Basilica di San Camillo de Lellis (Roma)
Basilica di San Camillo de Lellis | |
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Roma, Basilica di San Camillo de Lellis (1906-1910) | |
Stato | Italia |
Regione | Lazio |
Provincia | Roma |
Comune | Roma |
Diocesi | Roma Vicariatus Urbis |
Religione | Cattolica |
Indirizzo | Via Sallustiana, 24 00187 Roma (RM) |
Telefono | +39 06 4818188 |
Fax | +39 06 4885693 |
Posta elettronica | segreteria@parrocchiasancamillo.net |
Sito web | |
Proprietà | Chierici Regolari Ministri degli Infermi (Camilliani) |
Oggetto tipo | Chiesa |
Oggetto qualificazione | basilicale |
Dedicazione | San Camillo de Lellis |
Sigla Ordine qualificante | M.I. |
Fondatore | papa Pio X |
Data fondazione | 1906 |
Architetto | |
Stile architettonico | Neoromanico, neogotico |
Inizio della costruzione | 1906 |
Completamento | 1910 |
Data di consacrazione | 16 maggio 1910 |
Consacrato da | cardinale Pietro Respighi |
Titolo | San Camillo de Lellis agli Orti Sallustiani (titolo cardinalizio) |
Strutture preesistenti | Villa Spithoever |
Pianta | croce latina |
Materiali | laterizi, travertino |
Larghezza Massima | 21 m |
Lunghezza Massima | 50 m |
Coordinate geografiche | |
Roma | |
La Basilica di San Camillo de Lellis è una chiesa di Roma, situata nel centro storico della città, nel rione Sallustiano.
Storia
Dalla fondazione ad oggi
Alla fine del XIX secolo, padre G. Ferrini, parroco della Chiesa dei Santi Vincenzo e Anastasio a Fontana di Trevi, si fece promotore dell'idea di dedicare una chiesa a san Camillo de Lellis (1550-1614), fondatore della congregazione dei Chierici Regolari Ministri degli Infermi.
Nel 1903 Pio X (1903-1914), non appena eletto pontefice, decise che venisse progettata ed edificata una chiesa dedicata al Santo, con annesso un convento, a spese della Santa Sede, da affidare ai Camilliani, nell'area in cui si trovava Villa Spithoever, già demolita nel corso dei lavori di urbanizzazione del nuovo rione Sallustiano.[1] Il progetto dell'intero complesso venne affidato all'architetto Tullio Passarelli (1869-1941).
La costruzione iniziò il 15 luglio 1906 con la posa della prima pietra effettuata dal cardinale Antonio Agliardi (1832-1915). Conclusi i lavori fu consacrata il 16 maggio 1910, solennità di Pentecoste, dal cardinale vicario Pietro Respighi (1843-1913). Il 22 maggio dello stesso anno fu eretta come parrocchia e affidata ai Chierici Regolari Ministri degli Infermi.
Il 22 maggio 1965 papa Paolo VI (1963-1978) l'ha elevata alla dignità di Basilica minore.[2]
Titolo cardinalizio
La chiesa è sede del titolo cardinalizio di San Camillo de Lellis agli Orti Sallustiani, istituito da papa Paolo VI, il 5 febbraio 1965: l'attuale titolare è il cardinale Juan Luis Cipriani Thorne.
Descrizione
Esterno
Facciata e ingresso laterale
Preceduta da una breve scalinata, l'imponente facciata a salienti, accentuata da due contrafforti laterali e costruita in laterizi con elementi decorativi in travertino. Il prospetto si presenta diviso orizzontalmente in due ordini da un loggiato, sovrastato da due leoni, con archi a tutto sesto poggianti su colonnine:
- inferiore, è aperto al centro da un profondo portale a tutto sesto, con tre archi concentrici e modanati, sorretti da altrettante colonnine con capitelli e da due portali laterali sormontati da due piccoli rosoni. I tre portali sono adornati, ciascuno, da una lunetta con bassorilievi raffiguranti:
- al centro, Gesù Cristo affida gli infermi a san Camillo de Lellis;
- ai lati, Gesù Cristo tra i fanciulli e Santa Maria Maddalena unge i piedi di Gesù Cristo.
- superiore, è aperto al centro da un grande rosone leggermente strombato, nei cui bordi sono inseriti i Simboli degli Evangelisti, e sovrastato da un timpano triangolare di coronamento decorato da archetti pensili e da dentelli.
Sul fianco settentrionale della chiesa, si apre un'altra porta, simile alle due laterali della facciata, che presenta una lunetta con bassorilievo raffigurante:
Campanile
Nel retro si erge il possente campanile, a pianta quadrangolare (alto 30 m.), decorato con motivi ad arcatelle e leggere lesene, terminante con un'alta cuspide piramidale, la cui cella campanaria si apre verso l'esterno con una trifora su ciascun lato e contenete tre campane di diverse dimensioni.
Interno
La chiesa, orientata (ossia con l'abside rivolto a Est), presenta una pianta a croce latina, suddivisa in tre navate da archi a tutto sesto poggianti su pilastri polistili, che hanno un basamento di pietra di Subiaco con capitelli, decorati a bassorilievo, in stucco, raffiguranti:
- Storie della Bibbia.
Le navate, di cui, quelle laterali, notevolmente più basse e ridotte rispetto a quella centrale, sono coperte da volte a crociera e terminano in absidi semicircolari.
Presbiterio e abside
Il presbiterio, rialzato di alcuni gradini, termina con un abside semicircolare, dove si conservano:
- in alto, cinque vetrate con Gesù Cristo e gli evangelisti;
- in basso, entro nicchia, tra due coppie di trifore, Statua di san Camillo de Lellis (1911), in marmo bianco, di Alberto Galli.
La navata centrale e il transetto sono illuminate da monofore decorate con splendide vetrate raffiguranti:
- nella navata, Dodici apostoli;
- nel transetto sinistro, Madonna con Gesù Bambino in trono;
- nel transetto destro, Sacro Cuore di Gesù Cristo tra angeli e arcangeli.
Inoltre, lungo la navata, sopra le arcate a tutto sesto, corre un fregio istoriato con Storie della vita di san Camillo de Lellis raffiguranti:
- Nascita di san Camillo de Lellis;
- Conversione di san Camillo de Lellis;
- Professione religiosa di san Camillo de Lellis;
- San Camillo de Lellis in adorazione di Gesù Cristo crocifisso;
- San Camillo de Lellis assiste gli infermi;
- Morte di san Camillo de Lellis.
Controfacciata
Nella controfacciata, sulla cantoria lignea, è collocato:
- Organo a canne (1910-1911), costruito da Carlo Vegezzi-Bossi, su progetto di Filippo Capocci: lo strumento musicale venne donato dalla regina Margherita di Savoia (1851-1926).
Sacrestia
Entrando nella sacrestia, sopra la porta d'ingresso, è visibile, entro lunetta, un pregevole bassorilievo raffigurante:
- San Pio X osserva il progetto della chiesa (1910), in marmo bianco, di Alberto Galli.
Note | |
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Bibliografia | |
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Voci correlate | |
Collegamenti esterni | |
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