Beato Ludovico Mzyk
Beato Ludovico Mzyk, S.V.D. Presbitero · Martire | |
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Beato | |
Età alla morte | 36 anni |
Nascita | Chorzów Stary 22 aprile 1905 |
Morte | Poznan 23 febbraio 1942 |
Ordinazione presbiterale | Roma, 30 ottobre 1932 |
Iter verso la canonizzazione | |
Venerato da | Chiesa cattolica |
Beatificazione | 13 giugno 1999, da Giovanni Paolo II |
Ricorrenza | 23 febbraio |
Collegamenti esterni | |
Scheda su santiebeati.it |
Nel Martirologio Romano, 23 febbraio, n. 9:
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Beato Ludovico Mzyk (Ludwig) (Chorzów Stary, 22 aprile 1905; † Poznan, 23 febbraio 1942) è stato un presbitero e martire polacco.
Biografia
Ludwig fu il quinto di dieci figli di una modesta famiglia di Chorzov. Suo padre era un minatore; la famiglia era credente e molto legata alla vita comunitaria ecclesiale del suo paese. La sua vocazione sbocciò durante un corso di esercizi spirituali parrocchiali predicati da un missionario verbita. Nel 1818, all'età di 13 anni, entrò nel seminario della città di Heiligenkreuz in Neisse ma durante le vacanze lavorava nelle miniere di carbone per aiutare la madre rimasta vedova. Dopo la laurea entrò nel noviziato della Società del Verbo Divino di Verbist, fondata poco tempo prima dal santo sacerdote tedesco Arnold Janssen e successivamente venne mandato a studiare a Roma. Ottenuta la laurea in teologia dogmatica presso la Pontificia Università Gregoriana, il 30 ottobre 1932, fu ordinato sacerdote e nominato responsabile del noviziato. Per tre anni diresse il noviziato del monastero in Chludowie nei pressi di Poznan. Insegnò spiritualità e teologia, con grande successo e divenne Rettore della casa del noviziato. Nel 1939 scoppiò la guerra e la Polonia venne occupata. Per difendere i suoi novizi entrò in contrasto con la Gestapo, che il 25 gennaio 1940 procedette al suo arresto.
Il 1° febbraio venne imprigionato nel campo di sterminio di Poznań, baracca VII. Con grande dignità sopportò la prigionia immeritata, cercò di aiutare i compagni, e fu spesso battuto a sangue, come raccontarono i sopravvissuti. Tutta la sua vita fu sostenuta da una forte spiritualità, da opere di donazione per gli altri, offrendosi sempre una testimone di una fede vissuta abbracciando perfino la persecuzione assurda e ingiusta.
Dopo atroci torture, un sottufficiale lo condusse all'esterno e lo freddò con un colpo alla nuca.
Culto
Il 13 giugno 1999 fu beatificato da Giovanni Paolo II a Varsavia con altri 107 martiri polacchi.
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