Beato Rupert Mayer

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Beato Rupert Mayer, S.J.
Presbitero
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battezzato
Beato
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Padre Rupert Mayer
Titolo
Incarichi attuali
Età alla morte 69 anni
Nascita Stoccarda
23 gennaio 1876
Morte Monaco di Baviera
1º novembre 1945
Sepoltura
Conversione
Appartenenza
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Ordinato diacono
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Ordinazione presbiterale Rottenburg, 2 maggio 1899
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Incarichi ricoperti
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° vescovo di Roma
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Extra Anni di pontificato


Cardinali creazioni
Proclamazioni
Antipapi {{{antipapi}}}
Eventi
Venerato da Chiesa cattolica
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Beatificazione [[]]
Canonizzazione [[]]
Ricorrenza 1º novembre
Altre ricorrenze
Santuario principale Bürgersaalkirche Monaco di Baviera
Attributi
Devozioni particolari {{{devozioni}}}
Patrono di
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Incoronazione
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Predecessore
Erede
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Onorificenze
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Nomi postumi
Altri titoli
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Consorte

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Tutti-i-santi.jpgNel Martirologio Romano, 1º novembre, n. 17:
« A Monaco di Baviera in Germania, beato Ruperto Mayer, sacerdote della Compagnia di Gesù, che, solerte nella direzione dei fedeli, nell'assistenza ai poveri e agli operai e nella predicazione della parola di Dio, subì le persecuzioni dell'empio regime nazista, dapprima deportato in un campo di prigionia e poi in un monastero senza più alcun contatto con i fedeli. »
(Santo di venerazione particolare o locale)

Beato Rupert Mayer (Stoccarda, 23 gennaio 1876; † Monaco di Baviera, 1º novembre 1945) è stato un presbitero tedesco dell'Ordine dei gesuiti e della congregazione maschile mariana.

Nel periodo del nazionalsocialismo Rupert fece parte della resistenza antinazista cattolica.

Biografia

Nacque il 23 gennaio 1876 a Stoccarda, Germania, da Rupert Mayer e Emilie Wehrle, commercianti benestanti. Al battesimo, il 28 febbraio, ricevette il nome di Rupert. L'educazione dei sei figli nell'ambito della famiglia fu sana, responsabile e guidata soprattutto dall'esempio dei genitori. Dopo la maturità, nel 1894, studiò filosofia e teologia a Friburgo in Svizzera, a Monaco di Baviera e a Tubinga. Il 2 maggio 1899 fu consacrato sacerdote a Rottenburg.

Dal 1912 lavorò per la sua congregazione a Monaco di Baviera. Già negli anni venti vide nel movimento nazista un grande pericolo incombente sull'umanità predicando che un cattolico tedesco non avrebbe mai potuto essere nazionalsocialista essendo le due cose incompatibili. Nonostante il divieto nazista di raccogliere denaro per la Caritas, sfidò i nazisti mettendosi davanti alla chiesa di San Michele a Monaco e raccogliendo denaro per questa istituzione cattolica.
Per via delle sue coraggiose prediche antifasciste la Gestapo lo arrestò e gli vietò di predicare. Lui, una volta rilasciato, continuò con le sue prediche sempre più coraggiose. Il 5 gennaio 1938 fu nuovamente arrestato e incarcerato nel campo di concentramento di Landsberg.

Grazie a un accordo, fu rilasciato il 3 maggio 1938. D'allora in poi Rupert Mayer non predicò più, ma si rifiutò categoricamente di svelare il segreto confessionale. Il 3 novembre fu arrestato una terza volta e portato nel campo di concentramento di Sachsenhausen, vicino a Berlino e lontano dalle comunità cattoliche tedesche. Visto che il suo stato di salute si deteriorava sempre di più, i nazisti, per non far di lui un martire, lo internarono successivamente nel monastero di Ettal vicino ad Oberammergau, dove non aveva contatti con il mondo esterno. In quel monastero fu internato per pochi mesi anche il pastore evangelico Dietrich Bonhoeffer, anch'egli antifascista. A guerra finita Rupert Mayer tornò a Monaco, nel convento dei Gesuiti, riprese a predicare ma morì nello stesso anno (novembre 1945) mentre stava predicando dal pulpito della chiesa di Michaelskirche.

Culto

È sepolto nella cripta della chiesa della congregazione mariana a Monaco, la Bürgersaalkirche.

Nel 1978 fu beatificato da papa Giovanni Paolo II, che visitò la sua tomba.

La sua tomba è mèta di numerosi pellegrini ed è uno dei luoghi più spirituali nella capitale bavarese. Il suo coraggio è esemplare per molti.
Sul retro dell'altare si trova allestito un piccolo museo sul beato Rupert Mayer.

In Italia gli è stata dedicata, nel 1991, la chiesa parrocchiale di Soprabolzano, in Provincia di Bolzano.

Collegamenti esterni