Canonici Regolari della Congregazione Ospedaliera del Gran San Bernardo

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Canonici Regolari della Congregazione Ospedaliera del Gran San Bernardo
in latino Congregatio Sanctorum Nicolai et Bernardi Montis Iovis
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Emblema dell'Ordine, le due colonne rappresentano i passi di San Bernardo (Il Grande e il Piccolo)

Istituto di vita consacrata
Ordine di canonici regolari di diritto pontificio

Altri nomi
Ospedalieri di San Bernardo
Canonici regolari della Congregazione del Gran San Bernardo
Fondatore San Bernardo di Mentone
Data fondazione 1045 ca.
Luogo fondazione Colle del Gran San Bernardo (Montjoux)
sigla C.R.B.
Titolo superiore
Regola di Sant'Agostino (s. IV)
Abito Tunica di lana e cappuccio bianchi.
Scopo Ospitalità ai viandanti e ai pellegrini.
Santo patrono Sant'Agostino e San Bernardo di Mentone
Prima fondazione Abbazia del Gran San Bernardo
Collegamenti esterni
Sito ufficiale
Scheda su gcatholic.com
Scheda su catholic-hierarchy.org

I Canonici Regolari della Congregazione Ospedaliera del Gran San Bernardo (in latino Congregatio Sanctorum Nicolai et Bernardi Montis Iovis) costituiscono un istituto di vita consacrata della Chiesa cattolica. I canonici regolari di questa comunità seguono la regola di sant'Agostino e pospongono al loro nome la sigla C.R.B.

Storia

La congregazione sorse a Martigny (oggi nel Canton Vallese, Svizzera) nell'XI secolo, per gestire l'ospizio di Mont Joux (Monte Giove, l'attuale colle del Gran San Bernardo), restaurato da san Bernardo di Mentone († 1081).

La prima comunità religiosa e la sua regola sono incerte: presumibilmente vi si insediò dapprima una confraternita laica sotto la guida spirituale di un hospitalarius, seguita, al più tardi dalla prima metà del XII secolo, da ecclesiastici guidati da un preposito. Successivamente, l'ospizio fu il centro di una congregazione di canonici regolari, che nel 1150-1151 si legò al convento agostiniano di Marbach in Alsazia, adottandone la Regola.

La congregazione possedeva, grazie alle importanti donazioni di sovrani europei, fra cui gli imperatori Federico Barbarossa (11221190), e Enrico VI di Svezia (11651197), così come il re Enrico II d'Inghilterra (11331189), un complesso di pertinenze situate lungo le principali vie di transito, dall'Inghilterra alla Sicilia, costituite nel 1177 da 78 fra ospizi, case, priorati e chiese, accresciuti ad 86 nel 1286. I principali benefattori furono tuttavia i conti, poi duchi di Savoia, le cui importanti elargizioni su entrambi i versanti del passo costituirono, dal XII secolo, la base economico-finanziaria dell'ospizio.

La congregazione è guidata da un preposito in francese prévôt. Il primo, di cui si ha menzione, fu p. Amedeo nel 1229. I prepositi raramente avevano domicilio nell'ospizio, la conduzione dell'ospizio era di regola, come per le altre case dell'ordine dedite all'assistenza ai pellegrini e alla cura delle anime, demandata a un priore. Come prevede la regola di Sant'Agostino, alle origini i prévôt erano soggetti all'autorità del vescovo e questi prestava giuramento, dopo la sua elezione, al vescovo di Sion. Il 17 ottobre 1250 il dodicesimo prévôt mons. Falcon, firmò un concordato con il vescovo di Sion in merito all'amministrazione di alcune parrocchie. Nel 1286 i canonici regolari di san Bernardo ottennero l'ufficializzazione da papa Onorio IV.

Il diciannovesimo prévôt, dal 1374 al 1393, mons. Aymon Séchal che ebbe il titolo onorifico di patriarca di Gerusalemme, e in seguito amministrò anche dell'arcidiocesi di Tarantasia, donò all'ospizio del Gran san Berndardo, un spina della Corona di Cristo e una preziosa croce astile[1][2].

Nel 1411 il successore mons. Hugues d'Arces, ottenne da papa Giovanni XIII la bolla di esenzione, vale a dire che tutto ciò che concerneva l'organizzazione interna dell'ordine dipendeva direttamente dalla Santa Sede, e non come sino ad all'ora dal vescovo di Sion. La decisione pontificia sollevò molte opposizioni da parte dei vescovi e le discussioni si protrassero per molto tempo sino a quando papa Martino V revocò la decisione del suo predecessore[3].

Alla guida dell'ordine nel 1417 fu nominato Jean d'Arces, nipote del predecessore, che fece dono all'ospizio di un prezioso ciborio. Egli fu l'artefice, nel capitolo di Etoy del 1437, della stesura delle prime costituzioni, poi completate l'anno seguente dal cardinal Juan de Cervantes e approvate dal concilio di Basilea in quello stesso anno, e rimaste in vigore, almeno sulla carta, fino al 1959. La conferma papale delle costituzione giunse ventun anni dopo con papa Pio II.

La casa di Savoia, ottenne dalla Santa Sede la nomina in commenda dei prepositi. I prepositi commendatari furono sette, nominati tra il 1438 con il primo di essi Jean Gralée al 1565 con Réné.

Con il concilio di Trento la Chiesa tentò di porre rimedio alle molte aberrazioni della commenda e anche i canonici del Gran San Bernardo ebbero di nuovo prepositi dediti alla conduzione dell'ordine e non semplicemente dei beneficiare di rendite. Nel 1587 si ebbe la nomina a prévôt di André de Tillier, già canonico e presbitero. Egli guidò la congregazione sino al 1611. Ma le dispute tra Vallese e Savoia per il controllo dell'elezione del preposito e dell'ospizio stesso, la cui posizione strategica era di fondamentale importanza, non terminarono che a metà del XVIII secolo.

Fu il preposito riformatore Louis Boniface, con la disputa sull'osservanza riguardante le costituzioni del 1438 e in particolare la libera elezione dei prepositi, a divise la congregazione in sostenitori del Vallese e della Savoia. Nel 1735, i canonici vallesani chiesero la separazione, concessa da papa Benedetto XIV (1752), che secolarizzò le proprietà savoiardo-piemontesi dell'ospizio unendole, ad eccezione delle parrocchie, all'Ordine dei cavalieri dei Santi Maurizio e Lazzaro. Nel 1753 il primo preposito vallesano liberamente eletto dai suoi confratelli, p. François-Joseph Bodmer, trasferì la sua residenza a Martigny. Dopo la vendita dei benefici francesi, alla fine del XVIII secolo, i canonici limitarono il proprio operato alla Diocesi di Sion.

Il quarantaseiesimo prévôt, François-Benjamin Filliez[4] (1790-1865), governò i canonici regolari, dal 1830 alla morte. Tra il 1839 e il 1848 operò attivamente nel quadro dei conflitti costituzionali scoppiati in Vallese tra la cosiddetta Vecchia Svizzera (cattolici conservatori) e la Giovane Svizzera (liberali radicali). Dopo la sconfitta del 1848, a causa di un prestito di guerra concesso dal prévôt al canton Vallese, la prepositura fu tenuta a un risarcimento e venne posta sotto un'amministrazione controllata dallo Stato, mentre François-Benjamin si esiliò in val d'Aosta.

Il suo successore mons. Pierre Joseph Deléglise, si recò nel 1869 a Roma per prendere parte ai lavori conciliari del Concilio Vaticano I, ma le procedure amministrative per permettergli di accedere ai lavori, non gli permisero l'accesso che a concilio terminato. Il suo successore mons. Théophile Bourgeois, portò all'ospizio in successione: il telegrafo il telefono, il riscaldamento centrale e l'elettricità. Nel 1933 si fece promotore di una missione in Tibet, dove inviò alcuni suoi correligionari. Uno di questi, padre Maurice Tornay vi trovò la morte nel 1949. Il 26 maggio 1993, fu beatificato da papa Giovanni Paolo II.

Mons. Nestor Adam condusse i canonici dal 1939 al 1952), quando fu nominato vescovo di Sion. Vide crescere il numero delle vocazione. Aprì una scuola agricola ad'Aosta e riaprì il collegio di Champittet a Losanna.

Fino ai primi decenni del XX secolo, i canonici, nell'adempimento dei loro compiti, che comprendevano l'accoglienza, la guida e il soccorso dei viaggiatori che valicavano il colle, si avvalevano dell'ausilio di grossi cani. Da quegli animali, che fornivano anche una valida protezione contro i non infrequenti malintenzionati, si è evoluta la razza conosciuta come San Bernardo.

Dal 1959 la congregazione fa parte dei Canonici Regolari di Sant'Agostino Confederati.

Diffusione

Al 31 dicembre 2005, l'ordine contava 3 case e 48 membri, 41 dei quali sacerdoti.[5]

Note
  1. (FR) Saint-Pons-de-Thomières et le Pays Saint-Ponais Mgr Aymon Séchal
  2. DSS Séchal, Aymon
  3. * Duca d'Aosta, Le Grand Saint-Bernard ou Essai historique sur ce que l'hospice du Grand San Bernard offre de pulus intéressant su books.google.ch. (1832). URL consultato il 27-3-2018
  4. DSS [http://www.hls-dhs-dss.ch/textes/i/I27010.php Filliez, François-Benjamin
  5. Dati statistici riportati dall'Annuario Pontificio per l'anno 2007, Città del Vaticano, 2007, p. 1450.
Voci correlate
Bibliografia

(FR) Jean-Pierre Voutaz Pierre Rouyer Découvrir le Gran- Saint-Bernard estratto online

Collegamenti esterni