Beato Antonio Chevrier
Beato Antonio Chevrier Presbitero | |
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Beato | |
Età alla morte | 53 anni |
Nascita | Lione 17 aprile 1826 |
Morte | Lione 2 ottobre 1879 |
Sepoltura | Cappella dell'Istituto del Prado, rue Père Chevrier, 13, Lione, Francia. |
Ordinazione presbiterale | 25 maggio 1850 |
Iter verso la canonizzazione | |
Venerato da | Chiesa cattolica |
Beatificazione | 4 ottobre 1986, da Giovanni Paolo II |
Ricorrenza | 2 ottobre |
Collegamenti esterni | |
Scheda su santiebeati.it |
Nel Martirologio Romano, 2 ottobre, n. 10:
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Beato Antonio Chevrier (Antoine) (Lione, 17 aprile 1826; † Lione, 2 ottobre 1879) è stato un presbitero e fondatore francese.
Biografia
Nacque a Lione, Francia, il 16 aprile 1826, figlio unico dei coniugi Claudio Chevrier e Margherita Frechet, il papà era impiegato alla dogana e la madre tessitrice di seta. Fu battezzato due giorni dopo la nascita con il nome di Antonio. Fu educato cristianamente, in particolare dalla madre, che, sin dalla tenera età, ne curò la formazione religiosa.
Formazione e ministero sacerdotale
Con il consenso dei genitori entrò nella scuola per chierici di Saint Franziskus, successivamente completò gli studi classici nel seminario minore l'Argentiere per poi passare, nel 1846, al seminario maggiore di Lione, dove completò il corso di teologia con il massimo profitto. Nel primo anno di teologia pensò seriamente di entrare nella Società per le Missioni Estere di Parigi anche se non riuscì a realizzare il progetto, la preoccupazione missionaria restò in lui, dopo la sua ordinazione sacerdotale il 25 maggio 1850, accettò volentieri la nomina, rifiutata da altri, di vicario nella nuova parrocchia di Sant'Andrea nel quartiere operaio denominato La Guillottiere, in mezzo ai poveri.
Fondazione
Dopo essersi consultato anche con il santo Curato d'Ars, decise, attorno all'anno 1860, di dare inizio ad un'opera che si occupasse essenzialmente della formazione catechistica dei giovani, per prepararli degnamente alla prima comunione. Aiutato da fratel Pietro Louat, che si occupava dei ragazzi, da suor Amalia e suor Maria, che si occupavano delle ragazze, Chevrier decise prima di affittare e poi di comperare una grande sala per la danza, situata presso la parrocchia di S. Andrea, che si chiamava Prado. Ne entrò in possesso il 10 dicembre 1860. Al Prado stabilì l'opera della formazione catechistica dei giovani alla prima Comunione.
Non potendo contare su preti già formati per compiere la missione dell'Istituto, Chevrier decise di formarli lui stesso aprendo il Noviziato a St-André di Limonest e una scuola a la Roche. Nel 1865 mandò i suoi primi allievi alla scuola clericale della parrocchia di San Bonaventura e nell'ottobre 1866 li insediò al Prado. Pur lavorando al Prado, abitò nella Casa del Bambin Gesù per una ventina d'anni accogliendo fanciulli e poveri. Oltre a tutto questo lavoro, Chevrier s'interessava anche per il ministero diocesano.
Nel 1876 mandò a Roma i primi aspiranti perché vivessero insieme il loro ultimo anno di formazione. Il 25 maggio 1877, quattro di essi furono ordinati sacerdoti nella basilica di San Giovanni in Laterano. L'opera sacerdotale era ormai veramente prospera. Nel 1877 la scuola per chierici contava più di cinquanta allievi e il numero dei sacerdoti aumentava sempre di più. Ma soltanto pochi compresero queste iniziative di Chevrier e perciò molti amici lo spinsero a trasformare la sua piccola società in una congregazione religiosa. I loro progetti urtarono però contro diverse difficoltà e Chevrier rimase fedele al suo primo proposito: vivere veramente secondo il Vangelo, ma restando prete secolare nella piena dipendenza dal vescovo. Pur non avendo un metodo apostolico proprio, i preti del Prado devono chiedere ai vescovi di essere sistemati nelle parrocchie più povere e più scristianizzate, e là devono assumere, per quanto possibile, il genere di vita dei poveri. Inoltre, i preti del Prado chiedono ai vescovi di essere raggruppati in comunità, sia in comunità di vita sia in comunità di settore.
Per Chevrier la povertà era innanzitutto una grazia di comunione con Gesù povero e con i poveri in vista della sua missione:
« | La povertà ci mantiene nell'umiltà, nella dolcezza, nella fiducia, nella preghiera, a faccia a faccia con Dio e con gli uomini » |
La povertà e l'amore ci rendono liberi per testimoniare il Vangelo. Perciò egli raccomandava:
« | La povertà e la semplicità siano sempre il carattere distintivo della nostra vita » |
Chevrier dedicò gli ultimi anni della sua vita completamente al consolidamento delle opere da lui fondate, le quali in breve tempo raggiunsero un progressivo e rigoglioso sviluppo, confortato da un ampio consenso popolare e soprattutto dall'approvazione delle autorità ecclesiastiche.
Morte
Un'ulcera allo stomaco minava intanto la sua forte fibra. Chevrier sopportava tutte le sofferenza con pazienza e rassegnazione nella fede. Dopo mesi di malattia morì in seno alla sua comunità di Lione i1 2 ottobre 1879. I funerali ebbero luogo dopo cinque giorni di ininterrotto concorso di gente intorno alla sua salma nella chiesa parrocchiale di San Luigi.
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