrizione

Oggetto

L'edicola devozionale a tabernacolo è composta di un basamento, sorretto da due mensole con altrettanti stemmi e da una ghirlanda alata al centro, dentro la qual è inserito un disco di granito nero aggiunto successivamente al posto di un'iscrizione o di un blasone; sopra poggiano due pilastri decorati con estrema originalità, con volute e zampe leonine sulle basi, foglioline disposte a squama sul fusto e i capitelli con mascheroni sugli angoli.

La trabeazione, infine, è composta di più cornici e modanature con varie decorazioni dorate (dentelli, foglioline, ovuli e rosette), coronata da un timpano semicircolare, terminante a volute, con al centro un rosone scanalato, sopra il quale si trovano sei putti in terracotta con tracce di policromia, che sorreggono dei festoni:

  • due sdraiati sulla sommità;
  • due coppie in piedi ai lati, questi ultimi di straordinaria vitalità e realismo, raffigurati mentre si abbracciano sorreggendosi a vicenda, come se avessero paura di cadere vista la notevole altezza.

L'edicola funge contemporaneamente da cornice e da ribalta teatrale per la sacra rappresentazione con l'Annunciazione.

Soggetto

Donatello, Annunciazione (1435 ca.), pietra serena scolpita con dorature

La scena dell'Annunciazione si svolge, su uno sfondo riccamente decorato da cornici e girali che ricordano l'arte ellenistica, dove compare una "porta chiusa", come allusione al giardino chiuso (hortus conclusus), simbolo della verginità di Maria.

Nella scena compaiono:

  • Maria Vergine è raffigurata in piedi, con in mano il testo sacro, è posta sullo sfondo di uno scranno-schienale a forma di lira, è colta di sorpresa, porta la mano destra al petto, ha una reazione controllata, che inizialmente può sembrare di fuga (come mostrano le gambe e il panneggio cadente sulla sinistra), ma il suo viso è ormai rivolto all'Arcangelo. Nel volto si legge una serena espressione di stupore, umiltà e gratitudine. La sua figura è modellata secondo gli ideali anatomici della scultura greco-romana. La Madonna tiene in mano libro è il tipico attributo mariano che ricorda come in quell'evento si compirono le Sacre Scritture.
  • San Gabriele arcangelo, inginocchiato al suo cospetto, la guarda timidamente e con dolcezza, stabilendo un serrato dialogo visivo che rende la scena straordinariamente leggera e viva. Il suo volto cerca quello della Madonna con una leggera torsione del capo ed ha gli occhi grandi e la bocca leggermente dischiusa.

Stemmi

Nell'opera sono presenti, sulle mensole, che sorreggono il basamento, due blasoni:

  • Stemmi della famiglia Cavalcanti.

Notizie storico-critiche

L'opera fu commissionata dai Cavalcanti, per la loro tomba di famiglia nella Basilica di Santa Croce: oggi non più esistente e non più ricostruibile con certezza.

Gli storici dell'arte ritengono che l'opera fu scolpita da Donatello nel periodo di tempo tra il suo ritorno da Roma (1433) e la partenza per Padova dell'artista (1443).

Lorenzo il Vecchio (1395 ca. - 1440), fratello di Cosimo de' Medici, era sposato con Ginevra Cavalcanti, per questo non si può escludere un ruolo della famiglia de' Medici nell'assegnazione dell'incarico allo scultore.

In occasione del restauro del 1884, Luigi Del Moro (1845 - 1897), architetto dell'Opera di Santa Croce, ritrovò anche i due Putti sdraiati, sopra il timpano, che erano stati già da tempo rimossi. Nel 1900 furono restaurati e ricollocati sopra l'edicola.

Le fonti cinquecentesche documentano anche la presenza di una predella con Storie della vita di san Nicola di Bari, forse identificabile con quella oggi conservata nel Museo di Casa Buonarroti a Firenze.

Bibliografia
  • Carlo Bertelli et. al., Storia dell'Arte Italiana, volume 2, Electa - Bruno Mondadori Editore, Milano 1990, pp. 160 - 161 ISBN 9788842445227
  • Luciano Berti et al., Donatello, collana "Art Dossier", Giunti Editore, Firenze 1986, pp. 42 - 43
  • Marco Campigli, Aldo Galli, Donatello e il primo Rinascimento, Editore Il Sole 24 Ore, Milano 2008, pp. 302 - 305 ISBN 9771826608374
  • Rolf C. Wirtz, Donatello, in "Maestri dell'Arte Italiana", Edizioni Könemann, Colonia 1998, pp. 52 - 55 ISBN 9783829045469
Voci correlate
Collegamenti esterni
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Il contenuto di questa voce è stato firmato il giorno 23 giugno 2013 da Teresa Morettoni, esperta in museologia, archeologia e storia dell'arte.

Il firmatario ne garantisce la correttezza, la scientificità, l'equilibrio delle sue parti.